E' pesantissimo il bilancio del Covid sul settore terziario italiano. La pandemia ha drasticamente fatto crollare i consumi degli italiani, con forti ripercussioni sia sul fatturato delle aziende, sia sul mercato del lavoro.
Covid, terziario e consumi
Secondo un report di Confcommercio, ben 130 miliardi in meno nel corso del 2020. Il rapporto dell'Ufficio studi evidenzia la prima grande crisi del terziario di mercato, che dopo 25 anni di crescita ininterrotta, ha subito una battuta d'arresto. Il profondo calo dei consumi si è peraltro concentrato in pochi settori. Infatti l'83% (ossia 107 miliardi) coinvolge soltanto abbigliamento e calzature, trasporti, ricreazione, spettacoli e cultura e alberghi e pubblici esercizi.
La cosa altrettanto grave è che il terziario aveva dato sempre un maggior contributo al Pil italiano e alla nostra occupazione. Il Covid ha inevitabilmente arrestato questo processo, rimettendo in discussione il ruolo del terziano rispetto a manifattura e agricoltura.
Settori più colpiti
I maggiori cali si registrano nella filiera turistica (-40,1% per i servizi di alloggio e ristorazione), che ovviamente hanno risentito più di tutti gli effetti dei lockdown sui consumi.
Ma un calo pesantissimo ha riguardato anche le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (-27%). Forte, ma più contenuto, il calo avvertito nel settore dei trasporti (-17,1%).
Nel commercio le cose sono andate un po' meglio, soprattutto per la tenuta del dettaglio alimentare. Alla fine le perdite sono state del -7,3%.
Forse interessa: turismo in crisi da Covid, per la ripresa ci vorranno anni.
Le ripercussioni sul lavoro
Questo crollo ha avuto conseguenze anche sul mercato del lavoro. Infatti il numero di addetti è sceso di 1,5 milioni di unità, rispetto al totale complessivo di lavoratori persi pari a 2,5 milioni.
Anche in questo caso, la pesantezza della situazione è resa ancora più evidente dall'apporto che il settore dei servizi aveva dato alla nostra economia nel recente passato. Infatti tra il 1995 e il 2019, aveva generato quasi 3 milioni di nuovi posti di lavoro.
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