Niente vertice OPEC sul petrolio
L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha deciso di eliminare dal calendario il vertice di aprile (in realtà per la revoca manca ancora l’approvazione formale di tutti i Paesi membri, ma è cosa scontata). Questo significa che almeno fino ad inizio estate non ci saranno passi indietro sui tagli alla produzione. Arabia Saudita e Russia infatti hanno deciso di non procedere all'incontro, e il comitato di monitoraggio sui tagli ha raccomandato di cancellare l’appuntamento. Il motivo è che al momento domanda e offerta di mercato sembrano in equilibrio, spingendo quindi a rinviare ogni decisione sui tagli.L'OPEC e un gruppo di produttori non affiliati, tra cui la Russia, ha deciso di ridurre l'offerta nel 2019, al fine di arrestare una brusca caduta dei prezzi iniziata nella seconda metà del 2018 (per via del boom della produzione negli Stati Uniti e dei timori di un rallentamento economico globale). Chi sa come funziona Indicatore momentum trading potrà ottenere interessanti spunti tecnici.
La reazione sui mercati
Il mercato ha accolto positivamente la notizia, così come un effetto benefico l'hanno avuta le sanzioni statunitensi contro le esportazioni di petrolio dall'Iran e dal Venezuela. Quest'ultimo ha sospeso le sue esportazioni di petrolio in India, una delle sue principali destinazioni. Intanto l'embargo contro il greggio di Teheran potrebbe diventare più rigido, se Washington attenuerà o revocherà le esenzioni ai maggiori importatori. Tuttavia la decisione si conoscerà soltanto a maggio.Suggerimento: se non avete tempo per dedicarvi personalmente ai vostri trade, potreste trovare interessante leggere la guida come funziona etoro copy trader.
I future sul greggio Brent sono aumentati fino a toccare il massimo da novembre 2018 a quota $ 68,20. I futures statunitensi sul West Texas Intermediate (WTI) hanno toccato il massimo da novembre a $ 59,57. Il prossimo appuntamento interessante per gli analisti sono ora i dati riguardo alla produzione di greggio negli Stati Uniti. Dall'inizio del 2018 è cresciuta di oltre 2 milioni di barili al giorno, rendendo gli Stati Uniti il maggiore produttore mondiale davanti a Russia e Arabia Saudita. La produzione settimanale e i dati sulle scorte saranno pubblicati dall'EIA mercoledì.
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