Arriva il via libera della Camera dei Comuni alla Brexit. E' stato approvato ieri sera il disegno di legge che permetterà al governo di invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, quello che di fatto dà il via all'iter concreto per l'uscita del Regno Unito dall'UE, così come deciso dal referendum dello scorso giugno.
Il disegno di legge ha ottenuto l'OK senza alcuna modifica e con una maggioranza schiacciante: 494 favorevoli contro 122 contrari. Adesso il testo va alla Camera dei Lord, che lo voterà il prossimo 20 febbraio.
Il problema degli accordi commerciali e i riflessi sull'economia
Va segnalata una frase presente nella proposta di legge: "Il nostro Parlamento è rimasto sovrano per tutto il periodo in cui abbiamo fatto parte dell’Unione europea, ma non sempre questa è stata la sensazione". Un vero e proprio atto d'accusa all'Europa.Certamente una frase non proprio ideale se è vero come è vero che il primo ministro Theresa May desidera un divorzio amichevole, e soprattutto una prosecuzione dei rapporti commerciali con l’Unione Europea.
C'è un aspetto che va sottolineato. L'articolo 50 del Trattato di Lisbona sancisce l'uscita della GB da qui a due anni, momento in cui cesseranno di avere effetti i trattati attualmente in vigore. Questo quindi è il lasso di tempo che avrà il governo britannico per ridefinire i rapporti commerciali con i singoli paesi. Più si tarda, più il Regno Unito agirà in posizione di debolezza, e quindi patirà condizioni di accordo peggiori. Peraltro molti dei paesi con cui la GB vorrà fare accordi, avranno voglia di fargliela pagare cara.
Senza contare che far cuocere la GB nel suo brodo, significa aumentare le possibilità che le grandi aziende scappino da Londra. Chi in Europa vuole farsi sfuggire l'occasione per un simile scippo?
Ecco perché la sensazione è che la Gran Bretagna abbia messo in moto un processo complicatissimo senza avere un paracadute.
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