lunedì 21 febbraio 2022

Prezzi dell'energia rischiano di bruciare 8 miliardi di PIL

A causa della corsa dei prezzi dell'energia, secondo Confesercenti l'inflazione in Italia potrebbe schizzare al 5,6% prima della fine dell'anno. Si tratterebbe di un livello record degli ultimi trent'anni.

PIL e prezzi dell'energia

La corsa dei prezzi dell'energia rischia di avere fortissime ripercussioni sul PIL. Secondo la federazione che rappresenta gli esercenti, uno scenario del genere finirebbe per gravare sull'economia italiana per circa 8 miliardi di euro. Denari sottratti al nostro prodotto interno lordo, e di conseguenza alla già faticosa ripresa economica post pandemia.

I dati shock

Secondo Confesercenti, gli interventi straordinari che sono stati varati dal governo hanno solo in piccola parte mitigato il problema del rialzo dei prezzi dell'energia.
I costi di elettricità e gas sono schizzati del 131% e del 94% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Si tratta di un incremento spaventoso, che per le imprese si traduce in un aumento annuo dei costi enorme.

E' stato calcolato che l'aumento sia pari a €12000 nel caso dei ristoranti e quasi 6 mila per un bar, ossia le due categorie più colpite.
Ma anche per i piccoli negozi di alimentari le cose non vanno meglio, visto che l'aumento potrebbe essere di circa 2000 euro.

Come affrontare il rincaro dei prezzi dell'energia

Per evitare questa stangata, secondo Confesercenti non bisogna agire sulla corsa dei prezzi soltanto con misure una tantum ma con interventi strutturali. La loro necessità è assoluta, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese.

In tal senso occorrono misure capaci di accelerare la riconversione in ottica green. Per farlo, suggerisce Confesercenti, si può attingere al maggiore introito che il caro carburante porterà nelle casse dello Stato.
Si tratta di circa 2,7 miliardi di euro, che sono frutto delle accise sui carburanti. Questo tesoretto dovrebbe essere dirottato sulle piccole e medie imprese per interventi strutturali.

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