mercoledì 31 ottobre 2018

Bitcoin, 10 anni tra alti e bassi, speculazioni e accuse

Malgrado le previsioni funeste dei sui primi mesi di vita, il Bitcoin è ancora vivo e continua a far parlare di sé. A dieci anni di distanza, molti ancora non sono riusciti a inquadrarlo bene: è una opportunità o una fronde (come disse il CEO di Jp Morgan)?

L'ascesa del Bitcoin

La prima volta che un Bitcoin venne quotato fu nel 2009, quasi un decennio fa. All'epoca il valore di questa criptovaluta era minimo. Infatti bastava un solo dollaro per avere 1.309,03 Bitcoin. Oggi quell'ammontare di BTC potrebbe essere scambiato con circa 8 milioni di dollari. Appena qualche mese fa sarebbero stati addirittura 25 milioni. Già perché la capostipite di tutte le cryptocurrencies ai suoi albori valeva neppure un decimo di pence, mentre oggi vale circa 6 mila dollari.

Certo, questo decennio è stato un continuo saliscendi dalle montagne russe. Anche se proprio gli ultimi mesi sorprendono per la "ordinaria" stabilità delle quotazioni. Cosa davvero anomala per uno strumento abituato a rally clamorosi e cadute rovinose. L'esempio più evidente risale a un annetto fa. L'ondata speculativa spinse il BTC da 1000 dollari verso i 20mila dollari nel giro di pochi mesi, e i trader non facevano che parlarne. Si chiedevano quale fosse il time frame trading migliore, quale fosse lo scenario futuro più probabile, se si potesse giungere a 100 mila dollari. Ma con altrettanta violenza c'è stato un tracollo fino a 10 mila nell'arco di 20 giorni. Manipolazione dei prezzi, come sostengono in molti? Forse, ma nessuno può saperlo.

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Quello che invece è chiaro a tutti è che il Bitcoin ha un po' perso la sua funzione originaria. Avrebbe dovuto essere una moneta elettronica senza intermediari non basata sulla fiducia. Così non è. Infatti la valuta digitale più nota al mondo è stata usata assai più spesso come oggetto di speculazione che come moneta. Peraltro gli intermediari ci sono eccome, e non tutti sono veramente affidabili. Inoltre una vera moneta il Bitcoin non potrà mai neppure essere. Ma tutte queste contraddizioni sono la vita stessa del Bitcoin, che dopo 10 anni è ancora qui a far parlare di sé.

sabato 27 ottobre 2018

Standard & Poor's avverte l'Italia: outlook negativo anche se stabile a BBB

Dopo il declassamento deciso da Moody's solo una settimana fa, c'era molta attesa per conoscere il rating e il giudizio di Standard & Poor's nei confronti dell'Italia. Alla fine è stato confermato il valore BBB, ma è stato rivisto al ribasso l'outlook, che è cambiato da stabile a negativo. Con un avvertimento: le misure del governo 'peseranno sulla performance economica e finanziaria' del Paese, e potrebbero minare la ripresa e la sostenibilità dei conti pubblici.

Rating e outlook negativo

La conferma della valutazione BBB da parte dell'agenzia di rating si basa sul fatto che l'economia italiana è ricca e diversificata. Tuttavia l'outlook è stato portato al livello "negativo". Questo soprattutto per via delle misure che il Governo vuole varare con la legge di bilancio (Che peraltro ha portato allo scontro aperto con la UE). La volontà di aumentare l'indebitamento pubblico per sostenere la crescita, secondo gli analisti dell'azienda di rating potrebbero finire per minare la crescita stessa. Secondo S&P le stime sul futuro dell'economia italiana sono troppo ottimistiche, e le rivede all'1,1% sia per quest'anno che per il prossimo. Inoltre prevede che il deficit si attesti l'anno prossimo al 2,7%, superiore quindi al 2,4% previsto da Palazzo Chigi. La virata rispetto al recente passato, in special modo per quel che riguarda il debito, "indebolirà probabilmente la posizione di bilancio dell'Italia e le sue prospettive economiche''.

L'agenzia newyorkese ha parlato anche di banche, evidenziando gli effetti negativi dell'aumento dei rendimenti sui titoli di stato italiani sull'accesso ai finanziamenti. Ha parlato anche di pensioni, sottolineando che capovolgere la legge Fornero significa azzerare i guadagni' realizzati con la riforma e minacciare la sostenibilità di lungo termine dei conti pubblici. Ha parlato di reddito di cittadinanza, giudicato rischioso perché potrebbe mettere sotto pressione i salari e disincentivare chi cerca un'occupazione.

Cosa accade adesso

Ma cosa comporta l'outlook negativo? Nell'immediato nulla, ma apre un periodo di 24 mesi durante i quali S&P potrebbe tagliare il rating. Questo accadrà qualora il PIL dovesse crescere meno delle attese oppure se deficit e il debito saranno superiori alle attese. D'altra parte però, se la ripresa dovesse effettivamente accelerare allora sarà possibile anche un ritorno all'outlook stabile.

venerdì 26 ottobre 2018

Banca Centrale Europea avanti senza cambiare. Euro ai minimi di due mesi sul dollaro

E' stato un giovedì molto pesante per l'euro, che è scivolato ai minimi di due mesi contro il dollaro sotto il livello di 1.14. A prescindere da alcuni dati macro poco esaltanti, sono state soprattutto le parole del presidente della Banca centrale europea - Mario Draghi - a zavorrare la valuta unica.

L'orientamento della Banca Centrale

Il numero uno della Eurotower ha detto che la banca virerà verso una politica restrittiva nonostante i timori sul futuro economico e politico dell'Unione monetaria. Da una parte la BCE conferma la fine del programma di Quantitative Easing alla fine del 2018, mentre riguardo ai tassi di interesse il primo ritocco è previsto per la prossima estate. Quando? C'è chi con ottimismo dice giugno, chi invece in relazione alle prospettive economiche che nel frattempo si sono un po' deteriorate dice settembre.

Ad ogni modo, ieri la moneta unica è salita subito dopo l'annuncio della conferma dei tassi di interessa da parte della della banca centrale. Poi l'euro ha iniziato a deprezzarsi nuovamente. Chi adotta strategia spread trading forex (esempi) avrà potuto fare diversi "giochetti" con le coppie valutarie. Alla fine, dopo aver toccato quota 1.1361 (minimo dal 16 agosto), la moneta unica s'è fermata poco sotto 1.14. Intanto l'indice del dollaro ha toccato un massimo di due mesi di 96.681, in rialzo di 27 punti base dallo scoperto.

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Un'altra cosa rilevante da sottolineare è che secondo la Banca Centra Europea, alcuni fattori di rischio per i mercati comunque rimangono. Il riferimento è al confronto tra Italia e Commissione europea sugli obiettivi di bilancio, alle tensioni commerciali tra Usa e Cina e ai segnali poco incoraggianti dal lato della congiuntura.

martedì 23 ottobre 2018

Risparmio, il tasso lordo italiano cala. E non conosciamo neppure l'ABC della finanza

Gli italiani continuano a confermarsi un popolo di risparmiatori, ma il tasso di risparmio lordo rispetto al reddito disponibile sta progressivamente calando ed è inferiore alla media UE. A fine 2017 risultava pari al 9,7%, a fronte dell’11.8% della media dell’Eurozona. Si è sperato negli ultimi anni in un recupero, che però evidentemente non c'è stato. Lo dice la Consob, che sottolinea come l'educazione finanziaria degli italiani sia complessivamente ancora molto scarsa.

Cosa facciamo del nostro risparmio

Il Rapporto Consob sul risparmio evidenzia che un italiano su due non conosce nemmeno le nozioni fondamentali riguardo all'economia. E non parliamo di chissà quali concetti, ma anche della semplice nozione di inflazione, oppure di mutui, relazione rischio/rendimento, diversificazione.

E quando i concetti si fanno più complessi, come ad esempio la relazione prezzo/tassi di interesse delle obbligazioni e rischiosità delle azioni, la quota di coloro che rispondono correttamente scende al di sotto del 20%. Il guaio è che oltre ad essere un bel po' ignorati in tema finanziario, nel 30% dei casi ci sopravvalutiamo ritenendoci in grado di rispondere. E sbagliamo. Solo il 20% del campione inoltre desidera accrescere le proprie competenze finanziarie, e la maggioranza di questi sono donne.

Investimenti e rischi

Per quanto riguarda il grado di partecipazione all'attività finanziaria, circa una famiglia italiana su tre (per la precisione il 29%) ha in portafoglio almeno un prodotto o uno strumento finanziario. L'asset preferito sono i titoli di Stato (che sono l'asset più conosciuto dal 54% degli investitori) e i fondi comuni. E come si sceglie? In base alla fiducia o alle indicazioni della propria banca. Tre investitori su 4 non legge neppure il prospetto finanziario che segnala le criticità del prodotto nel quale si investe. Non stupisce quindi che solo 1 su 10 del campione esaminato da Consob sia stato in grado di ordinare correttamente alcune opzioni di investimento per livello di rischio. Quasi la metà poi non si preoccupa neppure di monitorare il proprio investimento, e un terzo non ha affatto un piano finanziario.

La cosa positiva riguardo alle famiglie italiane è la loro percentuale di indebitamento. In questo siamo tra i più virtuosi in Europa, visto che il rapporto debito-Pil è pari al 40% a fronte di poco meno del 60% per la media dell’area euro.

sabato 20 ottobre 2018

Euro-dollaro, settimana in lieve ribasso a causa dell'Italia

La settimana dell'euro-dollaro non ha regalato un grande movimento. La coppia di valute più scambiata nel Forex infatti ha chiuso la settimana di contrattazioni a quota 1,1514, con un calo dello 0,39% rispetto alla settimana scorsa. Dopo una prima parte decisamente propizia al biglietto verde nella parte finale della settimana l’euro si è mosso in lieve rialzo, malgrado i toni hawkish emersi dalle minute della FED. La spinta è arrivata dai dati sulla bilancia commerciale, che sono stati migliori delle previsioni.

L'andamento dell'euro-dollaro

L'evento che più di tutti ha catalizzato l'interesse dei trader è stato senza dubbio la tensione tra UE e Italia riguardo alla manovra economica. L'Eurozona si è mossa compatta nel criticare la manovra italiana. Questo ha spinto il cambio euro-dollaro verso 1,1433 dollari il il 19 ottobre. Quindi davvero a un soffio dal minimo dei due mesi a 1,1432 (9 ottobre). Chi conosce quali sono indicatori di trend following, potrà notare che molti di essi evidenziano un probabile proseguimento dell'andamento ribassista di questa coppia. A livello complessivo dobbiamo poi tenere conto che l'euro attraversa un momento di sofferenza, e questo potrebbe peggiorare se la crisi tra Roma e Bruxelles dovesse andare avanti. Peraltro il dollaro ora sta facendo in modo che i rendimenti siano interessanti.

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Dal punto di vista tecnico, è molto interessante monitorare soprattutto due livelli. Si tratta dei limiti superiore e inferiore del range nel quale la coppia si muove da mesi. Ossia 1,12772 e 1,17667. Nel medio termine la rottura di uno di questi due livelli potrebbe dare una certa direzionalità alla coppia. Sempre dal punto di vista tecnico, è interessante notare come venerdì i prezzi sono rimbalzati su due livelli molto importanti: l'angolo di 45 gradi e la cima di un arco di Gann.

giovedì 18 ottobre 2018

Brexit, accordo ancora lontano. Si fa strada l'ipotesi "no deal"

L'Eurozona torna a preoccuparsi in modo forte per la Brexit. Il vertice UE sull'addio di Londra è finito con un buco nell'acqua, e ci si prepara all'ipotesi sempre più concreta di una uscita senza accordo.

Lo stallo sulla Brexit

La premier britannica Theresa May ha incontrato a Bruxelles i leader dell'Unione europea, ma senza raggiungere una intesa. La grossa novità è che i 27 Paesi hanno annullato il vertice straordinario in programma tra un mese, proprio perché si preparano allo scenario del "no deal". Mancando infatti "sufficienti progressi" nelle trattative con il Regno Unito, il vertice allo stato attuale dei fatti sarebbe inutile. Tuttavia, i 27 si sono detti pronti a convocare un Consiglio europeo, se dal capo negoziatore Barnier dovessero giungere segnali di progressi decisivi.

Quanto sia duro trovare un punto di incontro si capisce dalle stesse parole a commento dei fatti. Da una parte Theresa May sostiene che l'accordo si a "portata di mano", ma dall'altra il capo negoziatore dell'Ue dice che manca "molto tempo" perché ci sono divergenze importanti su temi che non sono proprio dei dettagli (primo tra tutti la questione spinosa del confine irlandese). Pessimista il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, secondo il quale è necessario "preparare l'UE per uno scenario no deal".

Allungare il periodo di transizione

Nel frattempo il Times sostiene che la Gran Bretagna stia cercando di prolungare il periodo di transizione post Brexit, che scatterà il prossimo 29 marzo e durerà 21 mesi. In questo modo si allungherebbero i tempi dei per negoziare un accordo di libero scambio con l'Unione europea. In sostanza la May sarebbe pronta a accettare di allungare il periodo transitorio durante il quale il Regno Unito applicherà le regole Ue anche dopo la Brexit, oltre il 31 dicembre 2020 (quando ciò scadrebbero i 21 mesi già previsti). Secondo il Financial Times, il commissario europeo Michel Barnier, responsabile dei negoziati sulla Brexit per l'Ue, sarebbe disponibile a prolungare addirittura di un anno questo periodo di transizione, quindi fino a dicembre 2021.

martedì 16 ottobre 2018

Dollaro, indice poco mosso dopo i dati sulla Produzione Industriale

L’indice del dollaro resta sostanzialmente immutato nei confronti delle principali controparti sul mercato dei cambi. Il Dollar Index infatti non si è discostato molto dal record negativo delle ultime tre settimane e viaggia su quota 94.7.

L'andamento del dollaro

Sul fronte macroeconomico c'era molta attesa per i dati della Federal Reserve sulla Produzione Industriale di settembre, per l'impatto che avrebbero potuto avere sul dollaro. Il report ha evidenziato una crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente. Il dato si è rivelato migliore delle aspettative (+0,2%) ma in calo rispetto alla rilevazione precedente (+0,4%). Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è al 78,1%, senza variazione rispetto alla rilevazione precedente ma sotto le aspettative degli analisti (pari al 78,2%). Rispetto allo stesso mese del 2017, la produzione industriale risulta in crescita del 5,1%, l’incremento maggiore degli ultimi otto anni. Nel terzo trimestre la produzione è cresciuta del 3,3%; nel secondo era salita del 5,3%.

Questi dati non hanno fornito un grande slancio al biglietto verde, che nei giorni scorsi è stato penalizzato dalla deludente lettura delle statistiche di venerdì sulle vendite al dettaglio di settembre (per i dati si può far riferimento alla migliore piattaforma forex italiana). A contenere la flessione del dollaro c'è però la tensione sui rendimenti dei Treasuries, che impedisce un’eccessiva flessione del cambio. In questo momento più che una vera correzione, il mercato pare stia facendo un cauto ritracciamento.

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Ad ogni modo, i veri driver del mercato finanziario continuano ad essere soprattutto quelli dell'Eurozona. il riferimento è alla situazione italiana e all'evoluzione dei negoziati riguardo alla Brexit.

sabato 13 ottobre 2018

Manovra economica, l'Italia nel mirino di BCE, UE ed FMI

L'Italia resta nel mirino delle maggiori istituzioni internazionali. Nel giro di poche ore sono giunti moniti più o meno pesanti da FMI, BCE e UE, più o meno nelle stesse ore in cui il premier Conte escludeva modifiche significative alla manovra economica.

Le critiche alla manovra economica

Il primo affondo alla manovra economica arriva dal summit del Fondo Monetario di Bali. Il capo Dipartimento europeo Poul Thomsen invita l'Italia a non procedere nella direzione opposta ai suggerimenti dati, perché non è il momento di rilassarsi sulle politiche fiscali. "Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio che ha portato l'Italia a crescere sotto il suo potenziale". Il secondo affondo arriva dalla Bce, e peraltro proprio dal suo capo italiano Mario Draghi. Pur senza citare direttamente il nostro paese, Draghi rimarca che «la crescita ampia e attualmente in corso richiede la ricostituzione dei buffer fiscali. i Paesi in cui il debito pubblico è elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per avere bilanci sani».

Come se non bastassero gli avvertimenti già avuti, alla manovra economica arriva un altro colpo dal presidente della Commissione Europea Juncker. Dalle pagine di Le Monde accusa l’Italia di «non rispettare la parola data. Ha usufruito di 30 miliardi di euro di più rispetto a quelli che avrebbe potuto se avessimo applicato meccanicamente le regole. Basta dipingerci come mostri freddi, chiusi in un bunker e insensibili alle richieste del popolo». Ha poi rivolto un nuovo appello alle autorità italiane affinché "rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea".

Il prossimo passaggio cruciale sarà a inizio settimana, quando l'Italia dovrebbe presentare la manovra economica alla Commissione Ue, anche se l'appuntamento potrebbe slittare anche di qulche giorno. Probabilmente sarà proprio il premier Conte a illustrarla ai partner tra mercoledì e venerdì durante il consiglio europeo.

giovedì 11 ottobre 2018

Euro dollaro ancora a galla oltre 1.15. Ma quanto durerà?

Dopo essere scivolato sotto quota 1.15, l'euro l'ha recuperata nei confronti del dollaro e continua a restare oltre quella soglia. Tuttavia, non c'è grande fiducia da parte delle banche d'affari nella ripresa del cambio euro dollaro.

Dopo una marcia molto solida fino a quota 1.18, l'euro dollaro ha cominciato a indebolirsi progressivamente, scendendo a inizio settimana al di sotto di quota 1,145. Il calo della valuta unica è stato propiziato dalle tensioni legate alla situazione politica in Italia. Chi sa il forex trading come funziona, comprende bene quanto questa tensione possa turbare i mercati. Però ha giocato un ruolo importante anche la corsa dei rendimenti dei titoli di Stato Usa, giunti oltre quota 3%.

Le prospettive dell'euro dollaro

Secondo molti analisti, ambedue questi fattori non eserciteranno pressione sulla coppia euro dollaro ancora a lungo. Per gli esperti infatti è difficile che i rendimenti dei Treasury potranno spingersi più in alto. D'altro canto la moneta unica non dovrebbe indebolirsi ulteriormente per gli scontri sul bilancio italiano, ne' dovrebbero verificarsi effetti contagio.

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Tuttavia, l'orientamento prevalente è che comunque ci sarà una maggiore spinta sul biglietto verde che non sull'euro. In questo senso potrebbe essere importante l'assenza di segnali di distensione tra Cina e Stati Uniti sul tema del commercio, nonché la continuazione del ciclo di rialzi dei tassi da parte della FED. Senza dimenticare che i segnali che manda l'economia a stelle e strisce continuano a essere molto solidi. Occhio però al possibile impatto delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti. Nel caso in cui ci fosse la perdita del controllo del Congresso da parte dei Repubblicani si potrà assistere ad un indebolimento del dollaro.

In linea di massima, l'orientamento maggiore ritiene che il dollaro rimarrà forte finché a metà del prossimo anno però la Fed avrà raggiunto l'apice del suo percorso di stretta sui tassi, e al tempo stesso dovrebbe cominciare il percorso di normalizzazione della BCE. Sarà allora che il biglietto verde inizierà ad indietreggiare contro la moneta unica.

martedì 9 ottobre 2018

Debito pubblico, l'Italia incassa un nuovo monito dal FMI

Nella delicata questione del debito pubblico italiano entra adesso anche il Fondo Monetario Internazionale, che invita il nostro paese a non cancellare le riforme già fatte perché potrebbero di nuovo mettere a rischio la sostenibilità del debito stesso.

Il Fondo e il debito pubblico

Il World Economic Outlook dell’Fmi, presentato a Bali, taglia le previsioni sul commercio globale a causa del deterioramento del contesto generale. La crescita è in calo e si fermerà al 3,7% raggiunto l’anno scorso (-0,2% rispetto alle stime di luglio). I venti di guerra commerciale continueranno a pesare sull’outlook, mentre i mercati emergenti risentiranno ancora di condizioni finanziarie meno accomodanti e dei crescenti deflussi di capitale.

Secondo l'FMI l'economia del nostro paese crescerà dell’1,2% nel 2018 e dell’1% nel 2019, in linea con le previsioni di luglio. Il rallentamento della crescita dell’economia italiana viene imputato al deterioramento di fondo della domanda estera e interna, unito all’incertezza politica sull’agenda del nuovo governo nato a maggio dall’accordo tra Movimento Cinque Stelle e Lega. L’organismo di Washington sottolinea le preoccupazioni derivanti dalle ultime discussioni sul Def e sulla futura manovra di bilancio. La raccomandazione è di non toccare la legge Fornero e il Jobs Act, e lavorare senza danneggiare la sostenibilità del debito pubblico.

Lo spread


Il Fondo avverte che se l’Italia compierà passi indietro in tal senso, gli spread si allargheranno e il problema del debito pubblico tornerà a farsi sentire con forza.

Le recenti dinamiche dei Btp offrono un altra sponda ai moniti del Fondo: un ulteriore calo delle quotazioni dei titoli di Stato potrebbe peggiorare la dinamica del debito pubblico italiano, con possibili ricadute anche su altri Paesi, innescando nuovamente il circolo vizioso tra debito sovrano e banche. L'FMI aggiunge anche altro. Quei paesi con limitato spazio di bilancio (per esempio Francia, Italia e Spagna) dovrebbero usare questo periodo di crescita sopra il potenziale e di politica monetaria accomodante per ricostruire cuscinetti di bilancio, che potrebbero alleviare le tensioni fra banche e debito sovrano.

domenica 7 ottobre 2018

Sterlina spinta al rialzo dall'ottimismo circa la Brexit

La sterlina si è messa a correre, trascinata da alcune sensazioni positive riguardo alla faccenda Brexit. La valuta britannica è arrivata a toccare un massimo di due mesi rispetto all'euro e ha guadagnato anche contro il dollaro americano.

Cosa accade alla sterlina

I negoziatori hanno affermato di ritenere un accordo di divorzio "molto vicino". Fonti dell'UE hanno detto giovedì che i negoziatori hanno visto la bozza di un compromesso sulla questione dei confini irlandesi, alimentando le speranze che possa essere raggiunta una intesa. Le più recenti indiscrezioni di stampa sostengono che il compromesso tra Unione europea e Regno Unito potrà essere siglato a breve, nell’arco di qualche settimana. E' stata indicata anche una possibile data in occasione delle prossime riunioni tra i leader della Ue che si terranno il 17-18 ottobre e il 17-18 novembre.

Queste indiscrezioni hanno messo le ali alla sterlina, divenuta una dei punti fermi di chi adotta la strategia forex intraday trading. Il pound è salito dello 0,3 percento a 88,045 pence, il valore più alto dal 4 luglio. La valuta britannica è salita anche a un massimo di cinque giorni rispetto al dollaro, raggiungendo $ 1,3101 prima di perdere alcuni di questi guadagni.

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Il legame sterlina-Brexit

Va ricordato che negli ultimi due anni le incertezze legate al divorzio tra le parti hanno appesantito spesso la valuta britannica. In molti hanno sempre avuto dubbi sulle reali possibilità di trovare il tanto atteso accordo sulla Brexit, e non a caso dal 23 giugno 2016 in poi la sterlina non ha fatto che deprezzarsi. Adesso, a circa 6 mesi dalla scadenza del 29 marzo 2019, le negoziazioni potrebbero essere in dirittura d’arrivo. Il mercato ha creduto all’ipotesi di un prossimo accordo, e gli investitori sono tornati a puntare sulla sterlina.

Va detto che una volta che sul mercato si innesca un certo ottimismo, bisogna che i prossimi passi concreti vadano in questa direzione. Un eventuale ritardo infatti potrebbe essere accolto molto nervosamente dai mercati, finendo per penalizzare di nuovo la sterlina.

giovedì 4 ottobre 2018

Lavoro e donne, resta forte la disparità di trattamento con gli uomini

Stipendi uguali, ma due mesi di lavoro in più per ottenerlo. Questo è il divario di trattamento tra uomini e donne europee nel mondo del lavoro. Lo ha evidenizato un rapporto Oxfam (“Raising their voices against precariousness: women’s experiences of in-work poverty in Europe”), che ha analizzato la situazione del mercato occupazionale in 28 paesi della UE nel corso del 2017.

I numeri delle donne al lavoro

lavoro donnaIl lavoro femminile rimane ancora discriminato rispetto a quello maschile. Occorrono loro ben 59 giorni di lavoro in più per guadagnare la stessa cifra degli uomini. Ma non solo, le donne continuano ad essere più esposte al rischio sottoccupazione rispetto ai colleghi maschi, mentre continuano a portarsi dietro anche buona parte del peso delle questioni domestiche. Quando ottengono un posto, quindi spesso le loro competenze non vengono valorizzate. In Italia questo accade al 25% di esse.

Sempre nel 2017, l’incidenza delle donne europee sul totale dei soggetti che lavorano in regime di "part time involontario" è stata dell'80%. In Italia questa media scende al 69.5%, pur rimanendo comunque altissima. Una condizione nella maggior parte dovuta all’impossibilità di conciliare i tempi della maternità e della vita familiare con il lavoro (i lavori domestici sono all'81% ancora prerogativa delle donne, mentre il 97% delle donne contro il 72% degli uomini si prende cura dei propri figli).

In Italia inoltre continua ad esserci il forte problema dell'accesso al mercato del lavoro: solo una donna su due lavorava nel 2017. E' una triste costante durante i colloqui di lavoro la domanda: "vorrai avere figli?". E quando lavorano, retribuzione e avanzamento di carriera sono altri due fattori in cui sono svantaggiate rispetto ai colleghi maschi. Inoltre più del 10% delle donne occupate era a rischio di povertà, ovvero donne che pur lavorando vivono in un nucleo familiare con un reddito disponibile al di sotto della soglia del rischio povertà (Sotto questo aspetto, l'Italia sarebbe tra i Paesi con peggiore performance in Europa).

martedì 2 ottobre 2018

Ripple mette il turbo sui mercati dopo l'annuncio di xRapid

La notte appena trascorsa è stata entusiasmante per gli investitori di Ripple. La criptovaluta infatti ha segnato un rialzo importante, all'incirca di 7 punti percentuali. Il motivo di questo balzo è xRapid, ovvero il sistema progettato dalla società per riuscire a effettuare pagamenti internazionali con facilità e rapidità.

La svolta per Ripple

L'annuncio dell'arrivo di xRapid è stato dato dall'azienda californiana nella giornata di lunedì 1 ottobre. Questo sistema innovativo consentirà di sfruttare la criptovaluta XRP in modo da concludere transazioni cross-border in pochissimi minuti. Il sistema verrà utilizzato da tre soggetti, ovvero Mercury FX, Cualix e Catalyst Corporate Federal Credit Union. Questo sbarco è stato il volano alla quotazione di Ripple, dal momento che è stato accolto dagli investitori con estremo entusiasmo.

Il valore della criptovaluta è schizzato da quota $0,545 a quota $0,588 in poco più di due ore (suggeriamo di usare un grafico con l'indicatore alligator trading forex). Solo dopo si è assistito ad un lieve rimbalzo verso quota 0,574, cosa che sta proseguendo anche nella giornata di oggi (probabilmente incidono molto le prese di beneficio degli investitori mordi e fuggi).

La sfida di Ripple ad Ethereum

Nel corso dell’ultimo weekend Ripple ha accresciuto il proprio valore giungendo a 23 miliardi di dollari di capitalizzazione azionaria. In pratica si è rinnovato il duello con Ethereum per il posto d'onore sul podio delle criptovalute. Ethereum ha 23,5 miliardi di capitalizzazione. Il sorpasso si era già concretizzato la scorsa settimana, ma poi era svanito dopo una fase di correzione.

Consiglio: oltre all'Alligator, suggeriamo si studiare con attenzione i movimenti dell'ATR indicatore Average True Range analisi tecnica.

Lo sbarco di xRapid sul mercato darà probabilmente quella spinta decisa a Ripple per operare il nuovo sorpasso e, probabilmente, anche per conservare la posizione di vice-leader del settore.