La Lira turca affoga nel Mediterraneo
La situazione molto tesa riguarda il Mediterraneo. Lo spiegamento di navi da parte della Turchia alla ricerca di petrolio e gas al largo di Cipro ha alimentato tensioni nella regione, dove un certo numero di paesi si contendono i diritti per le risorse di idrocarburi, spingendo l'UE a considerare nuove sanzioni ad Ankara. Le esplorazioni turche alla ricerca di gas sono previste fino al 2 agosto, ma la Grecia ha inviato una protesta formale. Secondo il presidente francese Macron: "Non è accettabile che lo spazio marittimo di uno Stato membro della nostra Unione venga violato o minacciato. Chi vi contribuisce deve essere sanzionato".La tensione però non finisce qui, perché un altro focoloaio di scontro riguarda la ex basilica bizantina Santa Sofia, per decenni museo e luogo di incontro tra culture, che è stata riconvertita a moschea da parte della Turchia.
Il calo sul mercato valutario
Il cambio Euro-Lira è salito fino a 8.0556, il livello più alto dalla crisi valutaria della Turchia avvenuta nell'agosto 2018 (quando arrivò fino a 8,2029 che è l'attuale record storico). La Lira ha perso circa il 7% contro l'euro negli ultimi due mesi, pur rimanendo stabile rispetto al dollaro USA (qui invece si parla delle previsioni euro real brasiliano).Questo stato di cose riflette la decisione della banca centrale turca di vendere decine di miliardi di dollari per stabilizzare il tasso di cambio col biglietto verde, e mantenerlo all'interno del Donchian channel. La conseguenza è un assottigliamento delle riserve in modo drastico. Per difendere il valore della Lira, le autorità turche sono intervenute chiedendo alle banche di coprire il rischio di cambio con contratti a termine. In questo modo la banca centrale sarebbe in grado di vendere meno delle sue riserve, perché la domanda è spostata sul mercato dei futures.
Ricordiamo che di recente la CBRT ha confermato all’8,25% il tasso di interesse principale (tasso repo a una settimana).
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