sabato 6 aprile 2019

Mercati, il dollaro fa su e giù tra dazi e dati macro

L'ultimo giorno di negoziazione sui mercati è stato caratterizzato soprattutto da due eventi. Il primo è la schiarita sul fronte dei dazi tra USA e Cina, il secondo sono i dati sul lavoro degli Stati Uniti.

La guerra dei dazi e i mercati

Sul fronte commerciale va segnalato il grosso passo in avanti nei negoziati tra Stati Uniti e Cina. Trump ha annunciato che un'intesa potrebbe essere raggiunta "entro le prossime quattro settimane, forse qualcosa di più o forse qualcosa di meno". Dal canto suo il vice premier cinese Liu He, ha definito gli ultimi incontri "fruttuosi". I mercati sperano che un accordo tra i paesi possa rimuovere alcuni ostacoli globali alla crescita, e per questo hanno reagito positivamente alla notizia.

Per questo motivo durante la mattinata di venerdì, il dollaro ha dato una bella sgasata rispetto alle altre valute principali. Il biglietto verde ha raggiunto i massimi di 3 settimane contro lo Yen giapponese (valuta rifugio), facendo la gioia di chi ci ha puntato adottando strategie di trading a breve termine.

I dati sul lavoro USA

Nel pomeriggio però gli entusiasmi dei mercati si sono raffreddati. Sono infatti stati resi noti i dati sul lavoro USA, che hanno avuto un tenore misto. Da una parte infatti c'è stato un report positivo circa il numero di buste paga non agricole (Non Farm Payrolls), salite di 196.000 unità contro le 180.000 previste. Un bel passo in avanti dopo la deludente lettura di febbraio (la più bassa da settembre). Tuttavia a una tale crescita non corrisponde una forte pressione salariale. La paga oraria media infatti è cresciuta solo di quattro centesimi (0,1%) dopo il salto dello 0,4 percento a febbraio.

Consiglio: fare trading con bonus senza deposito forex non è sempre la scelta migliore per approcciare ai mercati finanziari.
 
Questo rapporto dal tenore misto è stato interpretato dai mercati come un segnale che la FED ha ragione. L'istituto centrale ha deciso di sospendere il ciclo di strette sui tassi, dopo i quattro rialzi varati lo scorso anno. Le incertezze riguardo alle prospettive dell'economia americana, danno ragione a questo atteggiamento. Ciò spiega perché dopo i dati sull'occupazione, il biglietto verde ha ridotto i guadagni e alla fine è rimasto stabile contro l'Euro e lo Yen, mentre l'indice del biglietto verde è stabile attorno quota 97.

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