L'effetto dei tassi di interesse elevati continua ad essere molto forte sul mercato immobiliare. Da un lato ha fatto crollare le richieste di mutuo nei primi nove mesi del 2023, dall'altro ha fatto aumentare il numero di abitazioni che sono finite all'asta perché le famiglie non riuscivano più a sostenere il prezzo costo delle rate.
Alcuni numeri del mercato immobiliare
Da gennaio a settembre di quest'anno, il mercato immobiliare ha fatto registrare un crollo verticale delle richieste di mutuo. La diminuzione è stata infatti del 40%, perché i tassi di interesse elevati che la BCE ha dovuto utilizzare per combattere l'inflazione hanno scoraggiato i potenziali contraenti, per via dei costi che sono lievitati.
D'altra parte c'è un altro numero che risulta allarmante: quello degli immobili che sono finiti all'asta. Sempre nei primi nove mesi di quest'anno, il numero è cresciuto del 57%.
L'istituto Nomisma ha calcolato che circa 400.000 famiglie sono coinvolte da questo fenomeno.
Questo dato deve indurre una forte riflessione, perché quando un immobile viene messo all'asta non è un vantaggio mai né per il creditore né per Il debitore, visto che sul mercato immobiliare la cessione all'asta comporta una perdita di valore pari a circa il 45%. Il sistema così viene sostanzialmente distorto.
La crescita dei tassi di interesse
Con il costo del denaro in continuo aumento negli ultimi mesi, fa strano vedere che più di un terzo delle persone ha comunque deciso di sfruttare il tasso variabile nella contrazione di un mutuo, anziché preferire il tasso fisso. Evidentemente i messaggi che sono arrivati riguardo a possibili tagli al costo del denaro da parte della BCE hanno indotto molti ad un eccessivo ottimismo.
Tuttavia il vero problema è che mentre i tassi di interesse crescono e l'inflazione galoppa, i salari non tengono il passo e rimangono sostanzialmente gli stessi. In questo modo riuscire a fronteggiare l'aumento delle rate di un mutuo è diventata un'impresa impossibile per molte famiglie.
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