I continui segnali favorevoli che giungono dal fronte caldo dell'inflazione dovrebbero spingere la Banca Centrale Europea a tagliare nuovamente i tassi di interesse nella prossima riunione. Probabilmente a giugno verrà fatta un'altra sforbiciata per 25 punti base.
Inflazione, dazi e tassi di interesse
La banca di Francoforte ha due esigenze importanti quando decide di muovere i tassi di interesse. Quella prioritaria è riportare l'inflazione stabilmente verso l'obiettivo del 2%, ma al tempo stesso i policy makers europei non devono deprimere l'economia che già manifesta segnali di incertezza. Sotto questo aspetto sono molto importanti le novità giunte negli ultimi giorni dal fronte della battaglia commerciale. Gli accordi Stati Uniti con UK e Cina fanno pensare che l'Europa possa essere la prossima a trovare un'intesa con Trump. Ciò eliminerebbe un fattore di rischio dell'economia.
Nessuna necessità di accelerare
La conseguenza sarebbe che la Eurotower avrebbe molte meno pressioni di ridurre più rapidamente possibile il costo del denaro per stimolare la crescita. Nell'ultimo periodo infatti diversi analisti hanno considerato come concreta la possibilità che la BCE potesse spingere sull'acceleratore dei tagli, dopo le sette riduzioni consecutive già effettuate. Il tasso di interesse attualmente è al 2,25%, e dovrebbe essere portato al 1,75%, subito dopo l'estate. Entro fine anno è atteso un altro taglio fino al 1,5%.
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Gli ultimi report sull'inflazione
Come dicevamo, la priorità della Eurotower è l'inflazione, che sta marciando da diverso tempo verso il target. Nel mese di marzo il tasso annuo è sceso al 2,2%, con un raffreddamento evidente anche nella sua componente core. La stessa BCE ha ammesso che il percorso di disinflazione è ben avviato.
L'euro rispetto al dollaro
C'è però da considerare anche il ruolo dell'euro. La valuta unica negli ultimi mesi si è apprezzata rispetto al Dollaro. Il cambio EUR/USD viaggia verso 1,10 dopo aver disegnato un testa e spalle trading, e questo rafforzamento ha reso più convenienti le importazioni aiutando anche a contenere l'inflazione. Tuttavia una valuta troppo forte frena la competitività dell'export. Proprio per questo motivo i segnali di schiarita dal fronte della battaglia dei dazi sono molto importanti, perché riducono questo effetto negativo dell'apprezzamento valutario.