Nell'ultimo periodo, diverse commodity hanno marciato al rialzo e si sono allontanate dai minimi pluriennali. Un esempio è il caffè, che ha chiuso settimana scorsa a 126,35. Il fatto che diverse materie prime stiano seguendo una traiettoria al rialzo, fa immaginare che ciò possa essere conseguenza di un’economia che potrebbe riprendersi dopo i disastri da Covid. Del resto le curve predittive dell’economia globale, evidenziano che già dall’ultimo trimestre di quest’anno, al massimo il primo del successivo, il ritmo della ripresa potrebbe accelerare.
Le commodity: il caffé
Tornando al mercato del caffé, ci sono però ancora tre elementi che preoccupano gli investitori. Anzitutto un fattore climatico. Il fronte freddo che si sposta da sud a sud-est, porta basse temperature e pioggia nelle principali zone produttrici di caffè del Brasile, che è il leader mondiale di questa commodity. Tutto da definire però è l'impatto che questo potrebbe avere sulla produzione. Chiaramente meno prodotto significa pressione al rialzo sui prezzi.
In secondo luogo l'andamento del dollaro rispetto al real brasiliano. La valuta sudamericana si è costantemente indebolita rispetto al dollaro USA dal 2011, il che ha pesato sul prezzo dei chicchi di caffè. Un rimbalzo del real brasiliano rispetto al dollaro USA potrebbe avere l'effetto opposto. In questo senso bisognerà tenere d'occhio la correlazioni forex tra valute correlate. In terzo luogo la situazione dei futures in scadenza a settembre sulla piazza di New York.
Il prezzo volatile
Nel frattempo, dall'inizio dell'anno il prezzo della commodity caffé ha ballato parecchio. Ha registrato infatti un minimo a 96,30 (giugno) e un massimo a 137,80. Le candele Heikin ashi evidenziano una slancio del prezzo. Non c'è dubbio che nelle ultime settimane c'è stata una ripresa, con diversi pattern che costruiscono una base solida per la ripartenza di lungo termine.
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