Nei prossimi mesi, le banche centrali saranno ancora più determinanti per dare un indirizzo al cambio tra euro e dollaro. Sia la BCE che la FED cominceranno a ritirare le loro misure di stimolo economico. Tuttavia, non si conosce ne' con precisione quando, ne' quanto. Ed è tutta lì l'incertezza che avvolge il rapporto di cambio tra le due valute principali.
Euro-Dollaro e le banche centrali
Negli ultimi mesi l'euro-dollaro ha cambiato direzione diverse volte. Durante il primo periodo estivo il biglietto verde ha corso con vigore, sulla scia di una Federal Reserve che sembrava molto vicina a ridurre gli stimoli monetari.
In quelle settimane in cui la banca centrale americana sembrava più "falco", il cambio euro-dollaro è crollato da 1,226 a 1,166. Disegnava inoltre spesso delle morning evening star pattern.
Valuta unica in ripresa da fine agosto
Lo scenario è cambiato dalla fine di agosto, quando i dati sul lavoro negli States hanno fatto capire che la ripresa dell'economia cominciava ad accusare qualche battuta d'arresto. Anche sul fronte dell'inflazione, sono poi giunti dei segnali in tal senso che hanno ammorbidito la pressione sulla banca centrale americana.
L'euro-dollaro ha così reagito riprendendo quota, tanto da giungere a testare il limite di 1,19 dopo un altro deludente report sul lavoro statunitense.
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Le prossime mosse di BCE e FED
L'andamento ondivago della coppia potrebbe continuare sulla base dei prossimi dati macro. Questo perché ogni report sposta l'ago della bilancia delle mosse delle banche centrali. Se sono migliori del previsto, aumentano le prospettive da falco di BCE e FED. Se sono negativi, tolgono pressione a ciascuna banca centrale.
Anche se la BCE ha già “ricalibrato” il piano PEPP, il governatore Lagarde ha sottolineato che non è ancora tapering.
Intanto settimana prossima si riunirà di nuovo la FED. La banca centrale americana deciderà le prossime strategie monetarie, che secondo alcuni analisti potrebbero indirizzarsi verso l’inizio del processo di tapering a partire dal mese di novembre. Questo potrebbe rafforzare il dollaro sulla moneta unica.
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