I dati dell'indagine su economia e lavoro domestico
L'indagine ha preso lo spunto dai dati demografici del paese, dove cresce il numero degli italiani con almeno 75 anni. Se lo scorso anno erano l’11%, nel 2050 questa percentuale arriverà al 25%. Di conseguenza, è in crescita la domanda di servizi di collaborazione in casa.Il numero complessivo di colf e badanti dal 2007 è cresciuto in media del 42%, anche se seguendo un andamento non sempre costante, anche per via del quadro complessivo dell'economia e di misure amministrative e normative.
Allo stato attuale, l'esercito di collaboratori domestici vede in prima fila le colf (510mila), che rappresentano circa il 58% del totale. Al secondo posto (375mila) ci sono le badanti al 42%. Come detto però, secondo questa indagine entro il 2030 le badanti arriveranno a quota 500mila.
C'è poi un interessante dati geografico relativo alla provenienza dei collaboratori domestici. La maggior parte giunge all'est Europa (46%), in special modo per quel che riguarda le badanti (dove si arriva anche al 60%), poi ci sono l’Italia (24%), seguita da Filippine e America Latina. Con la crisi, tra il 2008 e il 2015 è cresciuta la presenza degli italiani a scapito di quelli dell’Est Europa. Gli italiani sono però la maggioranza di quelli che occupano le posizioni più "regolamentate" e professionalmente qualificate (guadagnano oltre 13mila euro l'anno). Il sommerso invece riguarda soprattutto gli stranieri.
Riguardo invece il ricordo ai collaboratori domestici, è soprattutto al Nord (che sotto il profilo dell'economia è molto più ricco) che si offre molto lavoro, visto che circa la metà offre servizio proprio al settentrione. Se però il dato viene esaminato su mille abitanti, si scopre che al Centro ci sono 21 collaboratori ogni 1000 persone, al Nord sono 15-16, al sud invece la media scende a 9,3.
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