giovedì 28 maggio 2020

Lavoro, numeri choc: secondo Confindustria si perderanno tra 700mila e un milione di posti

Dopo il passaggio devastante del Coronavirus, i numeri sul lavoro fanno paura. Secondo Confindustria l'Italia potrebbe aver perso ben 700mila posti, se non addirittura un milione.

Perdita ingente di posti di lavoro

Ad affermarlo è stato il numero uno della confederazione, Carlo Bonomi, durante l’incontro di Fondazione Fiera sulle prospettive dell’impresa. Mancano ancora i dati del mese di maggio, che però non saranno certo in grado di ribaltare un quadro che è palesemente drammatico. Il mercato del lavoro piange sulla crisi, e aspetta degli interventi forti e decisi. Ma chi crede che passata la pandemia tutto tornerà come prima, si sbaglia di grosso, perché se non c'è crescita non ci sarà lavoro.

Serve una visione strategica

"Bisogna liberare risorse ed energie facendo scelte anche dolorose nel breve periodo ma che danno respiro al paese nel medio lungo", dice Bonomi. "Il lavoro si crea soltanto se c'è crescita, se ci sono investimenti e si cavalca l'innovazione". Gli interventi che tappano le falle possono dare ossigeno nel breve, ma non possono essere la ricetta del domani. Perfino il Recovery Fund, che potrebbe valere per l'Italia 172 miliardi, non saranno certo il colpo di bacchetta magica che risolverà tutto.

Il rischio - secondo Confindustria - è che l'azione politica sia concentrata solo sulla gestione dell'emergenza attuale, con interventi che abbiano efficacia nell'immediato. Invece quello che occorre è un piano strategico per affrontare il futuro. Il guaio è che nel mondo politico ci sono vedute molto divergenti,  anche all’interno degli stessi partiti, sulle politiche di rilancio per il Paese. Questo rende il cammino per l'Italia molto difficile.

Dalla crisi nasce l'occasione

L'emergenza dovrebbe essere vista come l'occasione, sia pure crudele, per cogliere quelle grandi opportunità che finora non sono state colte. Occorre disegnare una nuova Italia, modernizzare veramente il Paese e solo così potrà esserci il rilancio anche del mondo del lavoro.

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