mercoledì 25 novembre 2020

Imprenditoria femminile e Covid: problemi economici, di liquidità e minor fiducia nel futuro

L'imprenditoria femminile sta pagando un prezzo pesantissimo alla pandemia. Il tasso di crescita delle imprese "rosa", che fino a inizio anno marciava spedito, si è dimezzato. Inoltre se prima del Covid marciava a passo più spedito di quella maschile, le cose sono cambiate.
Questo è il quadro che emerge dal report sul mondo imprenditoriale realizzato da Unioncamere.

Il quadro dell'imprenditoria femminile

La voglia del gentil sesso di mettersi in proprio si è scontrato con durissimi ostacoli, sia di natura economica che finanziaria. Una grossa fetta di esse infatti mostra di avere problemi di liquidità (il 38% contro il 33% degli imprenditori maschi). Anche per questo motivo le donne sono state spinte più degli uomini a chiedere le misure di sostegno messe a disposizione in questi mesi. Analogamente, le imprenditrici lamentano più vincoli nell’accesso al credito rispetto ai colleghi maschi (18% contro 15%).

Peraltro le imprenditrici evidenziano anche una minor fiducia nel futuro. Secondo il 29% dell'imprenditoria femminile, si ritornerà ai livelli pre-Covid nel 2021. I colleghi maschi invece sono più fiduciosi (34%). Il 25% ritiene che bisognerà aspettare il 2022, contro il 19% dei maschi).

Imprese piccole e attive soprattutto nei servizi

Nel corso del terzo trimestre dell'anno, la quota di imprenditoria femminile sul totale è stato del 22%, cioè 1,3 milioni. La grandissima maggioranza opera nel settore dei dei servizi (66,5%), mentre le parti restanti sono industria (11,3%) e settore primario (15,6%).
Si tratta in prevalenza di imprese di piccole dimensioni (quindi più esposte alle turbolenze), infatti il 96,8% ha meno di 10 addetti. Solo il 2,9% riesce ad entrare nella fascia successiva, con 10-49 addetti. Appena lo 0,3% sono medio-grandi imprese, poco più di 3mila.

Forte presenza straniera

A livello di collocazione geografica, la maggiore vivacità dell'imprenditoria femminile è al Centro-Nord. Due terzi delle aziende rosa è lì (63,6%). Il 36,4% ha sede invece nel Mezzogiorno. Cosa interessante è che un decimo di tutte le imprese guidate da donne, è in mano alle straniere.

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