Il tema del
lavoro è quello che sta maggiormente a cuore agli italiani, al punto che
siamo i primi in Europa per il timore di perderlo. Valeva già prima dello scoppio della pandemia, e ancora di più adesso che stiamo facendo i conti con una
crisi senza precedenti.
La paura di non avere più un lavoro
L'idea di perdere il posto nel post Covid si è radicata nei nostri pensieri. E non c'è da stupirsi, anche perché purtroppo per molti è diventata una cruda realtà durante la pandemia. Neppure le importanti
risorse messe in campo dalla BCE e dai Governi per
sostenere la ripresa e cercare di salvaguardare il mondo del lavoro, servono a rassicurare gli italiani. Secondo l'ultima edizione del
Randstad Workmonitor, l'indagine sul mondo del lavoro di Randstad,
ben 6 italiani su 10 teme di perdere il lavoro. Siamo primi in Europa. In tutte le altre nazioni europee non ci sono altri casi dove 6 su 10 dicono di vivere con questo timore. Anzi,
soltanto in Cina, Hong Kong e India - e nelle fasce più giovani di età - si arriva a picchi di 84%.
L'indagine
L'indagine del primo operatore mondiale nei servizi HR
è stata condotta durante il mese di maggio in 15 Paesi del mondo. Sono stati sentiti un campione di oltre 400 lavoratori di età compresa fra 18 e 67 anni per ogni nazione, che lavorano almeno 24 ore alla settimana e percepiscono un compenso economico. In Italia la
paura che il lockdown possa impattare sulle aziende terrorizza i dipendenti. Del resto l'impatto del Covid lo hanno vissuto sulla propria pelle, per via del
blocco al lavoro o - per i più fortunati - per
l'obbligo di cambiare le modalità per continuare a lavorare (per esempio lo
smart working).
Spunti interessanti
Lo screening sul lavoro evidenzia altre cose interessanti. Sappiamo che la
crisi ha imposto una svolta digitale e richiede modelli organizzativi più agili. Ebbene, il 70% dei lavoratori dichiara di essersi adattato alla nuova situazione lavorativa, e
l'80% si sente pronto alle nuove modalità di lavoro. Ma ancora più interessante è che secondo gli intervistati, cresce l'attenzione al benessere emotivo dei dipendenti (indicata dal 70% del campione) e al work-life balance (69%).
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