giovedì 28 agosto 2025

Finanza, in Italia molti faticano a capire anche i concetti di base

La comprensione dei temi basilari dell'economia non è soltanto un fatto di scuola, ma un aspetto fondamentale per poter prendere delle decisioni efficaci nella propria vita. Per questo è allarmante che l'Italia sia molto indietro in quanto a conoscenza di finanza, come evidenzia un report stilato da OCSE/Infe (International Survey of Adult Financial Literacy, dicembre 2023).

Il report OCSE sulla conoscenza della finanza

Il nostro paese si colloca al 36esimo posto su 39 in quanto a conoscenza dei temi della finanza. 

Per giungere a questa classifica sono stati fatti dei sondaggi su alcuni concetti, e purtroppo soltanto il 16,6% degli italiani è riuscito a raggiungere un punteggio di 70 su 100, che è ritenuto quello minimo che occorre a gestire le proprie finanze in modo consapevole.

Problemi nella vita reale

Questo significa che più di 8 italiani su 10 non sanno gestire la propria situazione economica in modo davvero oculato. Cioè sa gestire i propri soldi, sa cosa fare dei propri risparmi e sa come proteggersi dai rischi di mercato.

Sono numeri impietosi, soprattutto se li mettiamo a confronto con quelli di altri paesi europei. La Germania è il paese guida la classifica, visto che lì oltre 7 persone su 10 raggiungono il punteggio minimo. Da noi, come detto, è poco più di 1 su 10. In Estonia e Finlandia sono quasi 5 su 10, in Spagna e Francia 4 su 10.

Comportamenti pratici scorretti

Tra le varie lacune che abbiamo in tema di finanza, una delle più serie riguarda proprio i comportamenti pratici. Ne facciamo correttamente solo 6 su 9, mentre gli altri 3 sono sbagliati. Anche in questo caso, la nostra posizione in classifica è nei bassifondi.

Tra i comportamenti scorretti che facciamo più spesso c'è quello di dimenticarci dei nostri conti. Soltanto poco più della metà degli italiani li controlla in modo costante. Gli altri lo fanno sporadicamente e questo aumenta il rischio di incappare in truffe finanziarie. Già il 10% circa degli italiani ne è stato vittima, e solo 1 su 10 di loro aveva le capacità di difendersi efficacemente.

domenica 24 agosto 2025

Investitori, ecco gli appuntamenti chiave dell'ultima settimana di agosto

Gli occhi dei mercati saranno puntati sulla FED e su Nvidia nei prossimi giorni. La questione dei tassi di interesse torna infatti ad essere cruciale per gli investitori, mentre la trimestrale del colosso tech sarà il cardine per gli investitori del mercato azionario.

Cosa guarderanno gli investitori

Dopo il discorso di Jerome Powell al simposio di Jackson Hole, le prospettive sui tassi globali saranno al centro dell'attenzione in questa settimana. Gli investitori studiano la sostenibilità dei segnali accomodanti lanciati dal capo della Federal Reserve, che hanno già provocato una pesante marcia indietro del dollaro. 

L'index del biglietto verde è sceso a meno di 98 venerdì, dopo che il presidente della Fed ha accennato a possibili tagli dei tassi, sebbene la disoccupazione rimanga bassa. Peraltro sta continuando a formarsi un diamante Diamond analisi tecnica, un pattern molto affidabile.

Dati macro e trimestrale Nvidia

Sul fronte macro, gli investitori aspettano il report sul reddito personale, sulla spesa e gli indici dei prezzi PCE statunitensi, oltre alle stime aggiornate sul PIL del secondo trimestre.
Inoltre, gli utili di Nvidia offrono nuove prospettive sul sentiment globale sull'intelligenza artificiale. Il gigante della progettazione di chip quest'anno ha vissuto un balzo del 31% a Wall Street.

Gli appuntamenti in Europa

Spostandoci in Europa, l'attenzione degli investitori si concentrerà sui verbali della riunione di luglio della BCE, che potrebbe definitivamente fermarsi dopo che otto tagli nell'ultimo anno hanno portato i costi di finanziamento al livello più basso dal 2022. Sul fronte dei dati, i dati sull'inflazione delle maggiori economie della regione saranno attentamente monitorati.
Nel Regno Unito si prospetta una settimana più tranquilla, cosa che non agevola una strategia spread trading forex sulla sterlina.

Il resto del mondo

Il calendario economico della Cina prevede la pubblicazione del PMI ufficiale, mentre il Giappone vivrà molte pubblicazioni economiche, tra cui produzione industriale, vendite al dettaglio, disoccupazione, fiducia dei consumatori e inflazione di Tokyo.
L'Australia si concentrerà sui verbali della riunione di politica monetaria della Reserve Bank of Australia, con crescenti aspettative per un taglio dei tassi il mese prossimo.

mercoledì 20 agosto 2025

Agricoltura italiana, scatta l'allarme per la raccolta delle mele

Il cardine dell'economia nazionale senza dubbio è l'agricoltura, sia per quanto riguarda il contributo interno che per il nostro export. Ecco perché è scattato un allarme dopo aver visto gli ultimi numeri riguardo alla raccolta delle mele, da poco iniziata nel nostro paese.

Il mercato delle mele e l'agricoltura

Anche se il nostro paese rimane comunque un gigante europeo nel mercato delle mele, visto che siamo secondi soltanto alla Polonia, la stagione della raccolta si è aperta con un dato che preoccupa gli esperti di agricoltura.  

C'è stato infatti un calo produttivo medio del 3% rispetto all'anno scorso. Complessivamente la produzione è stata pari a 2,25 miliardi di chili. Sembra un calo irrisorio, ma in realtà è molto importante e soprattutto è frutto di una forte disomogeneità a livello regionale.

I dati per territorio

Alcune aree manifestano grandi difficoltà, mentre poche altre stanno vivendo una fase di rimbalzo positivo. Questo è un aspetto importante secondo gli esperti di agricoltura. I dati diffusi da Coldiretti evidenziano che il Trentino ha aperto questa stagione di raccolta come una crescita del 5%, male invece il Veneto dove il raccolto è crollato dell'11%. 

Un calo più contenuto c'è stato anche in Alto Adige, 3%, mentre l'Emilia Romagna segna -6%. La situazione più complessa però è quella del Piemonte, dove la flessione produttiva raggiunge il 15%, il dato peggiore a livello nazionale. Al lato opposto della classifica c'è invece la Lombardia, dove la raccolta delle mele segna più 35%.

La spiegazione

Il motivo dietro questo andamento così vario ed eterogeneo è sostanzialmente climatico. La forte variabilità degli eventi atmosferici, e soprattutto l'impatto di quelli più estremi si fanno sentire sulla produzione della nostra agricoltura, generando anche situazioni estremamente variabili - come abbiamo appena visto - da regione a regione. 

Un discorso analogo riguarda anche la varietà delle singole mele. Quelle Golden, che sono una varietà più diffusa nel nostro paese, hanno registrato un aumento del 3%. Una delle varietà tradizionali come la Red Delicious ha raggiunto invece il minimo storico (-21%). Gli aspetti dell'Agricoltura sottolineano poi il forte calo delle mele biologiche, che sono scesi al 7% rispetto al raccolto totale.

giovedì 14 agosto 2025

Industria dell'auto in crisi, Porsche taglia la guidance e vira sulla difesa

Con i tempi difficili che stanno riguardando il settore automobilistico, la storica holding tedesca Porsche ha deciso di fare una virata strategica, puntando sull'industria della difesa. E' lì che prevede di fare grossi investimenti nel prossimo futuro.

La crisi di una grande industria

Il velo su questa nuova strategia è stato alzato in occasione della presentazione dell'ultima trimestrale. Porsche Automobil Holding SE, la holding che detiene partecipazioni rilevanti nelle case automobilistiche Volkswagen e Porsche AG (titoli che si possono negoziare sulle App trading bonus senza deposito), ha visto crollare l'utile netto di quasi la metà (da 2,1 miliardi del 2024 a 1,1 nel primo semestre 2025).

Questo crollo è legato soprattutto al forte calo di valore delle due grandi partecipazioni nei colossi dell'industria automobilistica europea (specialmente Volkswagen). Ancora più pesante il crollo dell’utile al netto delle imposte, precipitato a 300 milioni dai 2,1 miliardi dell’anno precedente.
La notizia positiva è che Porsche SE è riuscita a ridurre il debito netto a 4,9 miliardi di euro (da 5,2 miliardi).

La svolta sulla strategia aziendale

Siccome le prospettive dell'industria dell'auto continuano ad essere deboli, Porsche SE prevede ora un risultato netto rettificato del Gruppo al netto delle imposte compreso tra 1,6 e 3,6 miliardi di euro (in precedenza: tra 2,4 e 4,4 miliardi di euro).
Ma soprattutto, questo scenario ha spinto il management della holding tedesca a guardare altrove per i propri affari, per cercare di uscire dalla crisi più profonda della sua storia. Così la holding delle famiglie Porsche-Piëch ha reso ufficiale l’ingresso nel settore della difesa.

NB. Su molti titoli dell'industria tedesca quotati in borsa è possibile diventare copy trader opzioni binarie.

Il progetto

Vista la situazione geopolitica molto tesa e i crescenti requisiti in materia di sicurezza, Porsche SE ha deciso di tuffarsi con maggiore enfasi nel settore della difesa e della sicurezza, pur mantenendo il focus principale sulla mobilità e sulla tecnologia industriale.

Nel prossimo futuro, la holding vuole creare una piattaforma per investimenti in aziende tecnologiche emergenti nel settore della difesa. Inoltre verrà organizzato un "Defense Day". L'impegno si concentrerà su settori tecnologici come la sorveglianza satellitare, i sistemi di ricognizione e i sensori, la sicurezza informatica o i sistemi logistici e di approvvigionamento.

martedì 12 agosto 2025

Tariffe commerciali, Trump a lunga di tre mesi la tregua con la Cina

La data del 12 agosto era guardata con grande timore da parte dei mercati, dal momento che sarebbero dovuti entrare in vigore le tariffe commerciali contro la Cina. Un colpo di coda finale, Donald Trump ha però firmato un ordine esecutivo che allunga la tregua commerciale con Pechino per altri tre mesi, fino al 9 novembre.

Nuova speranza per disinnescare le tariffe commerciali

Washington e Pechino avranno altri 90 giorni di tempo per negoziare un accordo definitivo sulle tariffe commerciali, che altrimenti sarebbero state subito al 145% (l'export cinese verso gli USA) e al 125% (l'export americano Verso la Cina).  

Al momento invece i dazi rimangono decisi giunto a maggio, tariffe al 30% sui beni cinesi e al 10% su quelli Made in USA.
La nuova scadenza per raggiungere un'intesa è fissata proprio prima dell'impennata delle importazioni in vista del periodo natalizio.

Il mercato sorride ma resta dubbioso

È chiaro che aver scongiurato il pericolo maggiore ha rincuorato i mercati (le Borse UE sono positive dopo l'annuncio), che in ogni caso restano nell'incertezza riguardo a ciò che accadrà in futuro con le tariffe commerciali (non solo riguardo ai rapporti USA- Cina). 

Per adesso la proroga della tregua allenta i timori di una possibile nuova escalation, ma i nodi da sciogliere rimangono ancora tanti (si pensi alla tutela della proprietà intellettuale, agli aiuti di Stato e alle limitazioni alla vendita di tecnologie sensibili) e nessuno può immaginare che cosa accadrà in futuro.
Lo stesso Trump è rimasto sul vago nel parlare alla stampa, limitandosi a dire "Vedremo cosa succederà".

USA, Cina e Russia

La questione delle tariffe commerciali si intreccia anche con la questione della guerra in Ucraina, e quindi con la Russia. Infatti Pechino è un acquirente importante del petrolio russo e Trump vorrebbe interrompere o quantomeno ridurre notevolmente questo legame. In una partita analoga, quella con l'India, Trump ha imposto dazi secondari al 25% per gli acquisti di Nuova Delhi sul mercato petrolifero russo. Con la Cina potrebbe fare altrettanto.

mercoledì 6 agosto 2025

Banca Monte Paschi, il primo semestre si chiude con un boom

Tra le relazioni semestrali più attese di questa settimana c'era quella presentata da Banca Monte Paschi. L'istituto senese, dopo anni di grandi difficoltà, adesso si è rimesso in pista con numeri importanti e con ambizioni di conquista all'interno del RisiKo che sta interessando il settore.

Gli ultimi numeri della banca

Il primo semestre dell'istituto toscano si è chiuso con un balzo degli utili pari a 21,4%. In termini assoluti sono 857 milioni di euro. Lo scorso anno durante il primo semestre gli utili furono 706 milioni. 

Banca Monte Paschi ha realizzato inoltre ricavi per circa 2 miliardi di euro, con una crescita del 1,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo risultato deriva innanzitutto dalla forte crescita delle commissioni nette (9,1%) e dagli altri ricavi della gestione finanziaria (32,2%). Ciò ha consentito di bilanciare gli effetti negativi della dinamica del margine di interesse -6,7%, innescata dal calo dei tassi della BCE.

Il risultato operativo lordo del gruppo sale a 1,1 miliardi, mentre il risultato operativo netto è cresciuto a 936 milioni (dai 897 precedenti).

La solidità del patrimonio

Un aspetto che colpisce di banca Monte Paschi è la solidità del patrimonio netto del gruppo, che viene confermata dai vari coefficienti patrimoniali. Inoltre l'istituto senese sottolinea che i risultati dello stress test 2025 sono stati i migliori di sempre, a conferma della capacità del gruppo di generare capitale in modo sostenibile.

La reazione in borsa

Sulla scia di questi numeri, il titolo Monte Paschi ha messo il turbo a Piazza Affari. La quotazione è infatti cresciuta del 5% (con il Market facilitation index che evidenzia la forte spinta dei compratori), risultando non solo il titolo migliore di un settore che comunque è andato in crescita generalizzata, ma in assoluto quello che ha realizzato i guadagni maggiori di tutto il FTSE Mib. 

NB. Quando si negozia un titolo in borsa, bisogna sempre tenere d'occhio la sua deviazione standard trading per la volatilità.   

Protagonista nel RisiKo bancario

Intanto la banca di Siena è determinata a recitare un ruolo importante all'interno del RisiKo bancario che caratterizza l'Italia. MPS Infatti è pronta a rilanciare l'offerta pubblica di scambio su Mediobanca visto che ha un eccesso di capitale pari a 2,8 miliardi, che potrebbe consentire di potenziare l'offerta su piazzetta Cuccia.

lunedì 4 agosto 2025

Mercato azionario, eToro prepara una svolta blockchain

Chi opera sui mercati conosce il nome di eToro, una delle aziende più innovative per gli amanti del trading online. Da maggio scorso ha anche un proprio titolo quotato al Nasdaq, l'indice tech del mercato azionario USA, e ben presto potrebbe realizzare una nuova svolta.

Una blockchain per il mercato azionario

L'amministratore delegato Yoni Assia, CEO della piattaforma di trading, ha detto in un'intervista a Fortune che verrà sfruttata una propria blockchain per sostenere milioni di transazioni mensili e accelerare l’offerta di nuovi asset digitali.

Uno strumento del genere servirà a eToro per supportare l’enorme volume di transazioni gestito ogni mese (su titoli del mercato azionario, valute, crypto, etf ed altro), visto che le reti esistenti non sono più in grado di farlo con efficienza. Dal punto di vista tecnico verrà sfruttata una sidechain, ossia una “catena leggera” collegata a una blockchain principale. Questo dovrebbe permettere, mantenendo i massimi standard di sicurezza, la gestione in modo più veloce ed economico delle operazioni.

A chi affidare la nuova struttura?

Al momento non è stato ancora deciso a quale piattaforma si affiderà eToro come partner tecnologico. Ci sarebbero trattative in corso con 4 o 5 potenziali candidati. Servirà comunque del tempo prima di arrivare al lancio definitivo, che dovrebbe comunque essere graduale. Inizialmente questa possibilità sarà data solo al mercato Europeo, e comunque aperta solo a investitori scelti. 

La tokenizzazione dei titoli

Concretamente, il processo di tokenizzazione di titoli del mercato azionario e di ETF più popolari negli Stati Uniti, trasformerà questi asset tradizionali in digitali ERC20 (lo standard dei token su Ethereum). Questo consentirà di scambiarli 24 ore al giorno per 5 giorni, ossia oltre le attuali limitazioni degli orari di borsa. 

In partenza, saranno 100 i titoli e ETF tokenizzati, tra cui i principali nomi USA. Inoltre, le azioni tokenizzate potranno essere trasferite tra i wallet digitali di eToro, spianando così la strada a una finanza decentralizzata anche per titoli regolamentati sul mercato azionario.

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