Le aziende italiane hanno subito un contraccolpo pesantissimo dalla crisi pandemica. Quasi un'azienda italiana su quattro (il 22,7%) ha chiuso il 2020 in perdita, mentre nel 2019 le imprese in rosso erano un po' meno di una ogni sei. Tuttavia, nonostante un evidente calo dei ricavi, la notizia positiva è che nella maggior parte dei casi non si è dovuto fare ricorso a un indebitamento estremo.
La situazione delle aziende italiane
Lo studio evidenzia che nel 2020 i ricavi delle aziende sono crollati in media del 10,7%, segnando una brusca inversione di rotta rispetto all'aumento del 3% che c'era stato l'anno precedente. Peraltro l'impatto del Covid ha segnato la fine di un trend positivo che durava dal 2013.Secondo le previsioni, quest'anno e il prossimo ci sarà però un rimbalzo dei ricavi. Dovrebbero infatti crescere del 6,5% quest'anno e del 3,8% il prossimo. Se così fosse, alla fine del 2022 le aziende italiane avrebbero riassorbito quasi tutto l'impatto del Covid (-2,1% rispetto al periodo precedente). Non è certo una notizia che entusiasma, ma almeno regala un poco di speranza e ottimismo.
Il problema dei debiti
In base ad uno studio condotto da Cervid, emerge infatti che il sostegno fornito dallo Stato da una parte e il rafforzamento dei capitali dall'altro, hanno consentito alle aziende italiane di non esporsi troppo alla spada di Damocle dei debiti.
Infatti in base ai dati, è vero che i debiti finanziari delle imprese sono cresciuti, passando da 5,7 volte il margine operativo lordo (dati 2019) a un picco di 8 volte (nel 2020), ma è altrettanto vero che questo livello dovrebbe calare quest'anno a 7,3 volte, e nel 2022 scendere a 6,8 volte. Tra un anno quindi non saremo troppo lontani dai livelli pre-Covid.
C'è settore e settore
Altra cosa interessante che emerge dall'analisi di Cervid, è che l'impatto della crisi sui margini di profitto, varia in modo ampio da settore a settore. Alcuni addirittura hanno beneficiato della pandemia, anche se la stragrande maggioranza può dirsi "vittima" della crisi Covid.
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