Il prezzo di Aspi (Autostrade per l'Italia) tiene ancora distanti le posizioni di Atlantia e CdP. L'azienda di infrastrutture ha bocciato "garbatamente" l'offerta preliminare di Cassa depositi e prestiti, ricevuta nella tarda serata del 19 ottobre e riguardante l'88% di Aspi, giudicandola ancora bassa.
Ancora incertezze sulla questione Atlantia

Il nodo del prezzo
Il problema che ostacola la cessione di Aspi è quindi il prezzo. Secondo CdP il valore di Autostrade per l'Italia S.p.A. oscilla tra 8,5 -9,5 miliardi. Ma da questo prezzo occorre togliere lo sconto manleva per eventuali ulteriori risarcimenti in relazione al crollo del ponte Morandi. Inoltre bisogna considerare l’accordo con il ministero sul piano di investimenti e sugli aumenti tariffari.
Polemiche e problemi
Si torna quindi a fare un passo indietro al tavolo delle trattative. Cdp nei prossimi giorni dovrà rimettersi a lavorare, se vorrà tornare all'attacco. Ma la strada è complessa, perché già emergono molti mugugni. I 5stelle sono contrari ad un'offerta vincolante, così come Aiscat, l'associazione dei concessionari autostradali. Ma la platea dei contrari potrebbe coinvolgere anche le Fondazioni azioniste di Cdp, sebbene non ancora manifestato all'esterno.
Ma attorno all'operazione c'è anche il dissenso delle opposizioni. Infatti se dovesse arrivare al traguardo, verrebbe creata una società ad hoc per rilevare Aspi, e di questa società sarebbero azionisti Cdp per almeno il 30%, mentre quote del 30% ciascuno farebbero capo a Blackstone e Macquarie, che insieme sarebbero in maggioranza. Secondo l'opposizione è una svendita agli stranieri.
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