Il prezzo dell’oro ha finalmente sfondato il muro dei 2.000 dollari l’oncia, dopo una corsa che da inizio anno lo ha portato a guadagnare oltre il 30%. Il prezzo del gold metal si sta muovendo al rialzo costante dalla metà di marzo. Da quando cioè siamo entrati nella fase acuta della pandemia, e sono scattati i primi lockdown in Europa.
La corsa del prezzo dell'oro
Va precisato che se in termini nominali il valore fissato dal metallo giallo a quota 2040 si tratta di un record storico, in realtà non si può ancora parlare di record in valore reale, ossia tenendo conto dell’inflazione. Ma sono dettagli che interessano poco agli speculatori. Le quotazioni del metallo giallo soprattutto nelle ultime tre settimane hanno avuto una poderosa accelerazione. Basta pensare che a metà luglio il prezzo dell'oro era sui 1.800 dollari l’oncia, poi ha stampato una candela Marubozu rialzista. I driver del gold
L'oro sta beneficiando del suo tradizionale ruolo di bene rifugio, un poco appannato verso inizio anno.
A spingere la corsa del metallo prezioso sono diversi elementi. A cominciare dai rendimenti reali negativi che caratterizzano questo periodo. Ciò rende l’oro, in quanto riserva di valore, più interessante. Il gold però è anche un veicolo per proteggersi dalla inflazione, che erode il valore di ogni asset ad eccezione di quelli che come l'oro riescono a conservare il proprio valore nel breve termine.
Altri fattori di spinta
Un altro fattore che sta trascinando il prezzo dell'oro è la debolezza del dollaro (a proposito, qui si parla delle valute più scambiate e volatili forex). Da diverse settimane il biglietto verde sta perdendo progressivamente forza. Questo sia per i timori legati all’epidemia, sia per l'imminente appuntamento con le presidenziali USA (che danno incertezza), sia per i tassi di interesse reali, sia per la risposta fiscale e monetaria alla crisi. L'oro debole catalizza la richiesta di oro, che è espresso in dollari e quindi diventa più a buon mercato, verso l'alto.
L'oro sta beneficiando anche del suo ruolo di riequilibratore del portafoglio. In pratica per compensare il rischio azionario, gli asset a reddito fisso stanno sempre più facendo fatica a svolgere il compito (a causa dei rendimenti reali). L’oro invece no.
Nessun commento:
Posta un commento