Malgrado la ripresa del Made in Italy alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni, il quadro per le imprese artigiane italiane rimane fosco. Questo dovrebbe spaventarci, visto che il settore ha un peso pari al 9,5% sul Pil e rappresenta il 21,2% delle nostre imprese.
I numeri delle imprese artigiane
Secondo i dati di Unioncamere, nell'ultimo decennio è sparito il 12,1% del milione e mezzo circa di aziende che esistevano. Parliamo di 170mila imprese chiuse.La crisi pandemica ha peraltro accentuato questo fenomeno. Infatti il 70% delle imprese artigiane ha patito una forte contrazione del suo fatturato, e la metà conta di tornare ai livelli pre-Covid soltanto nel 2022.
Diffidenza verso il digitale
Il problema delle nostre imprese artigiane è un mercato ingessato che non le rende abbastanza competitive. Il vero punto di forza è senza dubbio la qualità del prodotto, ma in un mondo che sta viaggiando sempre più nell'universo digitale, se uno non si adegua non riesce ad emergere.
L'artigianato e il digitale rimangono due mondi paralleli sospesi, che si ammirano ma non dialogano. La maggior parte delle imprese artigiane italiane disconosce o guarda con diffidenza all’innovazione.
Nell’ultimo anno, soltanto il 63% degli artigiani ha investito in digitale.
Eppure per gli artigiani e le imprese artigiane, dovranno riuscire a introdurre innovazioni digitali pur preservando (se non migliorando) il carattere artigianale del prodotto.
L'imprenditoria giovanile
Inoltre sono sempre meno i giovani imprenditori che scelgono questa strada. Il numero di imprenditori artigiani under 30 è calato del 42% nell'ultimo decennio.
Eppure la riscoperta dell’artigianato è una grande occasione d’impiego professionale, e proprio i giovani potrebbero sviluppare meglio il nuovo approccio alla bottega, aprendo alle nuove tecnologie. Solo così la manifattura artigiana, da sempre colonna portante della forza del Made in Italy, potrà tornare in auge.
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