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giovedì 19 agosto 2021

Prezzi del petrolio ancora in forte calo, Brent e WTI sui minimi da maggio

Continua senza freni la discesa dei prezzi del petrolio. Per il sesto giorno di fila, le quotazioni del barile di oro nero stanno andando giù, portando il livello del prezzo su valori che non si vedevano dallo scorso mese di maggio.

Sul mercato, il prezzo del petrolio Brent è precipitato verso i 66 dollari al barile, vicino a livelli che non si vedevano da maggio. Appena pochi giorni fa era saldamente oltre la soglia dei 70 dollari. Inoltre gli indicatori di volume evidenziano una debolezza assai marcata. Il Wti invece scende sotto i 63 dollari al barile, tornando sui livelli del maggio scorso.

Cosa sta penalizzando i prezzi del petrolio

La caduta dei prezzi del petrolio ha una ragione principale che va ricercata nella diffusione del Covid. La variante delta pesa come un macigno sulle prospettive della ripresa economica globale.

La rapida diffusione del ceppo delta ha già innescato nuove misure restrittive in moltissimi Paesi, specialmente riguardo alle politiche di viaggio e spostamenti. Questo non solo incide sulla ripresa economica in generale, ma in special modo ha effetti sulla domanda di carburante.

Il dollaro è un driver negativo

L'ascesa del dollaro USA peggiora poi ulteriormente il quadro per il prezzo del petrolio. La Federal Reserve ha segnalato che il tapering dovrebbe iniziare quest'anno, dando sostegno al biglietto verde, che sfrutta altresì la propria veste di valuta rifugio.
Il Dollar Index è salito in prossimità di 93,4, ossia sui massimi di prezzo da novembre 2020 (e si comincia a vedere la formazione di un pattern bandiera trading).

Scorte EIA

Per il prezzo del petrolio arrivano inoltre delle novità anche dal lato dell'offerta. Ieri infatti il rapporto EIA ha evidenziato che le scorte di greggio sono diminuite di 3,2 milioni di barili più del previsto la scorsa settimana, scendendo ai minimi da gennaio 2020. Tuttavia, hanno sorpreso gli investitori i dati sulle riserve di benzina, che sono andate inaspettatamente in crescita.

venerdì 21 maggio 2021

Mercato petrolifero, giorni pesanti per chi ha puntato sull'oro nero

Si va chiudendo una settimana pesante per il mercato petrolifero. Le quotazioni di Brent e WTI sono infatti scivolate rispettivamente a 65 e 62 dollari al barile, dopo alcune sedute in ribasso. Entrambi i benchmark sono scesi di quasi il 5% durante questa settimana, mettendosi sulla buona strada per registrare la più grande perdita settimanale da marzo. Inoltre sono vicini ai minimi di 3 settimane.

Cosa sta muovendo il mercato petrolifero

Ci sono spinte che agiscono in diverse direzioni sul prezzo.
Da un lato infatti c'è la ripresa economica globale, che contribuisce a dare ottimismo al mercato petrolifero per via della ripresa della domanda di carburante. Infatti i programmi di vaccinazione in Europa e negli Stati Uniti consentirebbero a più persone di viaggiare.

Questo fattore del resto ha consentito al mercato petrolifero di crescere di quasi il 30% quest'anno, dopo essere tornato ai livelli pre-pandemici a metà marzo, sulle aspettative che la domanda di carburante sarebbe rimbalzata bruscamente con il lancio dei vaccini COVID-19 e la riapertura di più economie.
Appena pochi giorni fa, il Brent ha superato per la prima volta quota 70 dollari al barile da metà marzo, come si constata sulle migliori piattaforme di trading.

Annotazione: se invece di negoziare commodities preferite le azioni, potreste trovare utile scoprire come fare scalping sul dax.

L'offerta

Ma sul fronte dell'offerta c'è il fattore Iran a pesare. Diversi funzionari hanno affermato che l'Iran e le potenze mondiali hanno compiuto progressi nei colloqui per rilanciare un accordo nucleare del 2015. Questi negoziati entreranno nella quinta fase all'inizio della prossima settimana, e un successo potrebbe comportare la revoca delle sanzioni contro Teheran. di conseguenza arriverebbe una nuovo fiume di output sul mercato petrolifero.

Inoltre c'è una nuova incognita sulla domanda di petrolio. L'ultima ondata di casi di virus in India, grande consumatore di petrolio. Secondo gli ultimi dati, quasi due terzi delle persone testate hanno mostrato l'esposizione al virus.
Nel frattempo, il rapporto settimanale dell'EIA ha mostrato che le scorte di greggio statunitensi sono aumentate la scorsa settimana di più in due mesi, anche se a un ritmo più morbido del previsto.

mercoledì 15 aprile 2020

Petrolio ancora in arretramento. Dall'AIE arriva un'altra brutta notizia

Non si ferma la corsa al ribasso del petrolio. Le quotazioni del greggio, già scese del 10% nella giornata di ieri, segnano oggi un altro calo. Il WTI scivola così a quota 19,6 dollari, sui minimi di 18 anni.

Il declino del petrolio

A penalizzare il mercato sono state da un lato le stime peggiorative del Fmi sull’economia globale e la crisi generata dal Coronavirus, dall'altro le notizie che parlano di un crollo della domanda a causa dei lockdown che i governi hanno deciso per contenere il numero crescente di contagi.
Secondo i dati diffusi dall'Agenzia internazionale dell’energia (Aie), la domanda crollerà a 29 milioni di barili al giorno (bpd) ad aprile. Si tratta di livelli che non si vedevano da 25 anni. Nell’intero 2020 il calo previsto sarà di 9,3 milioni di barili al giorno. La flessione finora registrata porterà i consumi mondiali al livello del 2012, attestandosi a circa 90,6 milioni di barili al giorno, stima l’Agenzia, che prevede anche una ripresa “graduale” durante la seconda metà del 2020.

Annotazione: prima di fare degli investimenti su internet, occorre conoscere bene gli strumenti. Qui si parla delle strategie parabolic sar forex.

I tagli insufficienti

A rendere il clima ancora più pesante è la constatazione dell'AIE che nessun taglio alla produzione sarà in grado di compensare completamente lo shock di domanda, e di conseguenza le flessioni dei prezzi. Vale poco l'ulteriore precisazione dell'Agenzia, che dice: “Tuttavia, i risultati della settimana passata rappresentano un buon inizio". Le preoccupazioni evidenziate dall’Aie si sommano alla pressione sui prezzi generata dall’aumento delle scorte, salite di 13,1 milioni di barili, più di quanto si aspettassero gli analisti.

Ricordiamo che l'OPEC, insieme alla Russia e ad altri Paesi produttori (che assieme compongono l’Opec+) ha deciso la riduzione dell'output di 9,7 milioni di barili al giorno. Ma evidentemente il mercato non ritiene questi tagli sufficienti a stabilizzare il mercato.

Quotazioni in calo

Nel frattempo sulla migliore piattaforma per trading online si vede che il Brent scende a 28,52 dollari al barile, cancellando i guadagni iniziali. Il WTI americano arretra a 19,61 dollari. Anche i titoli del settore petrolifero vanno in discesa in Borsa. Eni -3,3%, Saipem -5,4%, Tenaris -2,6%.

mercoledì 18 marzo 2020

Mercato petrolifero, secondo GS il crollo dei prezzi non è ancora finito

Per il mercato petrolifero il peggio potrebbe ancora non essere arrivato. Ne sono convinti gli analisti di Goldman Sachs, che hanno tagliato le previsioni sul prezzo del Brent del secondo trimestre fino a $ 20 al barile.
Secondo GS, la domanda globale dovrebbe subire un calo record di 1,1 milioni di barili al giorno (bpd), a causa della frenata economica globale innescata dall'epidemia di coronavirus. Se la previsione sull'andamento del mercato petrolifero fosse corretta, ciò significherebbe che il Brent giungerebbe al suo minimo dal febbraio 2002. Tale crollo sarebbe coerente con i precedenti grandi mercati al ribasso, vissuti nel 1999, 2009 e 2016.

Domanda e offerta sul mercato petrolifero

La domanda di petrolio potrebbe raggiungere il picco alla fine di marzo, a 8 milioni di barili al giorno. In questo modo si genererebbe un divario rispetto all'offerta (surplus rispetto alla domanda) di 3,9 milioni di bpd e 5,7 milioni di bpd rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre. Mentre la capacità di stoccaggio globale comprensiva della riserva strategica degli Stati Uniti, a circa 1.100 milioni di barili, potrebbe far fronte a questo surplus, questa capacità prima o dopo raggiungerà il limite.

La speranza

Un possibile fattore di sollievo arriverà dalla riduzione dell'offerta (magari grazie all'accordo OPEC+ o grazie al calo della produzione di olio di scisto), che potrebbe ridurre il surplus a 1,5 milioni di barili entro il quarto trimestre, quando i prezzi potrebbero tornare verso 30-40$ al barile.
Annotazione: prima di fare investimenti online, è opportuno conoscere bene gli strumenti. Qui si parla ad esempio del trading con medie mobili forex, ma i principi sono identici per qualsiasi tipo di mercato in cui operate.

Brent e WTI continuano a scendere

Nel frattempo, oggi le quotazioni sul mercato petrolifero continuano a scendere. Se prendiamo un broker qualunque dalla classifica piattaforme e siti trading, possiamo vedere che i prezzi del WTI sono scivolati a un minimo di 17 anni a 25,80 dollari al barile. Il Brent invece è stato scambiato in calo a 27,95 dollari al barile, dopo essere sceso al minimo dall'inizio del 2016.

venerdì 11 ottobre 2019

Petrolio, la quotazione del WTI ha invertito la rotta e continua a crescere

Il mercato del petrolio sta estendendo i recenti guadagni, sostenuto dai crescenti rischi sul lato dell'offerta per via delle tensioni in Medio Oriente, e dalla debolezza del dollaro. Anche l'ottimismo riguardo all'andamento dei negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti sostiene la marcia dell'oro nero.

Cresce il prezzo del petrolio

Il WTI (futures sul petrolio del NYMEX) ha beneficiato di una nuova ondata di acquisti e ha raggiunto i massimi livelli in otto giorni a 54,73 (suggeriamo di osservare il grafico con le candele heikin ashi). Le quotazioni sono riuscite a rialzare la testa dopo tredici sedute consecutive di ribasso. Al momento della stampa, WTI sta consolidando l'ondata di oltre il 2% vicino alla regione di 54,50, ancora in aumento + 1,80% nel giorno.

Andiamo per ordine. In cima alle preoccupazioni degli investitori c'è il pericolo di interruzione della fornitura, che è cresciuto dopo la notizia che una petroliera iraniana sarebbe stata attaccata da terroristi vicino alla città portuale dell'Arabia Saudita di Jeddah. Secondo i media iraniani l'esplosione è stata causata da missili che hanno subito gravi danni alla nave, mentre la National Oil Company (NOC) iraniana, nella sua dichiarazione, ha affermato che due missili hanno colpito la petroliera di proprietà dell'Iran facendola bruciare. Una certa quantità di petrolio si sta riversando nel Mar Rosso, anche se la situazione pare sia stata controllata.

Consiglio: se volete fare investimenti, valutate anche l'ipotesi di rivolgervi ad un buon forex broker senza spread zero.

Tensioni offerta e domanda

Sempre dal lato dell'offerta, altre preoccupazioni giungono dalle tensioni geopolitiche che continuano a minacciare di interrompere le forniture di petrolio dai produttori dell'OPEC. Ci riferiamo ai disordini politici in Iraq ed Ecuador. Come se non bastasse già tutto questo, va messo nel conto anche il conflitto turco-siriano che aggrava la situazione del Medio Oriente.

Un altro fattore di spinta per il petrolio è l'ottimismo che si respira attorno al nuovo round di negoziati commerciali in corso a Washington tra USA e Cina. Questo ha riacceso l'appetito al rischio del mercato, riducendo l'appetito per il dollaro USA (bene rifugio) e di conseguenza fornendo supporto al petrolio denominato in USD.

martedì 19 marzo 2019

Petrolio in rally dopo l'annullamento del vertice OPEC di aprile

Volano i prezzi del petrolio, che toccano nuovi massimi del 2019 grazie ai tagli dell'offerta dell'OPEC e al calo della produzione di Iran e Venezuela.

Niente vertice OPEC sul petrolio

L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha deciso di eliminare dal calendario il vertice di aprile (in realtà per la revoca manca ancora l’approvazione formale di tutti i Paesi membri, ma è cosa scontata). Questo significa che almeno fino ad inizio estate non ci saranno passi indietro sui tagli alla produzione. Arabia Saudita e Russia infatti hanno deciso di non procedere all'incontro, e il comitato di monitoraggio sui tagli ha raccomandato di cancellare l’appuntamento. Il motivo è che al momento domanda e offerta di mercato sembrano in equilibrio, spingendo quindi a rinviare ogni decisione sui tagli.

L'OPEC e un gruppo di produttori non affiliati, tra cui la Russia, ha deciso di ridurre l'offerta nel 2019, al fine di arrestare una brusca caduta dei prezzi iniziata nella seconda metà del 2018 (per via del boom della produzione negli Stati Uniti e dei timori di un rallentamento economico globale). Chi sa come funziona Indicatore momentum trading potrà ottenere interessanti spunti tecnici.

La reazione sui mercati

Il mercato ha accolto positivamente la notizia, così come un effetto benefico l'hanno avuta le sanzioni statunitensi contro le esportazioni di petrolio dall'Iran e dal Venezuela. Quest'ultimo ha sospeso le sue esportazioni di petrolio in India, una delle sue principali destinazioni. Intanto l'embargo contro il greggio di Teheran potrebbe diventare più rigido, se Washington attenuerà o revocherà le esenzioni ai maggiori importatori. Tuttavia la decisione si conoscerà soltanto a maggio.

Suggerimento: se non avete tempo per dedicarvi personalmente ai vostri trade, potreste trovare interessante leggere la guida come funziona etoro copy trader.

I future sul greggio Brent sono aumentati fino a toccare il massimo da novembre 2018 a quota $ 68,20. I futures statunitensi sul West Texas Intermediate (WTI) hanno toccato il massimo da novembre a $ 59,57. Il prossimo appuntamento interessante per gli analisti sono ora i dati riguardo alla produzione di greggio negli Stati Uniti. Dall'inizio del 2018 è cresciuta di oltre 2 milioni di barili al giorno, rendendo gli Stati Uniti il ​​maggiore produttore mondiale davanti a Russia e Arabia Saudita. La produzione settimanale e i dati sulle scorte saranno pubblicati dall'EIA mercoledì.

domenica 29 aprile 2018

Mercato del petrolio, il focus si sposta sulla questione Iraniana

E' stata un'altra settimana intensa per il mercato del petrolio, che alla fine chiude con un sostanziale pareggio il proprio bilancio. Dopo il rally impetuoso dei giorni precedenti, il prezzo dell'oro nero Brent è rimasto in area 75 dollari al barile, livello che era stato superato per la prima volta dopo 4 anni. A New York invece il WTI americano è stato scambiato a 67,99 dollari al barile, rimanendo in prossimità dei massimi quadriennali sopra i 69 dollari toccati la scorsa settimana.

I driver del mercato del petrolio

L'influenza sull'andamento recente del mercato è stata esercitata soprattutto dai dati relativi agli stock da parte del Dipartimento di energia degli Stati Uniti. La scorsa settimana le scorte di greggio degli Stati Uniti sono cresciute a sorpresa per via dell'aumento delle importazioni. Gli analisti si aspettavano un calo di 2,20 mb secondo le stime di consenso riportate da Bloomberg. Complessivamente la produzione negli Stati Uniti è salita del 14,3% su anno. Proprio questa impennata sta mettendo sotto pressione l'OPEC, che è riuscito a risollevare i prezzi grazie aun intenso programma di tagli produttivi.

La questione dell'Iran


L'attenzione del mercato rimane al momento sul rischio geopolitico, in special modo quello riguardante il destino dell'accordo internazionale sul nucleare iraniano (raggiunto nel 2015). Trump presto dovrebbe annunciare un ritiro degli Stati Uniti dall'accordo al termine dei difficili negoziati tra Iran e Gruppo 5+1 (Germania, Cina, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Russia). Questa rottura potrebbe far scattare nuove sanzioni economiche contro la Repubblica Islamica. Cosa c'entra col petrolio? Tantissimo, visto che parliamo di uno dei principali membri del cartello dell'OPEC. L'effetto sulla mercato del petrolio potrebbe essere notevole (chi conosce cos'è lo slippage trading e come evitarlo è avvertito). La data da cerchiare in calendario è il 12 maggio, giorno che potrebbe essere molto teso per i mercati.

Un eventuale contraccolpo sul mercato dell'oro nero significherebbe poi avere ricadute a pioggia anche in altri ambiti. Nel mercato valutario ad esempio, per via delle forti correlazioni di alcune economie con l'andamento del mercato del petrolio (Russia, Messico, Brasile, Canada, Norvegia). A prescindere che si negozino lotti, minilotti, microlotti trading bisognerà fare quindi molta attenzione a ciò che succederà tra un paio di settimane.

martedì 14 novembre 2017

Prezzi del petrolio in calo malgrado i dati OPEC

L'OPEC rivede al rialzo le previsioni di crescita della domanda petrolifera, ma il primo giorno di contrattazioni sui mercati si chiude sostanzialmente in modo neutrale per Brent e WTI. Lunedì infatti i future sul petrolio statunitense con scadenza a gennaio hanno chiuso a 56,97 dollari, con un calo dello 0,02%. Più marcata invece la discesa del Brent, che marca 63,10 dollari con un calo percentuale di 0,49. Secondo le previsioni dell'OPEC, nel 2018 la domanda di petrolio aumenterà di 1,51 miliardi di piedi cubi. Inoltre sostiene che l'accordo raggiunto con gli altri paesi produttori per tagliare la produzione ha favorito la riduzione delle scorte e di conseguenza un ampio deficit dell’offerta per il prossimo anno. Secondo un'altra stima del cartello, l'offerta dovrebbe giungere a 870.000 barili al giorno, in calo di 70.000 rispetto alle previsioni precedenti.

Prezzi giù malgrado l'OPEC

Le dichiarazioni rialziste dell'OPEC e la reazione dei mercati fa capire che probabilmente gli investitori hanno già scontato queste notizie sul prezzo. I fondi speculativi sono in possesso di posizioni long che hanno raggiunto livelli massimi storici, e ciò potrebbe segnalare un mercato in condizioni di iper comprato. Basta definire il giusto settaggio Stocastico (5 3 3 o 20 5 5 scalping) per evidenziare proprio una situazione di questo tipo. E in tal caso, gli investitori ai livelli di prezzi ai quali ci troviamo preferiranno acquistare in corrispondenza di pullback su un livello di supporto piuttosto che inseguire il trend ascendente.
Del resto anche dal punto di vista tecnico ci sono ulteriori conferme. A metà settimana scorsa c'è stato un massimo con inversione del prezzo di chiusura sui grafici giornalieri di WTI e Brent, che ha mandato un segnale ribassista confermato poi ieri. Anche dall'indicatore macd segnali operativi in senso ribassista non mancano. Questo fa ritenere che forse agli attuali livelli di prezzo le vendite potrebbero prevalere sugli acquisti. Magari potremmo assistere ad una correzione più o meno della metà rispetto all'ultimo rally dei prezzi.

domenica 21 maggio 2017

Mercato petrolifero in ascesa. Trader concentrati sulla riunione OPEC

Per il petrolio è stata un'altra settimana molto intensa. Il nodo cruciale è come sempre l'accordo OPEC per l'allungamento del piano di tagli alla produzione nel mercato petrolifero almeno fino alla fine del 2017. Settimana scorsa i mercati avevano reagito bene all'indiscrezione secondo la quale l’Opec starebbe prendendo in considerazione anche l’ipotesi di un possibile rafforzamento del piano per ridurre la produzione di greggio. Non a caso i future sul petrolio WTI avevano chiuso la settimana a 50,67 dollari, mentre quelli sul Brent avevano chiuso a 53,76 dollari. Entrambi in rialzo di oltre 2 punti percentuali.

Le due spinte al mercato petrolifero

A inizio settimana c'è stato un accordo fra Arabia Saudita e la Russia (paese esterno all’Opec) per estendere il piano di tagli della produzione del mercato petrolifero fino al marzo 2018. La notizia ha colto di sorpresa i trader, che si aspettavano un prolungamento, ma non immaginavano che sarebbe stato proposto per 9 mesi, fino a marzo 2018. E soprattutto sono stati colti di sorpresa dalle dimensioni dello stesso, che probabilmente verrà aumentato.

Questo ha spedito il petrolio dritto tra gli asset persenti nelle opzioni binarie strategie vincenti elaborate dagli investitori. A spingere verso l'alto i prezzi c'è poi il fatto che la diffusione di dati sulle scorte statunitensi segnalano una flessione per la sesta settimana consecutiva (calo di 1,8 milioni di barili, al di sotto dei 2,4 milioni previsti). Il dato sarebbe ribassista, ma contemporaneamente c'è stato anche un forte incremento nell’attività di raffinazione, che ha finito per alimentare l’entusiasmo dei rialzisti.
La società di servizi petroliferi di Houston Backer Hughes ha infatti annunciato un incremento del numero di piattaforme salite di 15 unità, per un totale di 901 pozzi. Appena un anno fa erano 404. Il conto è salito per la 18esima settimana consecutiva.

Cosa accadrà adesso? Quali segnali trading gratis sicuri riceveremo? Molto dipenderà da come procederà la marcia di avvicinamento alla riunione Opec del 25 maggio. Se la prospettiva di un nuovo accordo si farà sempre più concreta, è probabile che il mercato continuerà a vivere una fase rialzista. Dimensione e durata del rally saranno determinati da quanto lunga si profilerà l'estensione del piano, e ovviamente dal suo ammontare.

mercoledì 17 maggio 2017

Petrolio, scorte nei paesi Osce a livelli da record. Il piano OPEC è fallito

I dubbi sulla reale efficacia dell'accordo OPEC stanno turbando il mercato. Nella giornata di martedì, il rapporto pubblicato dell'Agenzia degli Stati Uniti per l'Informazione sull’Energia (Eia) ha provocato un ribasso della quotazione dell'oro nero, proprio a causa delle perplessità espresse dall'ente americano. Anche se l'intesa raggiunta a novembre scorso tra i produttori dovesse essere prorogata, non è detto che servirà davvero a spingere verso l'alto la domanda.

Andamento del mercato del petrolio

La reazione sui mercati è stata chiara. Il Wti con scadenza a luglio ha chiuso a quota 49,00 dollari, perdendo lo 0,33% (suggeriamo di osservare il grafico con l'ausilio dell'oscillatore Gator, cos'è e come si usa è spiegato qui). Il Brent con scadenza ad agosto invece ha chiuso la sessione poco sotto quota 52 dollari, anche in questo caso in calo rispetto al giorno precedente (-0,19%). E va pure sottolineato che nel tardo pomeriggio c'è stata una ripresa che ha quasi dimezzato le perdite.

Dal punto di vista tecnico, il prezzo del Wti ha manifestato l'incapacità di superare la resistenza strategica compresa tra i 49,29 dollari e i 50,51 dollari, per cui potrebbe anche esserci un pullback verso il basso. Anche il Brent rimane sotto pressione, e se le cose non dovessero migliorare potrebbe presto scendere sotto quota 50 dollari, diciamo tra 49,64/48,93 dollari al barile (in questo caso suggeriamo di sfruttare il Forcone (pitchfork) di Andrews).

I dati dell'EIA sul petrolio


L'EIA ha messo in evidenza l'andamento del mercato degli ultimi mesi. Quando a novembre scorso l'Opec e altri paesi produttori raggiunsero un accordo per ridurre la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno (valido da gennaio a giugno 2017), si ebbe un primo impatto positivo sulla quotazione dell'oro nero. Col passare del tempo però s'è visto che si trattava solo di un effetto transitorio.

Se l'obiettivo era la diminuzione delle scorte di greggio per portarle alla media degli ultimi cinque anni, l'accordo di Vienna ha fallito. Secondo i dati dell'Eia infatti, durante il mese di marzo nei trentacinque paesi dell’Ocse le scorte di greggio hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Altro che riduzione! Non solo. L'EIA sottolinea come domanda e offerta sono fondamentalmente in equilibrio, ragion per cui se si vuole abbattere il valore delle scorte, occorre indurre una situazione di eccesso di domanda. E l'unico modo è continuare a ridurre la produzione.