I numeri della spesa per prestazioni sociali in Italia
Per quanto riguarda la spesa sanitaria, l'ISTAT rileva come l'Italia sia tornata a quasi trent'anni fa, come percentuale sul complessivo. Questa componente nel 2019 si è ridotta fino a giungere al 22,7% del totale, come non succedeva dagli anni Novanta. La diminuzione della componente "spesa sanitaria" è stato un processo progressivo. Infatti è cominciato dal 2008, ovvero dalla scorsa grande crisi.E' cresciuta invece la voce dedicata alle indennità di disoccupazione. Queste ultime hanno raggiunto il livello massimo di spesa nel 2019, pari a 12,6 miliardi. La Cassa integrazione guadagni invece è ritornata ai livelli che c'erano prima della crisi economica del 2009, circa 849 milioni. Purtroppo questa componente di spesa è destinata ad aumentare vertiginosamente nei prossimi mesi, per via dell'impatto del coronavirus, che causerà una crescita di indennità di disoccupazione e spese per la Cig.
Confronto Italia UE
Confrontando il dato italiano con quello Europeo, ci si rende conto che siamo in linea. Infatti siamo a 8.041 euro di spesa socio-sanitaria di cui beneficia ciascun residente nel nostro Paese, contro 8.070 di media UE. Bisogna però precisare che ci sono casi estremi che "sporcano" la affidabilità di questa media. Si pensi alla spesa media pro capite di Bulgaria e Romania, che non arriva neppure a 1.500 euro l’anno, o a quella enorme di Lussemburgo (20.514 euro) e Danimarca (15.616 euro l’anno).Nella classifica della UE, l'Italia è dodicesima per spesa procapite. Siamo invece al settimo posto per spesa in rapporto al Pil (28,0%). Sotto questo ultimo punto di vista, l'Italia è oltre la media UE: in sostanza la nostra spesa in rapporto al prodotto interno lordo è più alta di quel che accade mediamente in Europa. Va precisato che fino al 2008, ultimo anno prima della grande crisi economica, la spesa pro capite era di 6.488 euro in Europa, e ben più alta della media Ue in Italia (7.073 euro).
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