venerdì 15 maggio 2020

Commercio con l'estero, l'ISTAT fotografa una situazione difficile

Le misure di lockdown decise dai governi per combattere l'epidemia di coronavirus, hanno provocato a marzo una forte contrazione del commercio con l'estero. Sia l'Italia che i nostri partner hanno infatti chiuso le frontiere, provocando un forte calo delle vendite.

I dati sul commercio con l'estero

E' quanto emerge dal quadro sul commercio con l'estero fornito da ISTAT. L'Ufficio di statistica stima una forte riduzione congiunturale durante il mese di marzo, pari a -16,8%, sia delle esportazioni sia delle importazioni. Questo riguarda soprattutto l'export di macchinari, autoveicoli e articoli in pelle. Al tempo stesso il calo di acquisti di autoveicoli, metalli, petrolio e gas naturale hanno innescato un calo dell'import.

Contrazione mensile a marzo

Per quanto riguarda il commercio con l'estero in uscita (export), la forte contrazione mensile si è avvertita sia verso i mercati extra UE (-18,5%) sia verso l'area UE (-15,2%). Anche per le importazioni i dati di marzo sono pesanti. Diminuiscono drasticamente (-18,1%) da entrambi i mercati, in misura più marcata da quelli extra UE (-21,7%) rispetto all'area UE (-15,5%).

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Trimestre e variazione annua

Nel primo trimestre 2020, rispetto al precedente, si rileva una diminuzione del 4,1% per le esportazioni e del 5,1% per le importazioni. Se invece consideriamo la variazione annua, l'export è sceso del 13,5%. Così come è accaduto negli altri ambiti, anche in questo caso la diminuzione si è registrata in entrambe le componenti: vendite verso l'area extra UE (-14,7%) e verso l'area UE (-12,2%).

Calo geografico del nostro export

A livello geografico, i paesi rispetto ai quali il commercio estero in uscita si è ridotto di più su base annua sono Francia (-18,3%), Regno Unito (-24,3%), Spagna (-19,8%), Svizzera (-18,9%), Germania (-7,2%) e paesi OPEC (-24,3%). Secondo le previsioni di ISTAT, il saldo commerciale dovrebbe crescere a marzo di 1.106 milioni di euro (da +4,5 milioni a +5,6). Il bilancio al netto dei prodotti energetici è invece maggiore: +7,6 milioni.

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