Liberi dalla pressione fiscale
Lo ha evidenziato l'ufficio studi della CGIA , sulla base dei dati del Ministero dell’Economia. Complessivamente la pressione del fisco sugli italiani sarà al 42,3% (+0,4 rispetto allo scorso anno). Lo shock fiscale che molti si attendevano, quindi non ci sarà. Almeno per quest'anno. Anzi, stando alle previsioni elaborate dal Ministero, la pressione fiscale addirittura crescerà dopo 5 anni in cui ciò non accadeva. Questo allungherà di un giorno i tempi necessari per raggiungere il “tax freedom day”, ovvero il giorno di liberazione fiscale. Quindi occorreranno oltre 5 mesi, pari a 154 giorni lavorativi, inclusi i sabati e le domeniche.Durante questo lasso di tempo il contribuente medio italiano dovrà lavorare solo per adempiere a tutti gli obblighi fiscali dell’anno: Irpef, accise, Imu, Tasi, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, etc. La famiglia beneficerà del proprio lavoro solo dal 5 giugno in poi. Per chi ama vederla sotto un altro punto di vista, questo dato significa che per tutto l'anno, in media 3 ore e mezza al giorno saranno dedicate a pagare le tasse e i contributi (se ipotizziamo una giornata lavorativa di 8 ore).
Il confronto storico e con la UE
La parziale consolazione è che di recente c'era andata pure peggio. Nel 2012 (anno bisestile) e nel 2013 infatti il "tax freedom day" è arrivato solo il 9 giugno, a causa di una fiscale che raggiunse il record storico del 43,6%. L'anno migliore per il contribuente è stato nel 2005, con il Governo Berlusconi II. All'epoca la pressione fiscale si attestò al 39,1%, e il "tax freedom day" fu celebrato il 24 maggio.Rispetto agli altri paesi della UE, come è facile intuire non stiamo messi benissimo. Si può fare una comparazione solo riguardo ai dati del 2017, ma comunque ciò mette in evidenza che altrove si "festeggia" in media 4 giorni prima. In alcuni casi... nettamente prima. Come in Spagna (28 giorni prima), Olanda (13) e Germania (7). Chi sta messo meglio di tutti è il contribuente irlandese, che addirittura è libero dalle tasse il 27 marzo! Chi sta messo peggio è il nostro vicino francese, che deve lavorare per il Fisco ben 23 giorni in più.
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