lunedì 30 settembre 2024

Costo della casa, l'Italia viaggia in controtendenza rispetto all'Europa

Mentre in tutta Europa si sta assistendo ad una progressiva diminuzione del costo della casa, in Italia viaggiamo sul binario opposto perché nel primo trimestre di quest'anno c'è stata una crescita del 1,7%.

Cosa si intende per costo della casa

Bisogna precisare innanzitutto che quando parliamo di costo della casa non ci riferiamo soltanto al prezzo necessario per acquistarla, ma ad un indicatore più complesso per via del fatto che vengono presi in considerazione anche altri parametri. Ad esempio, quanta parte del reddito di una famiglia finisce per essere utilizzata per la propria abitazione.

Si scopre così che la media Europea si attesta al 15%, mentre il popolo che spende di più per la propria casa è quello finlandese, che gli destina il 24% delle proprie entrate. Sul gradino più basso della classifica ci sono i polacchi, che per la casa spendono soltanto il 6% delle loro entrate.

L'Italia cambia rotta

Nel nostro paese l'ultimo decennio è stato caratterizzato da un costo della casa generalmente più basso rispetto alla media Europea. Tuttavia le cose sono cambiate in tempi più recenti. Il primo trimestre di quest'anno ad esempio c'è stata una crescita del 1,7%, mentre nella Eurozona c'è stato un calo dello 0,4%.

L'andamento calante d'Europa

Va sottolineato che questo andamento calante è diffuso nella maggior parte dei paesi europei. A cominciare dalla Germania, considerata la locomotiva economica d'Europa. Il costo della casa lì è repentinamente crollato del 6,6% nel corso del primo trimestre di quest'anno. Un calo notevole l'ha avuto anche la Francia, -4,8%. Anche il ricchissimo Lussemburgo ha avuto un calo notevole, addirittura -10,9%.

Ci sono diverse ragioni per cui il costo della casa sta scendendo in Europa, ma principalmente questo è ascrivibile all'aumento dei tassi di interesse degli ultimi anni da parte della BCE. Il lungo periodo di tassi di interesse elevati ha reso i mutui più costosi e meno accessibili per i compratori di casa, con conseguente riduzione della domanda di abitazione. Proprio per questo il recente avvio dei tagli dei tassi da parte della BCE potrebbe far cambiare le cose velocemente sul mercato.

martedì 24 settembre 2024

Mercato azionario, avvio di settimana senza slancio

Giornata a tinte miste per le borse europee, dopo la pubblicazione degli indici Pmi di settembre. Il mercato azionario viaggia con prudenza perché si interroga su quali saranno le prossime mosse delle banche centrali, e intanto digeriscono i dati PMI che evidenziano un rallentamento dell'economia UE.

La giornata del mercato azionario

L’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,2% a 33.679 punti. Sulla stessa linea, si è mosso al ribasso il FTSE Italia All-Share, che ha perso lo 0,21%, chiudendo a 35.807 punti. Pressoché invariato il FTSE Italia Mid Cap (+0,05%); con analoga direzione, sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,02%).

Nel resto d'Europa il mercato azionario è prevalentemente positivo. Guadagni per il Dax tedesco (+0,6%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,45%). Avanza anche Londra, +0,36% mentre è piatta Parigi.

I numeri di Milano

Alla chiusura della Borsa di Milano, il controvalore degli scambi sul mercato azionario è stato pari a 2,28 miliardi di euro, in ribasso (-51,8%) rispetto alla seduta precedente. I volumi scambiati sono passati da 1,06 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,44 miliardi.
A brillare sull'indice milanese sono i titoli dell'auto: Ferrari (+2,4%) e Stellantis (+2,3%) sono in vetta.

Sul mercato azionario milanese crescono anche le utility: Hera, +1,69%, Snam +1,66%, Enel +1%, premiate oggi dai segnali trading gratis in tempo reale.
Le nuove ipotesi di una tassa sugli extraprofitti penalizza le banche, in particolare Unicredit (-3,3%) e Banco Bpm (-2,6%). In discesa anche Intesa -1,88%, Pop di Sondrio -2,02%, Mps -1,47%, Bper -1,56%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, la stagnazione alle porte della zona euro pesa sulla moneta unica che perde terreno contro il dollaro, per un cambio al momento di 1,113. Anche le valute più volatili forex cedono un po' di terreno rispetto al biglietto verde. Tra le materie prime, il petrolio è in lieve ribasso dopo i guadagni della scorsa ottava. L’oro viaggia in area 2.630 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo Spread Btp/Bund rimane stabile in area 135 bp, con il decennale italiano al 3,52% e il benchmark tedesco al 2,17%.

giovedì 19 settembre 2024

Stipendi, la parità tra uomo e donna resta ancora un'utopia

Mercoledì 18 settembre è stata celebrata a livello internazionale la giornata della parità retributiva. Si tratta di una giornata istituita dall'ONU del 2019, per sensibilizzare il mondo sul tema del divario tra gli stipendi maschili e quelli femminili (gender pay gap).

Il divario tra gli stipendi in Europa

In base ai dati forniti da Eurostat, la differenza tra gli stipendi medi lordi su base oraria tra maschi e femmine in Europa è risultata pari al 12,7% (dati del 2022), che sostanzialmente rappresenta la percentuale di guadagno in meno ogni ora lavorata dalle donne rispetto ai colleghi maschi.

Va detto che all'interno dell'Unione Europea il dato segue un andamento molto eterogeneo. Il paese con il gender pay gap più elevato è stata l'Estonia, come una percentuale del 21,3%. Alle spalle di questo non ci sono gli austriaci con il 18,4%, poi i nostri vicini svizzeri con il 17,9% (al pari della Repubblica Ceca). La Germania si colloca un passo più sotto, con il 17,7%. Un altro importante paese che ha un gender pay gap superiore alla media europea è la Francia, con 13,2%. L'Italia si colloca sotto la media, con un gap inferiore al 5%. Il paese più virtuoso è però Lussemburgo dove addirittura c'è un gender pay gap negativo dello 0,7%. Significa che le donne guadagnano più degli uomini.

Da cosa dipende questa differenza

Il gender pay gap è frutto di diversi fattori, tra cui spiccano l'accesso a posizioni lavorative di rilievo maggiore, differenza di carriera e ostacoli nel raggiungere incarichi di vertice nelle aziende, oltre alla difficoltà di conciliare maternità e lavoro.

Analisi delle situazioni

Analizzando più a fondo i dati forniti da Eurostat, emerge che il divario retributivo ha una valore più basso tra i giovani lavoratori mentre tende ad ampliarsi al crescere dell'età dei dipendenti. La ragione di tutto ciò e che le donne trovano molti più ostacoli nel proseguire la loro carriera ed avanzare nella stessa. 

Un altro dato interessante è che il divario tra gli stipendi e più elevato nel settore privato che in quello pubblico. Probabilmente ciò dipende dal fatto che, nella maggior parte dei paesi europei, le retribuzioni in questo ambito sono determinate in base a griglie salariali trasparenti che si applicano a prescindere dal genere.

domenica 15 settembre 2024

Investitori, riflettori puntati sulla Federal Reserve

Durante questa settimana, finalmente scopriremo di quanto la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse. Il meeting della banca centrale americana sarà senza dubbio l'appuntamento più atteso dagli investitori.

USA nel mirino degli investitori

Nelle ultime settimane si sono rincorse diverse speculazioni sulle mosse della FED. Al momento la maggior parte degli investitori pensa che si limiterà a un taglio di 25 punti base, ma molti pensano che potrebbe essere anche più aggressiva e fare un taglio da 50 pb.

Ad ogni modo, sarà la prima sforbiciata da marzo 2020, e questo inciderà sull'andamento del dollaro (specie se il taglio sarà di 50pb), che nelle ultime settimane si è indebolito dopo essere uscito da una broadening formation (megafono).
La banca centrale fornirà anche proiezioni economiche aggiornate, con gli operatori che si aspettano un intero punto percentuale di allentamento quest’anno.

Europa e Regno Unito

Dopo la riunione della BCE, che ha tagliato i tassi di 25 punti base, per l'Eurozona sarà una settimana più tranquilla. Uno dei dati clou è l’indicatore ZEW del sentiment economico tedesco, che potrebbe scendere al minimo di otto mesi.

In calendario ci sono altri meeting di politica monetaria. Su tutti spicca quello della Bank of England. Si prevede che manterrà i suoi attuali tassi di interesse, dopo il taglio di 25 punti base del mese scorso. Ma la decisione potrebbe essere influenzata dai dati sull’inflazione, previsti per mercoledì, appena un giorno prima dell’annuncio politico della banca centrale.
Ovviamente in quei due giorni ci sarà da aspettarsi un po' di volatilità sulla sterlina, che è salita sopra 1,31 dollari di recente, con una candela spinning top settimanale.

Eventi di interesse nel resto del mondo

Sempre sul fronte della politica monetaria, si prevede che Turchia e Norvegia manterranno invariati i loro tassi di interesse. E potrebbe fare lo stesso anche la Banca del Giappone, con la maggior parte degli investitori che vedranno un altro aumento solo a dicembre o gennaio.
Sempre in Asia, e precisamente in Cina, i mercati rimarranno chiusi lunedì e martedì per il Festival di Metà Autunno. Venerdì la Banca popolare cinese pubblicherà la correzione mensile dei principali tassi di prestito.

mercoledì 11 settembre 2024

Industria, ancora in calo il dato sulla produzione. Malissimo auto e tessile

La situazione dell'industria italiana non procede come sperato. Lo certifica Istat, pubblicando i dati sulla produzione industriale nel nostro Paese, che evidenziano l'esistenza di difficoltà ancora difficili da sperare.

I dati sulla nostra industria

In base al report dell'istituto di statistica, a luglio c'è stato un calo dello 0,9% rispetto al mese precedente. Su base annua invece la discesa è del 3,3%, che rappresenta il 18esimo dato di flessione consecutiva. Per trovare un segno più bisogna risalire al gennaio del 2023 (+ 2,6%).

Se guardiamo i primi 7 mesi di quest'anno, l'industria italiana ha segnato un calo della produzione pari al 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo andamento debole riguarda un po' tutta l'industria manifatturiera, visto che tutti quanti i settori sono in rosso, ad eccezione di quello dell’energia, che invece sale di 1,5%.

Situazione shock per auto e tessile

Chi invece se la passa malissimo è il settore automobilistico, dove la produzione cala su base annua del 35%. Sulle industrie del settore si avverte il peso delle casse integrazioni di Stellantis, oltre che di una domanda debole.
Malissimo anche il tessile-abbigliamento, che cede il -18% in termini di produzione a causa del calo negli acquisti. Fra le realtà produttive che hanno accusato il colpo c’è, in particolare, il distretto della pelle di Firenze.

La meccanica, principale comparto manifatturiero italiano, segna un meno 4,3%. Altri settori in grave difficoltà sono legno-carta, impianti, metallurgia, gomma-plastica, farmaceutica e trasporti. Sui sette mesi, si salvano industria chimica (+ 3,9%), alimentare (+ 2,5%) ed elettronica (+ 1,2%).

Il quadro secondo Istat

Analizzando questi dati, Istat evidenzia come l’economia italiana stia mostrando segnali fiacchi, ma comunque di crescita moderata. Merito dei passi indietro fatti dall’inflazione e dalle condizioni ancora solide del mercato del lavoro. Nel complesso, le prospettive per i prossimi mesi sono stabili, ma caratterizzate da una significativa incertezza dovuta soprattutto alle persistenti tensioni geopolitiche in varie aree strategiche, come Ucraina e Medio Oriente.

giovedì 5 settembre 2024

Valute digitali, settembre è iniziato con il piede sbagliato

Per com'è iniziato, il mese di settembre si candida ancora una volta ad essere avaro di soddisfazioni per i possessori di valute digitali. Il bilancio di questi primi giorni di negoziazione infatti è negativo, come tradizionalmente succede durante questo mese.

Il panorama attuale delle valute digitali

Se consideriamo questi primi giorni del mese, le prime 20 valute digitali per capitalizzazione di mercato sono quasi tutte in rosso. A cominciare da Bitcoin, che non riesce a risollevarsi oltre la soglia dei 60mila dollari.

Va detto però che la fiacchezza è cominciata già da un paio di settimane, durante le quali gli indicatori di trend following facevano intendere che le cose non stavano viaggiando bene. L'ultima di agosto infatti è stata decisamente negativa, con Bitcoin che perse il 10%.

I driver del mercato

Il fattore scatenante della recente caduta è la marcia indietro degli ETF spot su Bitcoin. Nell'ultima settimana di agosto si sono infatti registrati deflussi per quasi 300 milioni di dollari, evidenziando un netto calo del sentiment del mercato.

Ma anche altri fattori ribassisti hanno penalizzato le valute digitali. Ad esempio il deposito di una grande quantità di BTC su Binance da parte di una "balena", e anche lo scivolone del colosso tecnologico Nvidia a Wall Street.
E poi ci sono le incertezze legate alla politica monetaria degli USA. I tagli ai tassi di interesse sono un fattore positivo perle valute digitali (e gli asset rischiosi in genere), ma l'incertezza riguardo i tempi e l'entità dei tagli (a causa di dati macro molto ondivaghi) crea nervosismo sul mercato.

Il prezzo

Ecco perché Bitcoin continua a viaggiare a ritmo lento, scivolando sotto i 60mila dollari. Nel momento in cui scriviamo il prezzo è addirittura sotto la soglia dei 57mila dollari e si intravede un doppio minimo trading analisi tecnica.
Non che alle altre valute digitali stia andando meglio. Ethereum, ad esempio, ha perso un quinto del valore ad agosto, precipitando a 2400 dollari.

martedì 3 settembre 2024

Costo dei mutui, finalmente arrivano buone notizie

L'inizio del ciclo di tagli ai tassi di interesse da parte delle banche centrali avrà effetti positivi sul costo dei mutui, che negli ultimi anni erano finiti fuori controllo. Ci saranno infatti dei risparmi importanti sia sul tasso variabile che su quello fisso.

L'analisi sul costo dei mutui

Una stima sul risparmio che potranno ottenere i proprietari di casa acquistata con un finanziamento e chi intende comprarne una nel prossimo futuro sono stati calcolati dal portale Facile.it. Anche se lo scenario è in divenire, e potrebbe cambiare a seconda del ritmo con cui la BCE deciderà di tagliare i tassi di interesse, comunque si può fare qualche ipotesi.

Quanto scenderanno le rate dei mutui

Il risparmio medio per chi ha contratto mutuo a tasso variabile dovrebbe essere di circa 18 euro al mese, ossia circa 220 ogni anno. Il trend ribassista evidenziato dal tasso Euribor, che è il parametro finanziario per i mutui immobiliari, è una notizia incoraggiante. La rata del mutuo potrebbe infatti diventare meno costosa già da settembre per circa 12 euro. Ma la sforbiciata maggiore al costo dei mutui arriverà dopo che la BCE avrà tagliato ulteriormente i tassi, arrivando a circa 20 euro al mese.

Si potrebbe così giungere a 600 euro di risparmi su base annua per un mutuo medio variabile da 126.000 euro, con la scadenza di 25 anni e sottoscritto all'inizio del 2022. In questo caso la rata potrebbe scivolare anche sotto ai 650 euro entro giugno del prossimo anno. Certo siamo sempre oltre la cifra che si pagava per un prodotto analogo tre anni fa (456 euro al mese) ma comunque è un dato molto positivo.

Benefici anche per il tasso fisso

Un miglioramento dell'offerta riguarda anche i prestiti immobiliari a tasso fisso. In special modo sono più favorevoli quelli cosiddetti green, ossia per i mobili efficienti dal punto di vista energetico. Infatti il costo di questi mutui risente positivamente non solo del taglio dei tassi ma anche del calo degli indici IRS avvenuto ad agosto.