Questa settimana i riflettori dei mercati finanziari erano tutti puntati sugli USA, perché questo mercoledì sarebbe stato diffuso il nuovo dato sull'inflazione.
Alla fine, è successo quello che quasi tutti si aspettavano: i prezzi stanno crescendo ancora. E neppure di poco.
Il dato sull'inflazione
Secondo i dati resi noti dal Bureau of Labor Statistics, l'inflazione negli Stati Uniti è cresciuta a ottobre dello 0,9% rispetto al mese precedente. Il dato è stato superiore alle aspettative degli analisti.Calcolato su base annua invece l'aumento è stato del 6,2%. Anche in questo caso il dato è stato superiore alle aspettative, oltre ad essere stato l'incremento più grande dal 1990.
Un altro dato importante è l'inflazione core, ossia senza considerare tutte quelle componenti più volatilti. E anche in questo caso c'è stato un aumento: +0,6% a settembre, +4,2% su base annuale. E' l'incremento tendenziale più elevato dal 1991.
La pressione sulla FED
Dopo i dati sui prezzi al consumo, i mercati hanno ricevuto una bella scossa. Sono infatti tronate a crescere le preoccupazioni riguardo al peso che i maggiori prezzi potranno avere sulla ripresa economica. La dialettica della FED, che continua a vedere l'inflazione alta come fenomeno temporaneo, non convince più tanto.
I mercati stanno valutando quindi se la banca centrale sarà costretta a modificare i suoi piani riguardanti il rialzo dei tassi. Anche perché nel frattempo le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione hanno stabilito un nuovo minimo pre-pandemia, e sappiamo che la FED tiene anche alla robustezza dell'occupazione.
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L'andamento del dollaro
Questa prospettiva ha spinto l'indice del dollaro USA, che è salito dello a 94,55 mercoledì, come si vede sui Consob broker autorizzati. L'Index così si avvicina al massimo di un anno di 94,6, che è stato toccato il 12 ottobre.
Anche il cambio con l'euro ha subito una forte scossa. L'EUR-USD infatti è sceso a 1,51, su livelli che non si vedevano dall'estate del 2020.
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