giovedì 25 agosto 2016

Inps: -33% di assunzioni stabili rispetto allo stesso periodo del 2015

Il mercato del lavoro è ripartito con forza, ma in realtà è un bluff. Sebbene il numero di assunzioni sia salito, infatti, si tratta per lo più di contratti a tempo determinato. Se invece il panorama si sposta sulle assunzioni stabili, ovvero sui contratti a tempo indeterminato, allora la cosa cambia notevolmente. Secondo i dati dell'Osservatorio sul Precariato dell'Inps, infatti, le assunzioni del settore privato nel primo semestre si sono ridotte di 302 mila unita' (ovvero del 10,5%) rispetto all'analogo periodo del 2015. Questo ha portato il totale a due milioni e 572 mila.

Inps: pesano le minori agevolazioni

Il rallentamento è da ricondurre - sempre secondo Inps - al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015. Ci furono soprattutto grazie all'abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni.

Se guardiamo poi al numero di contratti che sono stati convertiti da tempo determinato a tempo indeterminato, anche lì si può notare un deciso calo, di circa il 37%. I numeri parlano chiaro: nei primi sei mesi del 2016 ci sono state circa 1.808.000 assunzioni, che sono più o meno in linea quanto visto nel 2015 e meglio del risultato maturato nel 2014 (+ 2,7%). Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state 113 mila e hanno fatto registrare un incremento sul 2015 (+ 14,4%). In relazione all'analogo periodo del 2015, le cessazioni nel complesso risultano diminuite dell'8,5% - spiega ancora l'Inps - questo effetto si rileva in misura maggiore in relazione ai contratti a tempo indeterminato.

L'Inps segnala inoltre che tra gennaio e giugno 2016 le cessazioni di contratti a tempo indeterminato sono state 770.890, e che la variazione rispetto al 2015 è positiva di circa 74.502 unità. Tuttavia molto inferiore se confrontata alle 468.186 del primo semestre 2015. Il calo è infatti dell'84%. Infine viene evidenziato un altro aspetto: il ricorso ai voucher, che servono per pagare prestazioni occasionali, è aumentato del 40,1% rispetto al +74,7% di un anno prima.

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