martedì 30 luglio 2024

Finanziamenti, crescono le richieste per i mutui green

Il settore del credito sta attraversando una fase di cambiamento, legata alla diffusione degli strumenti connessi alla transizione ecologica. In particolar modo, le indagini recenti evidenziano un aumento dei finanziamenti legati all'acquisto o alla ristrutturazione di un immobile, con il fine di migliorarne l'efficienza energetica.

I numeri sui finanziamenti

La Banca d'Italia ha esaminato e illustrato l'andamento di questo fenomeno, che dimostra come la transizione ecologica abbia contagiato anche il mondo dei finanziamenti immobiliari. I mutui green hanno infatti riscosso un grande successo, dal momento che in appena un anno e mezzo sia la richiesta che la concreta erogazione hanno avuto un balzo in avanti.

Le richieste sono cresciute di oltre 13 volte, mentre il credito erogato ha avuto un incremento di quasi 39 volte. Va detto che una grossa incidenza sull'aumento delle richieste di mutui green si lega anche alle forti agevolazioni pubbliche che sono state concesse subito dopo la fine dell'emergenza Covid (ossia il superbonus e altri Benefit analoghi). Ma va chiarito che gli incrementi complessivi superano notevolmente quelli legati a tali agevolazioni.

La diffusione di mutui

Sulla base dei dati raccolti da Banca d'Italia, emerge che tra tutte le varie tipologie di mutui che sono affetti degli istituti, il 36% di questi finanziamenti è riconducibili alla categoria Green. Tuttavia la diffusione, anche se crescente, prosegue in modo abbastanza disomogeneo.

Complessivamente i finanziamenti ecologici hanno raggiunto un ammontare di 3,5 miliardi (ai quali bisognerebbe però aggiungere anche quelli delle banche che non sono state sentite dall'indagine), e rappresentano il 12% di tutti i finanziamenti concessi per la casa dal sistema bancario italiano.
Addirittura, se consideriamo soltanto gli istituti di credito cooperativo, la percentuale di mutui green sul totale arriva al 68% del valore complessivo di tutti i mutui erogati.

Le ragioni del successo

Il motivo principale per cui questa tipologia di finanziamenti ha riscosso grande successo è che convengono tanto a chi li contrae quanto a chi li eroga. Per le banche il vantaggio consiste nell'avere come garanzia collaterale un immobile di maggior valore (in quanto ristrutturarlo), per il cliente Il vantaggio è quello di avere accesso finanziamento con un tasso di interesse mediamente inferiore a quello base.

mercoledì 24 luglio 2024

Investitori mossi dalle trimestrali, Piazza Affari è volatile e chiude in lieve guadagno

Si chiude senza grandi sussulti una giornata di Borsa a tinte miste in Europa. L'assenza di grandi indicazioni macro ha indotto gli investitori a muoversi soprattutto in scia all'andamento delle trimestrali.
Anche a Milano, dove abbiamo assistito a una seduta volatile, cresce l’attesa per i numeri di UniCredit in arrivo mercoledì mattina, e quelli di Saipem, Eni ed Enel che sono alle porte.

La giornata degli investitori

A Milano gli investitori hanno spinto l'indice Ftse Mib ad archiviare la seduta in progresso dello 0,07% a 34.637,75 punti. Sulla stessa linea, resta piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 36.882 punti.

Nel resto d'Europa l'andamento è a tinte miste. Guadagnano terreno il Dax tedesco (+0,8%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,6%), mentre arretra il Cac40 francese (-0,3%). Londra si adagia poco sotto i livelli della vigilia, mentre Wall Stret chiude poco mossa dopo le trimestrali di Tesla e Alphabet.

I numeri di Piazza Affari

Sul mercato azionario milanese gli investitori hanno scambiato un controvalore di titoli pari a 2,21 miliardi di euro, in ribasso (-6,34%), rispetto a ieri. Invece i volumi scambiati sono passati da 0,68 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,76 miliardi.

Riguardo ai singoli titoli, gli investitori hanno fatto compere su Mediobanca (+1,66%), Saipem (+1,26%), Prysmian (+1,25%) e Interpump (+0,99%).
Settore bancario a tinte miste: Unicredit (+0,85%) e Intesa Sanpaolo (+0,55%), mentre Bper Banca (-0,37%) e Banca Monte Paschi Siena (-0,31%) scendono.
Giornata amara per Telecom Italia, che ha chiuso a -2,88%. In ribasso anche Stellantis, -2,32% e Amplifon, -1,95%, così come per STMicroelectronics, -1,84%.

Gli altri mercati

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si indebolisce ulteriormente e scende a quota 1,086 (è interessante osservare anche l'andamento rispetto alle altre valute grazie a una tabella correlazione Forex).
Tra le materie prime, perde terreno il petrolio Brent che si muove poco sopra gli 80 dollari al barile. L’oro si attesta a 2.406 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund è risalito in area 133 bp con il decennale italiano al 3,75% e il benchmark tedesco fermo al 2,41%.

domenica 21 luglio 2024

Prezzi più salati per il gelato, + 30% nell'ultimo triennio

Stiamo entrando nel pieno della stagione estiva, e con il gran caldo crescono i consumi di gelato, il dolce più classico da gustare sotto l'ombrellone. Ma il conto quest'anno sarà ancora più salato rispetto al passato, visto che per quelli confezionati (con i coppette o vaschette) nell'ultimo triennio il prezzo è cresciuto in media quasi del 30%.

L'indagine sui prezzi

Ad evidenziare questo fortissimo rincaro è un'indagine fatta dal centro di formazione e ricerca sui consumi (CRC), sulla base dei dati pubblicati dall'osservatorio Mimit.
Il confronto è stato fatto prendendo in esame i prezzi delle vaschette di gelati da un chilo in diverse città italiane. Se nel 2021 il costo medio era di 4,52 euro, quest'anno il prezzo arriva a 5,86 in media. Significa che c'è stato un rincaro del 29,6%.

Anche per quanto riguarda i gelati artigianali i prezzi sono andati in deciso rialzo. Per un chilo di prodotto si paga tra i 20 e 28 euro, con un incremento che oscilla tra il 20 e il 30% rispetto al 2021. Un cono piccolo in media costa 2,7 euro, Ma si può spendere fino a 5 euro in alcune gelaterie della capitale (al centro storico).

Rincari maggiori dell'inflazione

La cosa che lascia sbalorditi è che questo rincaro risulta essere quasi il doppio rispetto all'andamento dell'inflazione, che nell'ultimo triennio è stata del 15,7%. Dietro alla corsa dei prezzi dei gelati ci sarebbero forti aumenti nelle materie prime utilizzate, come lo zucchero e il cacao. Ma si tratta di una giustificazione non sufficiente a tali incrementi, che più probabilmente sono legati anche alla forte domanda, spinta anche dalla folta presenza di turisti stranieri.

Andamento geografico dei prezzi

A livello geografico i rincari maggiori sono stati evidenziati a Lodi, dove negli ultimi tre anni il prezzo è cresciuto del 48,7%. Il prezzo più alto però si paga a Forlì, dove un kg di gelato arriva a 8,28 euro. Prezzi alti anche a Firenze, 7,79, e Bolzano 7,39. Il gelato costa di meno a Cuneo, che nella provincia più conveniente d'Italia visto che si paga 4,21 euro per ogni kg, cioè meno della media la nazionale di tre anni fa. Risultano essere tra le più convenienti anche Arezzo (4,59 euro), Siena e Padova (entrambe a 4,60 euro).

mercoledì 17 luglio 2024

Valute digitali, balzo avanti dopo l'attentato a Trump

Da alcuni giorni il settore delle criptovalute sta viaggiando spedito. Lo dimostra il fatto che il bilancio dell'ultima settimana, riguardo alle prime 20 valute digitali per capitalizzazione di mercato, è fatto solo di segni positivi. Peraltro, nella maggior parte dei casi si tratta di rialzi in doppia cifra.

Cosa accade alle valute digitali

L'impulso più recente è stato innescato dall'attentato di cui è stato vittima Donald Trump. Questa vicenda ha fortificato i suoi consensi, alimentando le probabilità che alla fine il tycoon - fermo sostenitore delle valute digitali - vincerà la corsa alla presidenza statunitense

Peraltro come vice è stato scelto il senatore J.D. Vance, possessore di oltre 100.000 dollari in Bitcoin e spirito critico verso la SEC, per via della repressione normativa sul settore crypto.

Altri fattori rialzisti

La spinta alle valute digitali arriva però anche dalla prospettiva sempre più imminente di un taglio dei tassi da parte della FED. Il presidente della banca centrale Powell, settimana scorsa, ha chiarito che non ci sarà bisogno di arrivare a una inflazione al 2% prima di procedere con le sforbiciate al costo del denaro. Il mercato ritiene assai probabile che il primo taglio dei tassi di interesse verrà fatto nel meeting di settembre.

NB. Si possono negoziare le valute digitali anche sulle app con bonus senza deposito.

L'andamento del Bitcoin

Tutto questo ha agito molto positivamente sul settore delle crypto, a cominciare da Bitcoin, che dopo un periodo fiacco è schizzato verso l'alo, arrivando ad affacciarsi anche oltre i 65.000 dollari. La regina delle valute digitali ha così tagliato al rialzo la Ema200, e adesso sta testando anche la Ema50 (con l'indicatore awesome oscillator che non è in ipercomprato).
Qualora dovesse farcela, il mercato riceverebbe un segnale fortemente rialzista, con possibile approdo sui 70mila dollari.

Il buonumore è comunque esteso all'intero settore delle valute digitali. Anche Ethereum è salito notevolmente, arrivano a superare la soglia dei 3400 dollari (peraltro all'orizzonte c'è l'approvazione degli ETF Spot su Ethereum, forse lunedì 22 luglio).
Benissimo anche Ripple, che ha guadagnato circa il 30% nell'ultima settimana.

lunedì 15 luglio 2024

Consumi, boom dei surgelati nel 2023: oltre un milione di tonnellate

Lo scorso anno è stato da record per i prodotti surgelati. In base al rapporto annuale realizzato da IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), emerge infatti che i consumi hanno superato la stratosferica cifra di un milione di tonnellate di prodotti, segnando una lieve crescita rispetto all'anno precedente e fissando un nuovo record storico di consumo pro capite annuo (oltre 17 kg).

Prodotti surgelati e consumi

Il valore di mercato di questi consumi è stato pari a 5,8 miliardi di euro, segnando una crescita del 6,5% rispetto a quello registrato nel 2022. Il comparto dei surgelati raggiunge così vette mai esplorate in precedenza, grazie soprattutto alla spinta del "fuori casa", che ha registrato una crescita del 5,3% rispetto al 2022. 

Ciò ha permesso di compensare la riduzione che c'è stata negli altri 3 canali attraverso cui i prodotti surgelati vengono distribuiti al consumatore: Retail (-1,1%), door-to-door (-8%) ed e-commerce (-5%).

Corsa nonostante i problemi

Eppure l'ultimo anno è stato irto di difficoltà per il settore. Ci sono stati problemi nei processi di approvvigionamento delle materie prime (soprattutto a causa di eventi climatici estremi come la siccità), ma anche nella logistica e nei trasporti. Senza dimenticare il forte impatto dell'inflazione, che ha penalizzato in generale i consumi nel comparto alimentare.

Tutto questo conferma che l'apprezzamento degli italiani verso questo genere di prodotti resta molto forte. Le ragioni che spingono i consumi li dice lo stesso IIAS: principalmente sono la praticità (66%), il fatto di averli sempre disponibili (49%) e il fatto che consentono di variare l'alimentazione.

Al top restano i vegetali

Riguardo alle singole categorie merceologiche, il 2023 conferma la leadership dei vegetali, con oltre 215.000 tonnellate du consumi. Gusto e facilità di preparazione sono invece le prerogative che hanno spinto le patate surgelate al secondo posto tra le preferenze degli italiani.

Al terzo posto ci sono invece i prodotti ittici surgelati, seguiti dai piatti pronti. Una precisazione va fatta in merito alle pizze surgelate. Il calo percentuale (-6%) rispetto al 2022 è quasi interamente da attribuire al fatto che i consumi fuori casa sono ripresi dopo il periodo dei lockdown durante l'emergenza Covid. Se però guardiamo al volume di consumi, restano ragguardevoli con 63.500 tonnellate.

mercoledì 10 luglio 2024

Tassi di interesse, altra conferma da parte della Banca Centrale neozelandese

Non sono giunte sorprese dalla Nuova Zelanda, dove la Banca Centrale - al termine del meeting di politica monetaria di luglio - ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse. Questa decisione, come vedremo, ha penalizzato il dollaro neozelandese sul mercato valutario.

La decisione sui tassi di interesse

La riunione di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand si è conclusa con la conferma del tasso di interesse al 5,5%. Si tratta dell'ottava riunione consecutiva in cui il costo del denaro viene lasciato invariato.

Secondo i responsabili di politica monetaria della banca centrale, grazie alla politica dei tassi elevati sono state allentate le pressioni inflazionistiche, al punto che l'ultimo report ha segnato che l'indice dei prezzi e consumo è sceso a 4%, livello più basso di quasi tre anni. Si tratta comunque di un valore decisamente superiore a quello che è l'intervallo obiettivo fissato dalla Banca Centrale, compreso tra l'uno e il 3%.

Aggiustamento graduale

Per questo motivo, anche se i policy maker ritengono che l'inflazione tornerà nell'intervallo nella seconda metà dell'anno (lo confermano gli indicatori di momentum), fino ad allora la politica monetaria continuerà ad essere restrittiva, ma tale livello verrà progressivamente abbassato con rallentarsi delle pressioni inflazionistiche.

Cala il dollaro NZD

Il mercato ha reagito all'esito di questa riunione penalizzando il dollaro neozelandese, che sta risentendo anche delle ultime dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell, che ha mostrato prudenza riguardo all'ipotesi di tagliare i tassi sui fondi federali.

Il cambio NZDUSD è infatti sceso a 0,608, andando a toccare la media mobile a 200 periodi, che descrive la tendenza di lungo periodo. La candela è l'opposto di una candela doji trading. Va evidenziato che di recente sul grafico si è concretizzata la "croce d'oro", ossia la salita della media mobile a 50 periodi oltre quella a 200 periodi. Generalmente questa interpretato come un messaggio rialzista dal mercato.

Attesa per i dati sull'inflazione

Nel frattempo il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni della Nuova Zelanda è sceso sotto il 4,6%, scivolando sul livello minimo delle ultime due settimane. L'attenzione degli investitori si concentra adesso sul report relativo all'inflazione in Nuova Zelanda, che verrà rilasciato la prossima settimana, e che potrebbe dare ulteriore indicazioni sulle prossime mosse della Reserve Bank.

lunedì 8 luglio 2024

Vendite in saldo iniziate nel weekend, comprerà un italiano su due

Sabato scorso è scattato ufficialmente il periodo dei saldi estivi. In tutta Italia, con la sola eccezione della Provincia autonoma di Bolzano, le vendite di fine stagione sono cominciate. Secondo alcuni studi, nonostante l'interesse da parte dei consumatori sia in calo, almeno un italiano su due è intenzionato ad approfittarne.

Le prospettive delle vendite

Ad illustrare la situazione è il consueto sondaggio fatto da Ipsos per Fismo (l’associazione dei negozi di moda Confesercenti) prima di questo appuntamento annuale. 

Dall'indagine emerge che il 55% degli italiani (in calo rispetto al 61% dell'anno scorso) prevede di fare almeno un acquisto di un capo o prodotto di moda. Ciò si traduce in un giro d'affari complessivo che viene stimato in oltre 3,5 miliardi di euro, per una spesa media stimata in circa 100 euro a persona.

Una manna per i commercianti

Al di là di questi numeri, è fuor dubbio che l'appuntamento con i saldi estivi è estremamente importante per gli imprenditori del settore del commercio moda, che escono da un trimestre decisamente debole riguardo alle vendite. Il meteo anomalo che ha caratterizzato tutto il periodo primaverile infatti ha inciso sui consumi, riducendo notevolmente le vendite di capi calzature ed accessori. Già sapere che in uno scenario del genere l'interesse verso i saldi rimane comunque elevato è un aspetto incoraggiante.

Fattori incoraggianti

A stimolare le vendite di fine stagione dovrebbe essere anche un aspetto di tipo contrattuale. I rinnovi firmati quest'anno, come quelli del terziario, e le quattordicesime serviranno anche per effettuare acquisti di moda durante le vendite di fine stagione. Tuttavia, come sempre, le previsioni dovranno fare i conti anche con il fattore meteorologico, perché le piogge e i cali di temperatura dell'ultima settimana certamente non stimolano chi aveva intenzione di acquistare.

I prodotti più cercati

Quanto riguarda i prodotti, i più richiesti nelle vendite di fine stagione sono le calzature, indicate dal 61% degli intervistati. In particolar modo piacciono le sneaker estive, le ballerine e i sandali. Forte richiesta anche per le t-shirt e i top, mentre sul gradino più basso del podio troviamo pantaloni e gonne con il 44% delle indicazioni

lunedì 1 luglio 2024

Investitori di buonumore dopo le elezioni francesi. Borse in salita

La nuova settimana comincia con il piede giusto per il mercato azionario. Gli investitori sono infatti usciti rincuorati dal primo turno delle elezioni in Francia. Sono infatti limitate le possibilità che il Rassemblement National di Marine Le Pen conquisti la maggioranza assoluta, scenario che preoccupava i mercati per un possibile ulteriore ampliamento del deficit di bilancio del Paese.

Sul fronte macro, domani ci sarà il rapporto sull’inflazione dell’eurozona, e intanto si guarda anche al forum di Sintra, nel quale interverranno Christine Lagarde, presidente della Bce, e il suo omologo della Fed, Jerome Powell.

La giornata degli investitori

Al suono della campanella, l’indice Ftse Mib di Milano archivia la seduta in progresso dell’1,70% a 33.716,54 punti. Sulla stessa linea, balzo del FTSE Italia All-Share, che archivia la giornata a 35.900 punti. Poco sopra la parità il FTSE Italia Mid Cap (+0,46%); sulla stessa linea, guadagni frazionali per il FTSE Italia Star (+0,22%).

Gli investitori hanno fatto compere anche nel resto d'Europa. Guadagno moderato per Francoforte (il DAx +0,30%), incolore Londra e buona performance per Parigi, +1,09.

NB. Alcuni titoli azionari possono essere negoziati anche sugli opzioni vanilla broker.

I numeri di Piazza Affari

A Milano, il controvalore degli scambi da parte degli investitori è stato di 2,53 miliardi di euro, in rialzo rispetto agli 2,27 miliardi della vigilia. I volumi scambiati salgono a 0,47 miliardi di azioni, rispetto ai 0,43 miliardi precedenti.
Gli investitori di Milano hanno premiato soprattutto i titoli bancari. In vetta al listino infatti troviamo Mps (+6,7%), Bper (+5,3%), Unicredit (+4,6%) e Intesa Sanpaolo (+3,2%).
Al contrario, le vendite hanno colpito Prysmian (-1,9%), STMicroelectronics, in ribasso dell'1,76%, e Campari, -1,59%.

Gli altri mercati

Sul mercato Forex, l’euro si è rafforzato inizialmente ma poi ha ritracciato, così il cambio tra le due valute più scambiate EUR e USD sale soltanto a 1,072.
Tra le materie prime, il petrolio Brent si apprezza a 86,3 dollari al barile e l’oro viaggia a 2.328 dollari l’oncia.
Vendite sull’obbligazionario, ma lo spread Btp-Bund scende a 150 bp, con il decennale italiano in calo al 4,1% e il benchmark tedesco in rialzo al 2,61%.