giovedì 27 giugno 2024

Lavoro, bisognerà attrarre 2 milioni di stranieri per mantenere il Pil ai livelli attuali

In Italia uno dei temi più delicati è senza dubbio quello relativo al mercato del lavoro. I numeri, spesso in chiaroscuro, si offrono a diversi punti di vista e vari approfondimenti. Uno di questi ha messo in luce che a causa del calo demografico nel Paese, per mantenere occupazione e PIL ai livelli attuali, bisognerà attrarre 2 milioni di stranieri per lavorare da noi.

Il fabbisogno di forza lavoro

Per via della riduzione della popolazione in età lavorativa, il numero degli occupati nel Nord Italia dovrebbe scendere ci circa 2,4 milioni entro il 2040. Non si riuscirà a compensare questo calo con le diverse iniziative già in programma, che prevedono l’attrazione dei giovani, una maggiore occupazione femminile e un allungamento della vita lavorativa. 

Neppure lo spostamento di forza lavoro all'interno del Paese sarà in grado di compensare questa carenza, ma solo di farla scendere fino a circa 1 milioni dei lavoratori.

La necessità degli stranieri

Per questo motivo bisognerà attirare anche gli stranieri, e con loro anche le famiglie. Le zone che maggiormente dovranno far ricorso a forza lavoro proveniente dall'estero sono Lombardia (528mila), Veneto (455mila), Piemonte (372mila) ed Emilia Romagna (206mila).

Tra queste, il Veneto è la regione che avrà maggiori problemi per via del fatto che beneficia di minori afflussi dalle altre regioni d’Italia. Al contrario invece, l’Emilia-Romagna ha la più alta attrattività dal resto del Paese. Ciò significa che dovrà attirare meno forza lavoro straniera in rapporto alla popolazione.

Una situazione che si verificherà ovunque

Ma se il Nord dovrà accogliere più lavoratori dall'estero, anche il resto del Paese sarà interessato da un fenomeno simile. Nessuna regione potrà fare a meno dei lavoratori provenienti da altri Paesi, se non vuole perdere pezzi della sua economia.

Va rimarcato inoltre che questi numeri si riferiscono all'obiettivo di mantenere inalterato il numero di occupati e il nostro PIL. Ma se l'intenzione (come dovrebbe essere) è di aumentare sia l'uno che l'altro, allora il fabbisogno di immigrati necessari crescerà notevolmente, fino a più che raddoppiarli qualora si volesse crescere economicamente dell’1% l’anno o più.

lunedì 24 giugno 2024

Inflazione al centro dell'attenzione degli investitori questa settimana

Nel corso dei prossimi giorni, il tema dominante per  mercati finanziari sarà l'inflazione. Sono infatti in uscita i dati sia negli USA che in alcuni paesi della Europa. Oltre a ciò, alcune banche centrali si riuniranno in meeting.

Gli Stati Uniti e l'inflazione

Negli Stati Uniti, l’inflazione PCE di maggio dovrebbe mostrare incrementi leggermente più rapidi. I trader monitoreranno anche la terza stima relativa alla crescita del PIL del primo trimestre e alla bilancia commerciale. Anche i commenti di alcuni funzionari della FED dovrebbero fornire delle indicazioni riguardo alle intenzioni di politica monetaria della banca centrale USA.

Negli ultimi tempi le prospettive riguardo ai tagli dei tassi di interesse si sono raffreddate, spingendo così il dollaro sul mercato valutario. Il biglietto verde si è avvicinato alla soglia dei 106 punti, sui massimi di un mese e mezzo (dopo la comparsa di una candela hammer trading).

Europa: focus sulla Francia

In Europa il calendario economico sarà relativamente più calmo. Ci sono però i dati sull'inflazione di Francia, Italia e Spagna. Tuttavia l'appuntamento più importante per i mercati sarà soprattutto il primo turno delle elezioni in Francia il 30 giugno. Gli investitori temono nuove turbolenze (come quelle accadute qualche settimana fa) nel caso in cui dovesse ulteriormente avanzare la destra.

Cosa accadrà altrove

Nei prossimi giorni sono in calendario alcuni meeting di politica monetaria. E' probabile che la banca centrale turca mantenga il tasso pronti contro termine a una settimana al 50% per la terza riunione consecutiva. La Riksbank svedese dovrebbe a sua volta lasciare il tasso principale al 3,75%, dopo che il tasso di inflazione annuale è rallentato al 3,7% a maggio (fonte dati Pocket Option nuovo link).
Anche la Banca Centrale del Messico è pronta a prendere una decisione di politica monetaria.

Nel quadro complessivo vanno menzionati anche i dati mensili sull’inflazione e sul PIL per il Canada, insieme ai dati sulla crescita del PIL per l’Argentina e ai dati sull’inflazione di metà mese per Messico e Brasile.
In Giappone, le vendite al dettaglio, il tasso di disoccupazione e la produzione industriale saranno attentamente monitorati. Inoltre, saranno interessanti i dati australiani sulla fiducia dei consumatori Westpac.

giovedì 20 giugno 2024

Spesa, è boom per le riparazioni auto a causa dei danni da maltempo

Nell'ultimo decennio, la richiesta di interventi per riparare le auto danneggiate dal maltempo è cresciuta del 50%. Trattandosi di una spesa solitamente notevole (a partire da 900 euro), il costo del deterioramento climatico per gli automobilisti sta diventando molto salato.

Il danno da clima e la spesa

I numeri sono stati messi in evidenza da Federcarrozzieri, ossia l'associazione delle autocarrozzerie italiane. L'analisi mette in luce che sono sensibilmente cambiate le richieste di interventi e riparazioni da parte degli automobilisti.

In particolare, il 2023 è stato un anno da record per le richieste di riparazione dei danni legati alle grandinate, con spese anche molto consistenti.

Grandine e polvere

Questo genere di interventi può infatti comportare una spesa salatissima. La riparazione delle autovetture colpite da grandine varia da un minimo di 900 euro per piccoli interventi, fino a 10mila euro per le auto più costose e di grandi dimensioni che hanno subito danni importanti alla carrozzeria.

Ma ci sono anche riparazioni legate al deposito di polvere sahariana che sempre più spesso cade e si deposita sulle vetture in caso di pioggia". Questa polvere può portare a graffi su vernice, vetri, tergicristalli e maniglie, che richiedono interventi specializzati che comportano una spesa media tra i 300 e i 500 euro.
Va anche sottolineato che tutte queste spese spesso non sono coperte da un'apposita polizza assicurativa. Ed anche quando è presente, le franchigie e gli scoperti possono essere anche consistenti.

Il Nord flagellato

Secondo i dati ufficiali, lo scorso anno ci sono state ben 1.468 grandinate intense sul territorio italiano. Circa un terzo sono state classificate come grandine "molto grande" e in 67 casi i sono stati episodi di chicchi "giganti". Inevitabili le conseguenze sulle autovetture presenti in strada: ammaccature, bolle da grandine, cristalli in frantumi, fino ad arrivare a veri e propri buchi sulla carrozzeria.

A livello geografico, l'incremento delle richieste si è verificato - come è logico aspettarsi - soprattutto nelle vetture del Nord Italia. In cima alla lista troviamo infatti il Veneto, seguito da Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. queste 3 regioni rappresentano quasi il 70% del totale delle richieste per "danni da meteo" pervenute alle carrozzerie italiane.

giovedì 13 giugno 2024

Acquisti sulle Borse Europee. Il FTSE Mib chiude con +1,4%

Dopo un avvio di settimana decisamente negativo, è stata una giornata all’insegna degli acquisti sulle borse europee, che vengono trascinate dai nuovi record di Wall Street. A dare la spinta sono i dati sull’inflazione statunitense, più debole del previsto. In serata però la FED - dopo aver confermato i tassi - ha annunciato di prevedere soltanto un taglio nel corso del 2024.

Una seduta ricca di acquisti

A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dell’1,4% a 34.358 punti, chiudendo così una serie di tre sedute consecutive in rosso. Sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share termina la giornata in aumento dell'1,43%.

Nello resto d'Europa acquisti su Francoforte, dove il DAX segna +1,43%. Bene Londra, che mostra un incremento dello 0,83%, e tonica Parigi che evidenzia +0,97%.

NB. Alcuni indici di Borsa possono essere negoziati sugli opzioni binarie broker Europa.

I numeri di Milano

A Piazza Affari il controvalore degli scambi è stato pari a 2,49 miliardi di euro, in calo del 13,23% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,65 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,63 miliardi. 

Riguardo ai singoli titoli, sul principale listino milanese gli acquisti hanno riguardato soprattutto STMicroelectronics, +3,28% e Ferrari, +3%.
Bene le banche: Mediolanum +2,21%, Unicredit +2,26%, Mediobanca +2,28%. Giornata negativa per Telecom Italia, che ha chiuso a -2,11%.
Tra i titoli peggiori del giorno c’è invece Leonardo -1,93%, dopo lo stop ai carri armati con Knds.

Gli altri mercati

Sul versante valutario, il cambio EURUSD riprende quota e viaggia su 1,084, dopo aver disegnato una shooting star trading

Tra le materie prime, il petrolio Brent rimane sopra gli 82 dollari al barile nonostante l’aumento delle scorte statunitensi di greggio e il monito dell’AIE su un possibile surplus di offerta da qui al 2030. L’oro si apprezza a 2.325 dollari l’oncia, complice l’indebolimento del biglietto verde.

Arretrano spread e tassi: i titoli di Stato italiani chiudono con il rendimento del decennale in forte discesa al 3,87% contro il 2,51% del Bund di pari durata e uno spread a 137 punti base, in ribasso del 4% circa rispetto alla chiusura di ieri.

martedì 11 giugno 2024

Profitti da record per le compagnie aeree nel 2024

Nel 2024 si sta rivelando un anno d'oro per le compagnie aeree, i cui profitti potrebbero lievitare a livelli record. Lo evidenziano le ultime stime pubblicate da IATA (International Air transport Association), che sono state riviste al rialzo proprio di recente.

Il trasporto passeggeri trascina i profitti

Grazie a un trasporto da record (il numero di viaggiatori dovrebbe sfiorare il record di 5 miliardi), i profitti delle compagnie aeree dovrebbero raggiungere i 30,5 miliardi di dollari quest'anno

Si tratta di un valore molto più elevato rispetto alle stime, già ottimistiche, che erano state formulate alla fine del 2023. Secondo queste ultime i profitti delle compagnie aeree avrebbero dovuto raggiungere i 25,7 miliardi.

Nonostante il boom di quest'anno, rimarremo comunque molto lontani dal record che venne stabilito nel 2017, quando i profitti delle compagnie aeree raggiunsero la stratosferica cifra di 37,6 miliardi di dollari.

I numeri del traffico

La revisione delle stime è stata propiziata dalla forte ripresa del traffico passeggeri, e anche del traffico merci. Lo dimostra anche il fatto che il coefficiente degli occupazione dei posti degli aerei ha raggiunto l'82,4%.
Dopo la crisi legata alla pandemia, la domanda di passeggeri non ha smesso mai di crescere , arrivando al 36esimo mese consecutivo di aumento. L'Asia-Pacifico è la regione che ha avuto la maggiore crescita di trasporto passeggeri, seguita poi dall'Africa e dal Medio Oriente. Sempre l'Asia si prevede che sarà la regione dove il numero di passeggeri crescerà maggiormente nei prossimi vent'anni.

Ricavi per 900 miliardi

Grazie a questo, i ricavi complessivi delle compagnie aeree di tutto il mondo dovrebbero sfiorare i 900 miliardi di dollari, con una crescita del 6,9% rispetto ai valori dell'anno precedente. Se le stime verranno confermate, si tratterà di ricavi da record visto che il precedente primato furono gli 838 miliardi di dollari del 2019.

Va detto che nonostante il boom dei profitti, il margine sui ricavi rimane decisamente basso visto che supera di poco il 3%. In sostanza una compagnia guadagna poco più di 6 dollari per ogni passeggero trasportato.

mercoledì 5 giugno 2024

Criptovalute, il futuro si gioca soprattutto sulla regolamentazione

La recente ripresa delle quotazioni delle criptovalute potrebbe scontrarsi con uno scenario avverso nei prossimi mesi. Questo è il punto di vista degli analisti di JP Morgan, che hanno espresso forti preoccupazioni soprattutto riguardo alla possibile approvazione da parte della Sec di nuovi ETF spot sulle criptovalute.

Cosa sta accadendo alle criptovalute

E evidente che questo nuovo tipo di asset, approvato sul Bitcoin pochi mesi fa, ha modificato gli scenari dell'intero settore delle criptovalute, perché li ha resi un asset più dignitoso dal punto di vista finanziario e meritevole del forte interesse degli investitori istituzionali.

Non è un caso che poco tempo dopo il prezzo del Bitcoin sia volato oltre i 70.000 dollari, raggiungendo un nuovo record storico e sfondando le Bollinger bands, mentre ha successivamente ritracciato quando sono cominciati a diminuire gli afflussi sui fondi speculativi quotati a Wall Street.

Il ruolo degli ETF

Diventa quindi molto importante il processo che potrebbe condurre all'approvazione di ulteriori ETF spot su altre valute digitali. Ed è proprio questo che rende scettici gli analisti di JP Morgan, secondo i quali l'authority americana dei mercati potrebbe decidere di non approvare ulteriori Etf, dopo averlo fatto su Bitcoin E dopo che lo farà, ormai è certo, anche su Ethereum.

Annotazione: anche sui broker opzioni binarie Italia è possibile negoziare le criptovalute.

Regolamentazione farraginosa

Il nodo della questione è la situazione che per molte criptovalute si è venuta a creare dal punto di vista regolamentare. La Sec infatti considera alcune di esse come dei veri e propri titoli azionari mentre altri sono non titoli. Questo genera una grande confusione, che rimarrà tale fin quando non verrà introdotta una legislazione chiarificatrice. Peraltro questo non solo faciliterebbe l'approvazione di ulteriori Etf spot, ma potrebbe incrementare la fiducia degli investitori verso le criptovalute.

Secondo JP Morgan quindi la partita relativa al futuro delle valute digitali si gioca soprattutto sul piano regolamentare. Fino a quando non ci sarà un quadro chiaro sulla identità istituzionale delle valute virtuali, difficilmente la Sec potrà fare mosse che spalancheranno la porta d'accesso a molti investitori istituzionali e retail, ossia quelli che al momento non si sentono pienamente a loro agio nel negoziare le criptovalute.

lunedì 3 giugno 2024

Lavoro e laurea, in Italia la percentuale peggiore in Europa

Molto tempo fa il possesso di una laurea (che a dire il vero pochi potevano permettersi) era un requisito che certamente avrebbe spalancato le porte del lavoro. Oggi invece lo scenario è drammaticamente all'opposto, visto che le statistiche dell'Unione Europea raccontano che i neolaureati italiani sono quelli che hanno più difficoltà a trovare una occupazione.

I dati sui laureati e il lavoro

I dati pubblicati da Eurostat, relativi all'anno 2023, evidenziano che l'82,8% dei neolaureati all'interno dell'Unione Europea ha un lavoro. Il dato è peraltro in crescita rispetto allo scorso anno, quando era 81,6%. In media inoltre occorre un periodo di tempo compreso tra uno e tre anni, dopo il conseguimento della laurea, per arrivare ad occupare un posto di lavoro.

In Italia lo scenario è molto diverso. Anzitutto i neolaureati che hanno un'occupazione sono soltanto il 67,3%, assai meno rispetto alla media Europea. Non solo, il nostro è l'unico paese dove la percentuale è al di sotto del 70%. Gli altri due peggiori infatti sono la Grecia con il 72,3% e la Romania con il 74,3%. Poco conforta il fatto che la percentuale italiana sia cresciuta di un paio di punti rispetto al 2022, visto che rimaniamo comunque abbondantemente indietro nella classifica.

I motivi delle difficoltà a trovare lavoro

Le ragioni per cui In Italia c'è questa percentuale così bassa sono differenti, e di sicuro fanno chiedere a molti giovani se oggi come oggi laurearsi convenga ancora. Sicuramente incide l'elevato livello di disoccupazione e di inattivi che c'è nel nostro paese. Anche in questo caso siamo al di sotto della media Europea, visto che il tasso di occupazione nella UE è al 66,3% , mentre da noi siamo al 61,9%.

La piaga del ghost jobs

Sulle difficoltà per i neolaureati di trovare lavoro incide anche il malcostume che serpeggia nel mercato, ossia i fenomeni di lavoro non regolamentato oppure i lavori fantasma (ecco come riconoscere il "ghost jobs"), ossia quelle occupazioni che in realtà non offrono reali opportunità se non quella di scoraggiare chi risponde a tali annunci e poi incassa una marea delusione.
Nel passaggio dall'Università al mondo del lavoro i giovani incontrano grandi difficoltà, che la frequentazione di stage e tirocini riescono in parte a mitigare.