L'istituto nazionale di previdenza (INPS) ha resi noti i dati riguardanti il mondo del lavoro, relativamente all'intero periodo caratterizzato dalla pandemia. Si scopre così che tra l'ultimo trimestre del 2019, quando ancora non immaginavamo cosa sarebbe successo, e il primo trimestre del 2021, l'ultimo dei quali si hanno dati disponibili, il numero di occupati nel nostro Paese è calato del 2,8%. A pagarne il prezzo sono stati soprattutto i precari, le donne e gli autonomi.
Il quadro sul lavoro durante la pandemia
Il Rapporto annuale pubblicato da INPS evidenza che la diminuzione ha riguardato soprattutto i lavoratori indipendenti, che sono scesi del 5,1%. Inoltre il totale di ore lavorate di questa categoria è diminuito del 9.8%.Meno colpito è il settore dei lavoratori dipendenti, dove il calo complessivo è stato del 2,1%.
Nel complesso, considerando tutte le tipologie contrattuali, a fine febbraio 2021 - si legge - i posti di lavoro dipendente presso le aziende private risultavano diminuiti di 37.000 unità rispetto allo stesso momento dell'anno precedente.
Va anche rimarcato che nello stesso periodo, le nuove assunzioni sono scese di quasi un terzo rispetto al 2019. Inoltre quei fortunati che hanno mantenuto il lavoro, in molti casi hanno visto scendere le proprie entrate a causa della riduzione dei giorni di lavoro.
Licenziamenti in calo
La pandemia ha quindi dato una dura batosta al lavoro nel nostro Paese. Ma le cose sarebbero andate molto peggio senza il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione.
Infatti proprio il blocco voluto dal Governo (imposto durante il periodo marzo 2020-febbraio 2021), ha salvato circa 330.000 posti di lavoro. In special modo, questa misura di salvaguardia ha protetto in due terzi dei casi i lavoratori di piccole aziende (fino a 15 dipendenti).
Ricordiamo che questa misura è finita per le grandi imprese lo scorso primo luglio.
Complessivamente, le cessazioni da lavoro causa licenziamento si sono dimezzate. Rispetto infatti alla media annua di 560.000 che c'era nei 24 mesi precedenti la pandemia, si è scesi a 230.000 tra marzo 2020 e febbraio 2021.
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