La minaccia dei social per le banche
Facebook ad esempio ha da poco ottenuto in Irlanda una licenza per l'emissione di moneta elettronica e servizi di pagamenti. Così cominciò anche Paypal, che poi dopo 3 anni acquisì la licenza bancaria.Si prenda anche il caso di Amazon, che da poco ha lanciato una carta di credito (in partnership con Jp Morgan) riservata ai i suoi clienti “prime.
Del resto questi colossi hanno vantaggi indiscutibili: risorse quasi illimitate, tecnologiche all'avanguardia, bacini di utenza fortemente fidelizzati e in più un profilo mostruosamente minuzioni di ogni loro potenziale cliente.
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In Italia questa percentuale cresce fino al 42% e addirittura raggiunge il 51% tra i più giovani.
La conseguenza è chiara: un eventuale loro ingresso nei servizi bancari e assicurativi, sarebbe un colpo durissimo per gli istituti tradizionali, anche perché al momento la ricchezza è in mano prevalentemente alla fascia più anziana della popolazione, che è abituata ala "vecchia cara banca", ma tra qualche anno si trasferirà verso le nuove generazioni, più avvezze ad utilizzare il web e meno sensibili all'aspetto della relazione personale.
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