Cosa ha fatto la Bank of Canada
Nel meeting di politica monetaria, la Bank of Canada ha confermato il tasso di interesse all'1,75%. La banca centrale ha riconosciuto che l'economia canadese ha sottoperformato rispetto alle aspettative in quanto il rallentamento del quarto trimestre è stato "più netto e più ampio" delle attese. Peraltro un'altra uscita ha rivelato che il Canada ha accumulato un deficit commerciale record a dicembre, e che il ritmo delle attività di acquisto ha rallentato a febbraio fino al punto più debole in cinque mesi.Di fronte a un rallentamento dell'economia globale e interna, la Banca del Canada ha così mantenuto i tassi di interesse stabili come previsto, ma ha affermato che vi è "maggiore incertezza" sulla tempistica dei futuri aumenti dei tassi. Alla fine di febbraio, il governatore Poloz aveva detto che il percorso verso il tasso neutrale era molto incerto. La Bank of Canada ha oggi rafforzato tale messaggio dicendo "ci vorrà del tempo per valutare la persistenza della crescita al di sotto del potenziale e le implicazioni per le prospettive di inflazione".
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Gli effetti della BoC più colomba
Questa dichiarazione molto "dovish" ha avuto un doppio effetto. Da una parte ha ampliato lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato canadesi e statunitensi, portandoli al livello più ampio da oltre un decennio (per la precisione da febbraio 2007) a 85 punti. Dall'altra ha indebolito il dollaro canadese nel mercato valutario. Il loonie infatti è scivolato drasticamente contro la controparte statunitense. La coppia di valute USD / CAD ha toccato i massimi di 2 mesi dopo la dichiarazione accomodante della BoC, verso 1,3458 come abbiamo visto su Dukascopy broker ECN (recensioni).Anche i deboli prezzi del petrolio greggio tracciati dal West Texas Intermediate, che ha toccato un minimo giornaliero di 55.42, hanno contribuito alla debole performance del loonie. Il petrolio è una delle principali esportazioni del Canada. Ci aspettiamo che la BoC attenda almeno la seconda metà dell'anno, quando l'incertezza sulle prospettive economiche potrebbe dissiparsi a sufficienza da consentirle di riprendere la normalizzazione della politica monetaria.
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