Il mondo delle banche negli ultimi giorni ha guardato con attenzione soprattutto a Unicredit. Ieri l'istituto ha reso ufficiale il nome di Andrea Orcel come Ceo designato. Sul banchiere romano si è riversata la scelta unanime del board. Entrerà in carica a metà aprile, succedendo all’attuale ceo Jean Pierre Mustier. Quest'ultimo dovrebbe invece rassegnare le dimissioni l'11 febbraio, ossia dopo il via libera ai conti.
Orcel e la precedente fusione tra banche
Ma perché tutto questo movimento interessa all'intero settore delle banche italiane? Per le fusioni. Da tempo si parla del matrimonio con MPS, e su questo dossier il futuro ceo Orcel si metterà subito al lavoro, benché formalmente lo farà dall'esterno. Del resto Orcel conosce bene Piazza Cordusio per aver tirato le fila delle nozze fra le banche Unicredito e Credito italiano, un'operazione da 21 miliardi di euro da cui nacque Unicredit. Forse può interessare: Hedge Funds più ricchi al mondo, quali sono?
Il triangolo MPS-Tesoro-Unicredit
Banca MSP appartiene per il 64% allo Stato (Ministero del Tesoro), che tuttavia entro aprile 2022 dovrà cedere l’istituto senese. Un salvataggio che sarà comunque in profondo rosso.
L'appello a tutte le banche interessate è caduto sostanzialmente nel vuoto, solo Unicredit ha dimostrato interesse.
Ma ha posto delle condizioni per andare avanti. Il ceo uscente Mustier ha posto come condizione che l'affare sia nell’interesse degli azionisti e che non consumi capitale.
Per tale ragione il Tesoro ha impacchettato una "dote" di svariati miliardi di euro, composta da crediti fiscali (Dta), fondi a copertura di possibili cause, acquisto degli Npl Unicredit da parte di Amco e quota di aumento del Monte.
C'è anche altro che bolle in pentola?
Adesso che Unicredit ha un nuovo ceo, il mercato si aspetta che non si limiterà solo a chiudere l'affare Mps. Potrebbe riprendere piede l’ipotesi di una fusione con Banco Bpm. Ma ci sono rumors che parlano di operazioni che coinvolgerebbero altre due grandi banche come Mediobanca o Generali.
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