L'analisi delle spese e dei consumi
Si tratta di quelle spese rispetto alle quali ogni cittadino ha poca se non nessun scelta. In sostanza, le deve pagare. Ne sono un esempio l'affitto di casa, le bollette, il cibo, i ticket sanitari, ma anche servizi finanziari ed assicurazioni.La quota che assorbe la maggior parte della spesa riguarda la casa, che a testa "mangia" circa 4200 euro. Anche se in leggero calo, rimane sostenuta anche la spesa per gli alimentari. A testa si spendono 2.681 euro annui, ovvero il 15% totale sui consumi (in calo rispetto al precedente 15,2%). Rimane sostenuta anche la spesa riguardante la sanità. Nel 2018 l'italiano spende circa 629 euro annui a testa, pari al 3,5% sul totale dei consumi. Riguardo a tali spese va evidenziato che le esigenze di finanza pubblica hanno aumentato la quota di partecipazione richiesta ai cittadini. Tra le spese obbligate entrano anche quelle legate alla mobilità, come assicurazioni e carburanti, che sono in leggero aumento (soprattutto a causa dell'aumento dei carburanti).
Spese obbligate, commercializzabili e crisi
L'analisi di Confcommercio evidenzia inoltre che le spese obbligate sono "impermeabili" alla crisi. In sostanza dal 1995 ad oggi hanno oscillato tra il 36,5-41%, addirittura andando in aumento anche nel periodo di crisi.
Durante questo lasso di tempo hanno invece ceduto il passo le spese per "beni commercializzabili", ovvero quelle determinate dai gusti e della abitudini dei singoli consumatori. Va aggiunto che queste ultime sono state altresì ridotte per via dell'incremento delle spese per "servizi commercializzabili".
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