Uno dei capitoli più scottanti riguardanti l'economia italiana è quello degli stipendi, che nella maggior parte dei casi sono inferiori a quelli del resto d'Europa. L'OCSE ha evidenziato che le retribuzioni in Italia sono scese nell'arco di 30 anni - dal 1990 al 2020 - del 2,9%. Siamo l'unico paese che segna un lato negativo.
Il confronto sulle retribuzioni
Se da noi le retribuzioni hanno subito una flessione nell'arco di un trentennio, negli altri grandi paesi europei sono cresciuti in maniera più o meno forte. Già sarebbe un brutto colpo confrontare il nostro dato con quello della Spagna, dove le retribuzioni sono salite del 6,2%. Ma ancora più mortificante è il paragone con altri paesi. In Olanda sono cresciute del 15,5%, in Francia del 31,1% ed in Germania addirittura del 33,7%. Paragoni impietosì.
Retribuzioni medie in Italia
Sulla base dei dati pubblicati da Eurostat, che sono riferiti al 2021, in Italia lo stipendio medio di un dipendente single a tempo pieno e senza carichi familiari ammonta a 22.339 euro. Sono circa €7500 in meno rispetto ad un collega tedesco.
Il divario tra le retribuzioni è forte anche per i dipendenti giovani, ossia con meno di 30 anni. Già da questa età infatti il divario tra i due paesi supera i €4000 lordi annui.
La povertà
Di fronte a questi numeri non dobbiamo stupirci se qualche mese fa, sul tavolo del Ministro del Lavoro è giunta una relazione dove si leggeva che nel 2019, l'11,8% dei lavoratori italiani era povero. La media Europea era del 9,2%.
Peraltro è presumibile che la pandemia abbia ulteriormente aggravato questo fenomeno.
Ci sono tante spine da dover estirpare, che incidono anche sulle retribuzioni. Oltre ai contratti di lavoro, alla imposizione fiscale, c'è anche l'eccessivo ricorso al lavoro a tempo parziale, che peraltro generalmente non è su base volontaria ma viene praticamente imposto.
La fuga dei giovani
La ricerca di un lavoro stabile, spesso in condizioni migliori e con retribuzioni più alte ed adeguate, spinge ogni anno migliaia e migliaia di giovani italiani a lasciare il Paese. Un fiume di circa mezzo milioni di ragazzi e ragazze hanno lasciato l'Italia per questi motivi.
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