Lo stato del nostro export
E' evidente che l'impatto della pandemia sul commercio internazionale è devastante. Non vale soltanto per l'export italiano, ma per l'intero flusso gli scambi di beni a livello globale. Ovunque la domanda economica si è contratta, e per farla riprendere servirà tempo. Secondo l'Organizzazione mondiale del commercio e il Fondo monetario internazionale, i numeri degli scambi internazionali scenderanno rispettivamente al -12,9% e al -11% quest’anno.La speranza, come detto, è che dal quarto trimestre possa esserci una forte crescita. Ma le cautele sono d’obbligo.
E' chiaro che in caso di nuova ondata dei contagi, anche la fine del 2020 verrebbe coinvolta in uno scenario più pessimistico. E allora il calo dell'export potrebbe essere anche più marcato di quello che pensano OMC e FMI, magari al 13,1%. E poi va tenuto in conto anche il nuovo improvviso esacerbarsi delle relazioni tra USA e Cina. Se dovesse scoppiare una nuova guerra dei dazi, tutto il mondo sarebbe coinvolto negativamente.
I settori più colpiti
A livello di settori, quello che risentirà maggiormente del crollo dell'export è il turismo. Ma ci sono pure trasporto (anche merci) e logistica. Un brutto contraccolpo continuerà ad esserci per la filiera dell’automotive. In quest'ultimo caso, non solo per il coronavirus ma anche per motivi congiunturali (ad esempio l’incertezza sugli acquisti del diesel e il calo su mercati come la Cina).La ripresa sarà lenta per settori come i beni di consumo durevoli (arredo, design) e quelli del lusso. La meccanica strumentale, che copre il 20% dell’export italiano, subirà un forte contraccolpo per via dei minori investimenti nel settore.
Per settori in cui l'export andrà ancora male, ci sono però altri in cui si potrà vedere presto un miglioramento. E' il caso dell’agroalimentare e soprattutto la farmaceutica. Bene le apparecchiature medicali.
Nessun commento:
Posta un commento