Le promesse disattese di Trump
Senza grosse mosse concrete, è difficile incantare i trader che i piani di de-regulation e di investimenti nelle infrastrutture appariranno da un momento all'altro. I mercati sono stanchi di aspettare e concedere fiducia a scatola chiusa. Vogliono risultati.L'unico raggiunto finora è stato ottenere il via libera allo smantellamento dell'Obamacare. Riguardo alle tasse invece, siamo fermi all'annuncio di una riduzione della imposta societaria del 20% al 15%. Mancano invece all'appello deregulation, rimpatrio di migliaia di miliardi di dollari di profitti societari e un maxi programma di investimenti nelle infrastrutture.
Si spiega così l'andamento degli ultimi 6 mesi del Dollar Index, che misura la variazione della moneta statunitense contro altre 6 valute principali. Nel periodo post-Trump ha guadagnato quasi l'1,7% e le previsioni euro dollaro (Eur-Usd) 2017 vedevano grandi aspettative per il dollaro. C'era addirittura chi pronosticava il raggiungimento della parità nei primi mesi del nuovo anno.
Nel trimestre febbraio-aprile invece le cose sono andate in senso opposto. Il Dollar Index ha perso l'1% scivolando di nuovo sotto quota 100. E sono diventate un ricordo tutte quelle volte che - nel primo periodo - s'è visto un oscillatore stocastico trading in costante territorio di ipercomprato.
C'è un altro aspetto che fa capire quanto Trump abbia perso appeal. Da punto di vista dei trader, il presidente USA è sempre meno il fulcro dell’attenzione dei mercati. Il suo posto l'ha infatti preso la Fed. Sono le decisioni sui tassi che la Federal Reserve ha preso e prenderà ad orientare i movimenti, specie sul mercato valutario.
Nessun commento:
Posta un commento