venerdì 20 marzo 2020

Consumi e panico da Covid-19: non serve cambiare durante l'emergenza, la fornitura è regolare

Anche se si sono viste scene di panico ai supermercati, sarebbe bene che i nostri consumi non cambiassero, durante questa fase delicata della lotta al Coronavirus. L'esaurimento di alcuni prodotti non è collegato alla fornitura, ma alle razzie fatte da chi si è lasciato andare all'isteria. La fornitura invece è costante e regolare, a pochi giorni dal decreto del Governo Conte.

Consumi e abitudini

E' chiaro e comprensibile che garantirsi i consumi sia il primo pensiero di chi è costretto a stare a casa tutto il giorno, con l'incubo che da un giorno all'altro gli approvvigionamenti e la disponibilità dei beni di prima necessità possano mancare. Ma non sarà così, a meno di tragiche (e molto improbabili) evoluzioni negative nella lotta al Covid. Il panico ha già portato all’assalto dei supermercati, modificando le abitudini degli italiani rispetto alla spesa.

Secondo una indagine recente dell’ufficio studi di Confagricoltura, i cibi maggiormente acquistati (fonte Nielsen) rispetto allo scorso anno sono quelli a lunga scadenza facilmente conservabili, come riso (+33%), pasta (25%), scatolame (+29%), derivati del pomodoro (+22%), sughi e salse (+19%).

Il lavoro che cambia

Se il rifornimento dei supermercati è ancora possibile, lo si deve a chi di fronte all'emergenza sanitaria continua a lavorare. Perché alcuni settori non possono e non devono fermarsi. La produzione ha sicuramente rallentato anche in questi ambiti, ma viene comunque portata avanti nel rispetto della salute dei lavoratori. Per garantire le distanze di sicurezza, in molti casi le aziende hanno ridotto la presenza oraria del personale, ma rimangono aperte 24 ore al giorno per garantire a tutti noi la costanza dei livelli di consumi. Le maestranze fanno dei turni anche impegnativi, ma almeno sono in sicurezza.

Intanto l'intervento della Commissione europea garantisce che le merci possono circolare, perché non si può spezzare la catena alimentare all’interno dell’Europa. Anche per questo le scorte non preoccupano.

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