L'emergenza coronavirus ha avuto un
impatto forte sul sistema delle Banche, e gli ha dato un ruolo di estrema importanza. Del resto la
crisi economica provocata dal Coronavirus è piombata nelle nostre vite all'improvviso. Ci si è dovuti muovere in fretta e con poca programmazione per rispondere.
Banche e crisi da Coronavirus
Da subito è parso evidente quanto fossero
necessarie forti misure anticrisi per contrastare le ripercussioni economiche del Covid-19. Peraltro si tratta di
ripercussioni che dureranno diversi mesi ancora. Anche dopo che l'emergenza strettamente sanitaria sarà finita.
In questo contesto le banche sono state e saranno molto importanti. A partire da quelle centrali. Ad esse spetta chiaramente il ruolo di “
big player”. Ad esse il compito di trainare le economie fuori dalle paludi verso la risalita.
In Europa,
la Bce ha ipotizzato uno scenario durissimo per l'economia dell'area. Nella peggiore delle ipotesi il
PIL potrebbe crollare del 15% nel 2020. Anche per questo per la prima volta c'è stata una certa convergenza politica dei diversi stati. Perfino la Germania sembra supportare le scelte della Commissione.
Il pacchetto di intervento della BCE
La "banca delle banche" ha varato un
pacchetto "salva-stati" che entrerà in vigore dal 1 giugno. Parliamo di un impegno di 540 miliardi di euro, tramite
MES,
Sure (a supporto delle casse integrazione) e
Bei (a supporto delle imprese). E poi c'è il
Recovery Fund, il nuovo strumento sollecitato da molti Paesi (tra cui Francia e Italia), per reperire risorse comuni da associare al bilancio comunitario nel periodo 2020-2027. E poi c'è il
PEPP (Pandemic emergency purchase programme), col quale la BCE acquisterà commercial paper, titoli di stato, corporate bond e cartolarizzazioni almeno fino alla fine dell’anno.
Il ruolo cruciale delle banche
Tutti questi interventi della BCE in definitiva
richiederanno un supporto da parte di tutte le banche. Sono loro in definitiva, a concedere finanziamenti a imprese e famiglie. Grazie ai recenti interventi, per loro c'è
più flessibilità sia sotto il profilo delle norme contabili che prudenziali. Un esempio è lo SMEs supporting factor, ossia la ridotta quota di esigenze di capitale che le banche devono rispettare per poter erogare finanziamenti alle PMI.
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