Il crollo dei posti di lavoro
I numeri resi noti da Unioncamere chiariscono la portata e gli effetti dell'emergenza che stiamo vivendo. Le conseguenze sul lavoro sono - come era temuto - pesantissime. La crisi verrà in parte mitigata dall'azione del governo, che effettuerà manovre a sostegno dell’economia del Paese. Lo stesso vale per ciò che sta facendo la UE. Al momento però è difficile capire che ripercussioni avranno questi interventi sul mercato del lavoro. Bisognerà aspettare i prossimi mesi per avere un quadro più aggiornato.Al momento quello che si sa è che rispetto al 2019, il numero di posti di lavoro dovrebbe diminuire del 2,1%, ovvero 422 mila unità. Da questo conteggio vengono peraltro esclusi quei dipendenti che sono stati o verranno messi in cassa integrazione ordinaria o in deroga. La maggior parte dei lavoratori che perderà il posto sono dipendenti, circa 232mila unità. Gli altri 190mila sono gli indipendenti, che però in percentuale subiranno un calo maggiore, ovvero 3,4% rispetto allo scorso anno.
Settori più colpiti, il turismo sta messo peggio
Come detto, il settore più colpito da questa terribile crisi è quello turistico. L'emorragia di posti di lavoro attesa è di 219 mila persone, quindi più della metà del calo occupazione complessivo previsto in tutto il Paese. Un fortissimo contraccolpo lo subirà anche il settore del commercio, che perderà 72.300 posti di lavoro. Gli altri settori subiranno cali più contenuti in termini numerici, ma non per questo meno drammatici. Il settore delle costruzioni subirà probabilmente un calo di posti di lavoro di 30mila unità, mentre nei servizi se ne perderanno 23mila.Nonostante il boom dell'e-commerce, anche il settore del trasporto, logistica e magazzinaggio subirà una cforte contrazione, circa 18mila occupati in meno. Il settore della moda subirà una contrazione occupazionale di 19mila posti, il settore della gomma e delle materie plastiche e l’industria metallurgica avranno un calo di 10mila posti ciascuno.
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