mercoledì 2 marzo 2022

Mercato dell'auto. In Italia anche i numeri di febbraio sono negativi

Il mercato dell'auto continua a evidenziare grandi difficoltà. Gli ultimi numeri relativi al settore sono stati diffusi dal Ministero dei Trasporti. Nel mese di febbraio sono state vendute poco meno di 111mila auto. Si tratta del 22,6% in meno rispetto allo stesso mese del 2021.
Se consideriamo invece il primo bimestre dell'anno, le immatricolazioni sono scese del 21,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Cosa succede al mercato dell'auto

Questi numeri evidenziano le difficoltà che sta attraversando il mercato dell'auto, paralizzato in particolar modo dalla carenza di chip e semiconduttori

Del resto si tratta di un problema che non affligge soltanto il mercato dell'auto in Italia, bensì tutto il settore a livello europeo. Incluso i colossi come Mercedes, BMW e Volkswagen, pesi importanti quando si fanno nel DAX analisi tecnica previsioni.

I dati di Stellantis

Per quanto riguarda Stellantis, i numeri sono altrettanto negativi. A febbraio le immatricolazioni non hanno raggiunto le 42 mila unità, quasi un terzo in meno rispetto a febbraio 2021.
Nel primo bimestre dell'anno, il totale delle immatricolazioni di veicoli Stellantis è stato inferiore del 28% rispetto al primo bimestre del 2021.

Nonostante questi numeri, l'amministratore delegato dell'azienda, presentando il piano strategico, ha confermato l'obiettivo di raddoppiare i ricavi netti del gruppo entro il 2030 e ottenere margine di reddito operativo rettificato in doppia cifra per tutto il decennio.
L'attualità però è meno entusiasmante. Infatti lo stabilimento di Melfi ha annunciato un nuovo stop della produzione, per via della carenza di semiconduttori. Durante tutta questa settimana l'attività verrà sospesa su tutto lo stabilimento.

Annotazione: tra i vari titoli del mercato dell'auto, si può negoziare anche Stellantis sulle migliori piattaforme trading gratis.

Richiesta di incentivi

Le difficoltà del mercato dell'auto continuano nel frattempo a spingere le associazioni dei lavoratori e delle aziende a chiedere che il governo intervenga con degli incentivi per il settore. Infatti ritengono che lo stanziamento di un miliardo all'anno, che è stato annunciato per il 2022, non possa essere sufficiente ad un rilancio.

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