Uno dei punti fermi della nostra economia è il turismo. Dopo i disastri provocati dalla pandemia, finalmente si preannuncia un'estate boom, con prenotazioni a pioggia.
Tuttavia, c'è il pericolo che il possibile boom si trasformi in un flop, dal momento che le aziende del settore lamentano la mancanza di personale. Sono così a rischio ben 6,5 miliardi di entrate.
I numeri dell'economia del turismo
Secondo le previsioni del settore, nel periodo che va da giugno ad agosto, in Italia è previsto l'afflusso di quasi 45 milioni di turisti. Ci saranno quasi 190 milioni di pernottamenti. Si tratta di una cifra superiore di ben 23 milioni rispetto a quelli del 2021. In termini percentuali, le stime indicano una crescita del +16,6% degli arrivi e del +14,3% dei pernottamenti.
La crescita riguarda in particolar modo i turisti stranieri, con presenze in aumento del 25,7% rispetto al 2021, per un totale di circa 72,2 milioni.
Malgrado si tratti di numeri estremamente positivi, non siamo ancora capaci di raggiungere i livelli che c'erano prima dello scoppio della crisi pandemica.
A livello di presenze siamo sotto ancora del 12,2%. I numeri sono ancora più lontani rispetto a quelli del 2019, secondo una indagine di Assoturismo Confesercenti, realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze.
Il problema di mancanza di personale
Se i numeri sono incoraggianti, c'è però un problema che rischia di minacciarli. Manca il personale. Una grossa fetta dell'offerta di lavoro che non viene soddisfatta, perché i compensi se sono bassi scontano la concorrenza del reddito di cittadinanza. Inoltre molti lavoratori del comparto, durante la pandemia si sono spostati su altre occupazioni e nella maggior parte dei casi non sono tornati indietro.
E' un problema strutturale che rischia di obbligare le strutture a rinunciare a una parte dei servizi forniti ai clienti. Se non verrà risolta la situazione, verranno messi a rischio 6,5 miliardi di euro di spesa turistica nel nostro Paese.
Altri nodi da sciogliere
A questo problema se ne aggiungono anche altri. Anzitutto la cancellazione dei voli da parte delle compagnie aeree low cost, e poi ci sono gli aumenti di costi fissi e delle bollette, provocate dai fortissimi rincari dei prezzi energetici.
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