La crisi che sta attraversando il settore dell'automobile non riguarda solamente i player europei, ma quelli di tutto il mondo. Perfino il colosso giapponese Nissan si trova a che fare con un bilancio pessimo, al punto da dover intervenire con un maxi piano di risanamento per evitare il compasso finanziario.
Un terribile bilancio
L'anno fiscale 2024-2025 è stato chiuso da Nissan con una perdita netta di bilancio pari a 671 miliardi di yen, che al cambio attuale sono oltre 4 miliardi di euro. Si è trattato del peggior risultato mai raggiunto nella storia del gruppo nipponico.
Il tentativo di fondersi con l'altro marchio storico Honda è fallito per via di divergenze riguardo al taglio dei costi, e così la casa giapponese si è trovata di fronte ad uno scenario drammatico da dover affrontare da sola.
Il maxi piano di Nissan
A pressare enormemente sul management della casa giapponese sono i 5,6 miliardi di dollari di debiti che vanno in scadenza il prossimo anno. Senza un rapido risanamento dei conti, il tracollo finanziario si avvicinerà sempre di più. Ecco perché la casa automobilistica giapponese ha messo a punto un piano straordinario che mira a raccogliere oltre 1000 miliardi di yen, ossia 7 miliardi di dollari. Un piano che si articola in emissione di titoli, dismissioni e finanziamenti garantiti.
Obbligazioni in rampa di lancio
Il fulcro di questo piano prevede l'emissione di un prestito obbligazionario e altri strumenti convertibili fino a 630 miliardi di yen, oltre ad un prestito sindacato da un miliardo di sterline garantito da UK Export Finance, un'agenzia governativa del Regno Unito che supporta l'export.
Le dismissioni dell'azienda
Un'altra parte del piano prevede la vendita di alcune partecipazioni detenute dal gruppo Nissan. Quella ad esempio in Renault, posseduta al 15%, e quella in AESC Group, azienda che produce batterie.
Ma nel calderone potrebbero finire anche degli impianti produttivi in Sudafrica in Messico, oltre alla sede centrale di Yokohama ed alcune proprietà immobiliari negli Stati Uniti. Proprio la cessione della sede di Yokohama rappresenta il simbolo più doloroso della crisi della casa automobilistica giapponese, visto che fu l'emblema del rilancio aziendale del 2009.