Le spine del mercato agroalimentare
Si tratta di un fenomeno che ha raggiunto delle proporzioni inquietanti. Basti pensare che la sola Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro beni per un controvalore di circa 2 miliardi di euro, nel periodo che va dal 2017 fino a ottobre 2018. Nel mercato agroalimentare italiano si sarebbero consumati ben 33.045 illeciti amministrativi e più di 7.000 infrazioni penali. Eventi che hanno creato un danno enorme al settore. L’attività operativa dei NAS, tra il 2017 e il 2018, ha portato a 19.218 dichiarazioni di non conformità sui 53mila controlli effettuati. Ci sono state 2.509 segnalazioni all’Autorità giudiziaria e 16.685 a quella amministrativa e sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 26 milioni di euro, per un valore dei sequestri di oltre 638 milioni di euro. Inoltre, l’Ispettorato centrale repressione frodi nel 2018 ha eseguito ben 54.000 controlli.Inoltre negli ultimi anni, l'usura e i debiti hanno costretto a chiudere ben 25.000 aziende, mentre 350.000 agricoltori sarebbero stati vittime di reati di vario tipo. Si va dall'imposizione di materie prime e imballaggi fino alla gestione coatta del trasporto dei prodotti lungo la filiera agroalimentare, dal furto di bestiame al danneggiamento delle colture; dal furto di materiali fino alla depredazione e razzia del patrimonio boschivo (solo nel 2016 sono stati registrati 4.635 incendi sia dolosi che colposi). Per non parlare dei danni causati dalla contraffazione (olio, vino, formaggi, ecc). Ma il panorama degli illeciti a danno del mercato agroalimentare è molto variegato.
I danni all'intero sistema
Non c'è dubbio che la criminalità organizzata esercita la sua azione dannosa sul sistema agroalimentare, a tutti i livelli della filiera (produzione, trasformazione, trasporto, commercializzazione e vendita al pubblico). Le conseguenze alle imprese minano profondamente la loro competitività (perché è chiaro che le aziende colluse col sistema criminale hanno un vantaggio competitivo rispetto a quelle che operano nella legalità), la qualità e indirettamente l’immagine e il valore del Made in Italy”.Come si combatte tutto questo? Secondo Confagricoltura, l'impegno profuso da policy maker e Forze dell’Ordine da solo non basta, perché occorre la piena collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nel mercato agroalimentare. Occorre fare sistema, creando alleanze strategiche nella filiera anche attraverso il rafforzamento delle pratiche di autocontrollo e la responsabilizzazione dei produttori.
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