Negli ultimi tempi, quasi tutti i prezzi delle materie prime sono andati al rialzo. Non fa eccezione lo stagno, le cui quotazioni sono salite in modo inesorabile nell’ultimo anno, e soprattutto nell'ultimo semestre. Non solo per questioni legate all'andamento della domanda e dell'offerta, ma anche per via dell'azione degli speculatori.
Lo stagno come gli altri prezzi delle materie prime
Partiamo dai dati, ricorrendo a quelli miglior broker di trading online sui prezzi delle materie prime. Settimana scorsa, lo stagno negoziabile sul London Metal Exchange (LME) ha toccato 30.650 dollari per tonnellata. Si tratta della quotazione più elevata mai raggiunta negli ultimi 10 anni.
Bisogna peraltro sottolineare che il prezzo cash è ancora più elevato, visto che si trova a circa 2.000 dollari in più.
Nota operativa: una delle cose più interessanti da conoscere quando si specula sui prezzi delle materie, è l'evening star pattern trading.
Dove viene utilizzato...
Ma cos'è che spinge la domanda di stagno?
Tutti conoscono cos'è, ma si limitano a identificarlo con il metallo utilizzato per le scatolette di alimenti, o per le saldature.
Nel primo caso la convinzione non è proprio corretta, visto che ormai da molti anni la banda stagnata è stata sostituita da resine. Per questo motivo, la domanda di stagno per rivestimenti di scatolette è praticamente irrisoria.
Ha invece pienamente ragione di ritiene che lo stagno sia elemento chiave per le saldature. Ed è proprio questo ambito di applicazione che ha spinto il prezzo.
Infatti la fortissima crescita dell’industria elettronica e, in particolare, dei semiconduttori, ha fatto schizzare anche la domanda di stagno. E per questo motivo la sua quotazione si è mossa in forte rialzo, come accaduto a molti prezzi delle materie prime.
Tale settore assorbe circa la metà di tutto lo stagno consumato a livello globale. La domanda di questo metallo nel 2019 è stata di 359.000 tonnellate.
Offerta carente
Bisogna aggiungere poi che dal lato dell'offerta, la situazione è carente. Le scorte ormai sono bassissime. Appena 1.235 tonnellate nei magazzini LME.
Riguardo all'offerta, va rimarcato che in questo settore non operano multinazionali minerarie. La produzione infatti è prevalentemente realizzata da poche aziende, in buona parte anche nel settore minerario artigianale.
Tenuto conto di questo, il deficit di offerta potrebbe ancora crescere, e i prezzi salire.
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