lunedì 28 settembre 2020

Mercati valutari, cosa dobbiamo aspettarci dal dollaro nei prossimi giorni?

Si apre una settimana importante per i mercati valutari, dopo che quella appena passata ha sancito il ritorno a gran forza del dollaro USD. Il biglietto verde è salito ancora, proseguendo un'ascesa iniziata da diversi giorni, fino a toccare il massimo a due mesi contro la valuta unica. I prossimi giorni ci daranno altre indicazioni importanti sullo stato di salute delle due valute più importanti al mondo.

Dati macro e mercati valutari

Mentre il dollaro ha potuto beneficiare di dati macro positivi (mercato del lavoro a parte), l'Europa ha dovuto fare i conti con una crescita dell’attività economica che ha visto a settembre una battuta d’arresto. E' stato soprattutto il comparto servizi a zavorrare l'Eurozona. Questo ha accresciuto le preoccupazioni tra gli investitori dei mercati valutari, sul fatto che le nuove misure restrittive per combattere il Covid (i cui contagi sono in preoccupante ascesa), possano avere forti ripercussioni sulla ripresa economica in corso. In special modo sul mercato del lavoro e sul Pil.

Se finora molti analisti dei migliori siti Forex gratis avevano puntato su una ripresa più rapida e vigorosa dell’Eurozona rispetto agli Stati Uniti, gli ultimi eventi e dati stanno facendo vacillare questa convinzione.

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Appuntamenti della settimana

Per questo ci sarà molta attenzione alle parole di Christine Lagarde. La presidente della BCE sarà lunedì in audizione al Parlamento Europeo. In ordine di tempo, sarà il primo evento interessante per i mercati valutari.
Ma l'agenda settimanale prevede anche altri appuntamenti da seguire. A cominciare dagli indici dei direttori agli acquisti rilevati dagli istituti cinesi Cina Federation of Logistics & Purchasing (CFLP) e la Cina Logistics Information Centre (CLIC), cui seguiranno nella stessa giornata quelli del gruppo indipendente Caixin.

Il dato clou della settimana è però atteso venerdì, ovvero i non-farm payrolls statunitensi di settembre. Le attese sono per una diminuzione dei posti di lavoro creati nell’ultimo mese al di sotto del milione di unità (913 mila, rispetto a 1,02 milioni di agosto), indice di un mercato del lavoro Usa ancora in lenta ripresa dalla crisi.

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