Il piano UE contro il caro prezzo del gas
A tal fine la Commissione Europea ha presentato il piano RePowerEU, che dovrebbe riuscire a ridurre di due terzi la dipendenza dal gas russo. Tenuto conto di quanto sta correndo il prezzo del gas dopo l'invasione in Ucraina, il piano si rende assolutamente necessario soprattutto per ricostituire le scorte in vista del prossimo inverno.Oltre alla Russia, i principali fornitori di gas dell'Unione Europea sono la Norvegia 23% e l'Algeria 12%. In misura minore ci riforniamo anche dagli Stati Uniti e dal Qatar.
Va pure aggiunto che la Russia e anche il principale fornitore di petrolio dell'Unione Europea, con il 27%.
Questi numeri fanno capire perfettamente il motivo per cui il prezzo del gas è volato dopo l'invasione russa in Ucraina, come si vede su qualsiasi piattaforma trading online gratis.
La strategia dell'Unione Europea
Ma cosa prevede il piano dell'Unione Europea?
La strategia della Commissione UE si fonda essenzialmente sulla diversificazione degli approvvigionamenti. Da una parte si punta ad incrementare le importazioni di gas naturale liquefatto da parte di altri fornitori, mentre dall'altra si rafforzerà l'impegno verso le energie rinnovabili.
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Lo stoccaggio
Sotto il primo. È necessario agire sulle capacità di stoccaggio, che se aumentate potrebbero mitigare rapidamente la crescita del prezzo del gas. L'obiettivo che si propone la commissione è di arrivare a un riempimento del 90% entro l'inizio del mese di ottobre di ogni anno. L'inverno farebbe così meno paura.
Le rinnovabili
Riguardo al secondo aspetto, ossia l'aumento delle rinnovabili, si guarda in particolar modo al biometano e all'idrogeno rinnovabile. Il piano della Ue vuole raggiungere i 35 miliardi di centimetri cubici di produzione di biometano entro il 2030. Il doppio degli attuali obiettivi. Altri 15 milioni di tonnellate di idrogeno potranno alleviare ulteriormente la nostra dipendenza dal gas russo entro il 2030.
Sempre riguardo alle rinnovabili, l'Unione Europea vuole che ognuno dei paesi membri identifichi dei progetti per accelerare la transizione energetica e la realizzazione di nuovi impianti.
No agli Eurobond
Infine riguardo agli eurobond è stato chiarito che non esiste alcun progetto riguardo al debito comune per rispondere alla crisi energetica e alla corsa del prezzo del gas e del petrolio.
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