Il call center in questione nei mesi scorsi era già finito al centro della bufera. Infatti era stato accusato di avere fatto lavorare i dipendenti senza pagarli.
Dopo l'intervento del sindacato, l'azienda aveva sottoscritto un accordo nel quale garantiva ai lavoratori il riconoscimento di quanto spettante. Ma la serenità è durata soltanto poco tempo, visto che a distanza di qualche mese ecco arrivare l'sms della vergogna. Ancora una volta l'azienda si è giustificata con la mancanza di liquidità per preannunciare che non avrebbe pagato i dipendenti per il lavoro svolto.
L'indagine sul call center
La Slc Cgil di Taranto ha annunciato che intraprenderà nuove azioni sul settore call center, per verificare se esistono altre realtà riconducibili, in via diretta oppure indiretta, alla stessa proprietà della struttura di Lizzano. Il sospetto è che il caso potrebbe non essere isolato. Secondo i sindacati sarà essenziale coinvolgere anche le aziende stesse - per lo più operatori telefonici - che fanno da committenti ai call center. Ma un ruolo dovranno averlo anche le istituzioni locali come il Comune di Lizzano, per portare a galla e sanzionare duramente quelli che si rendono colpevoli e complici dello sfruttamento dei lavoratori.Va sottolineato come il settore dei call center continui a vivere un periodo difficilissimo. In molte realtà - specie meridionali - la crisi del settore rischia di far esplodere una bomba sociale, dal momento che coinvolge migliaia e migliaia di persone. Il mercato è fermo anche perché le aziende si sono logorate in una guerra di prezzi che è andata a scapito della qualità del servizio e degli investimenti in innovazione, ma sorpattutto a scapito dei lavoratori.
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