Come si evolve il venture capital in Italia
L'indagine effettuata da Ey Venture capital Barometer con Vc Hub Italia (l'associazione degli investitori di venture capital) mette in risalto che lo scorso anno gli investimenti annunciati nelle imprese innovative attraverso il venture capital (cioè il capitale di rischio destinato alle aziende nascenti o neonate) è stato di 569 milioni di euro, in aumento del 55% rispetto all'anno precedente. Si tratta di un nuovo record. Alcuni numeri
Per rendere l'idea di quanto si sia sviluppato il venture capital in Italia, basta pensare che nel 2016 gli investimenti in questo tipo erano soltanto di 250 milioni, meno della metà di adesso.
Nel corso del 2020 le operazioni portate avanti sono state 111, e sebbene questo significhi un calo netto (-37%), l'investimento medio è stato più elevato (5,1 milioni, in aumento del 144% rispetto ai 2,1 milioni dell’anno prima).
Le cose interessanti riguardano anche il tipo di operazioni, perché rispetto al passato ci sono alcune novità. Ad esempio il venture capital viene considerato non solo da imprese innovative, ma anche da quelle tradizionali. E inoltre l'impennata del settore edtech, ossia la tecnologia per l’educazione (il motivo principale è il massiccio ricorso alla didattica a distanza DAD causa covid).
L'Europa ci vede dietro
Va precisato però che sebbene il venture capital si stia sviluppando nel nostro Paese, l'Italia rimane molto indietro rispetto ad altri Paesi. Se confrontiamo i nostri numeri con quelli della Germania, siamo a circa un quarto rispetto al valore delle loro operazioni di venture capital. Fanno quasi 400 operazioni, con 4,3 miliardi investiti. Ci surclassa anche la Francia, mentre addirittura ci mortifica la Gran Bretanga, con 8 miliardi investiti e 773 operazioni.
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