Il costo aggiunto delle tariffe a 28 giorni
Il nocciolo del discorso però è un altro: lo scorso marzo AGCOM ha vietato esplicitamente questo sistema, ma finora i gestori telefonici se ne sono fregati, continuando ad applicare questi rincari generalizzati. Il motivo del divieto di AGCOM - Autorità competente in materia - è che questo cambio contrattuale equivale a un rincaro di circa l’8,6% dei prezzi annuali. Inoltre si rischia una minore trasparenza delle tariffe.
Tuttavia, come detto, gli operatori finora hanno agito come se il divieto non esistesse. E il fenomeno attecchisce in altri settori, come quello della tv a pagamento. Il colosso della pay-tv infatti ha scritto a tutti i suoi 4,760 milioni di abbonati, ricordando loro che hanno solo fino al 30 settembre per rifiutare la modifica contrattuale chiedendo una disdetta gratuita del contratto. E gli uffici dell’Autorità hanno aperto una istruttoria anche su Sky, dopo che lo fecero sugli operatori telefonici.
Ma cosa accadrà? Le tappe cruciali sono in arrivo. A settembre infatti Agcom deciderà su eventuali sanzioni a carico degli operatori telefonici inadempienti (e anche sul caso Sky). Teoricamente la disubbidienza degli operatori potrebbe far scattare sanzioni fino a 2,5 milioni di euro. Poi a febbraio 2018 ci sarà l'udienza presso il Tar del Lazio (a cui gli operatori si sono rivolti per provare a bloccare la delibera di Agcom di marzo) per decidere chi ha ragione su questa faccenda. Ma nel frattempo ci tocca pagare, o nel caso di SKY fare disdetta gratuita...
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