Questi mesi caratterizzati dalla pandemia non sono stati facili per la BCE. Già normalmente il ruolo della Eurotower è così delicato da non ammettere errori. In tempi di Covid la responsabilità è addirittura moltiplicata. Specie nei confronti delle singole banche della Eurozona, anche perché con la pandemia il rischio di crediti deteriorati in bilancio è schizzato alle stelle.
La BCE esorta le banche a identificare i crediti deteriorati
L'istituto centrale di Francoforte ha inviato una lettera ai Ceo delle banche significative già lo scorso luglio. In esse era contenuto l'invito a cominciare una verifica dei crediti caso per caso, così da distinguere clienti buoni, cattivi e già falliti e per ristrutturare i prestiti delle controparti per metterle in condizione di poter ripagare i debiti e di classificare come sofferenze chi andrà in bancarotta. Insomma una bella opera di "pulizia", dalla quale si sa già che emergeranno cifre drammatiche.Il temuto balzo degli NPL
Sia la BCE che le singole banche sanno benissimo che in tempi di Covid-19 ci sarà un balzo degli NPL, i crediti deteriorati. Quelli che faticosamente si era riusciti a ridurre nel corso degli ultimi anni. Sono gli effetti disastrosi del lockdown. Alcune banche già tremano. BNP Paribas per esempio ha già lanciato l'allarme sull'esposizione che ha sui settori aereo e del turismo, comparti duramente colpiti dal lockdown. Il colosso francese ha erogato prestiti enormi, che si teme non saranno in grado di restituirli.
Da 300 a salire
Secondo Bloomberg, per l'anno prossimo gli analisti un valore di 300 miliardi di dollari di NPL. La cosa buona è che verrà rispettato questo numero, le banche saranno in grado di fronteggiare il problema. Il timore forte però è che possa essere un altro eventuale round di lockdown. In quel caso la stessa Bce ha calcolato gli effetti terribili che potrebbe avere. Un vero e proprio tsunami travolgerebbe i bilanci delle banche, con crediti deteriorati superiori a un 1 trilione di dollari. E tornerebbero sul tavolo le ipotesi di nuovi bailout di banche e salvataggi di Stato, perché una soluzione soltanto privata probabilmente non sarà sufficiente a garantire che si esca dalla crisi.
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